Juarez: Recensione Editoriale Cosmo
Pubblicato il 1 Luglio 2014 alle 10:30
Un paese del Sudamerica. Ragazze uccise in maniera efferata. Avventurieri. Criminali. Uomini senza scrupoli. Tutto questo è Juarez, intenso thriller scritto da Nathalie Sergeef e disegnato da Corentin Rouge e tradotto in Italia da Editoriale Cosmo!
Cosmo Color n. 10 – Juarez
Autori: Nathalie Sergeef (testi), Corentin Rouge (disegni)
Casa Editrice: Editoriale Cosmo
Genere: Thriller
Provenienza: Francia
Prezzo: € 4,70, pp. 72, col.
Data di pubblicazione: giugno 2014
Negli ultimi anni Ciudad Juarez, una cittadina del Messico, ha suscitato l’interesse di giornalisti, attivisti dei diritti umani e persino di Amnesty International. Questo perché molte ragazze del posto sono state uccise, forse per scopi rituali, e secondo alcuni i responsabili sono coperti dalle autorità del luogo. Il fatto ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale e il cinema se n’è occupato con Bordertown, ispirato a quei tragici avvenimenti; così come la letteratura con il romanzo Ossa nel Deserto di Sergio Gonzàlez Rodrigues.
Nemmeno il mondo del fumetto è stato a guardare e pochi anni fa l’inglese Simon Oliver ha realizzato per la Vertigo Noche Roja, prendendo anche in questo caso spunto dalle cronache di Ciudad Juarez. E ora è la volta di un intenso thriller di area francofona, intitolato semplicemente Juarez, che Cosmo Edizioni propone in un albo a colori. Ovviamente si tratta di una vicenda di fantasia che però richiama la terribile realtà che ha sconcertato tutti. Scritta da Nathalie Sergeef non è priva di intenti di denuncia, poiché pone sotto la luce dei riflettori la corruzione del potere e la mancanza di scrupoli delle istituzioni che dovrebbero difendere i cittadini.
Ci troviamo a Juarez, un paese del Messico, quindi, sconvolto da una serie di omicidi ai danni di giovani e avvenenti ragazze. Lo schema si ripete sempre nello stesso modo: una povera malcapitata scompare e in seguito viene trovata morta. In certe occasioni, i corpi presentano segni di sevizie e torture. In altre, ci sono solo gli scheletri delle vittime. Nel peggiore dei casi, non vengono nemmeno rinvenuti i corpi. Cosa sta accadendo dunque? Per quale ragione si commettono omicidi tanto brutali? L’atmosfera a Juarez non è, come è facile intuire, tranquilla e per giunta ci troviamo in periodo di elezioni con spietati politicanti che cercano di approfittare del clima di tensione proponendosi come campioni di legalità.
Inoltre, a Juarez crimine e corruzione dilagano. Quest’ultima, anzi, è quasi istituzionalizzata e coinvolge esponenti delle forze dell’ordine, politici e imprenditori, di fatto poco di buono dediti a loschi affari che cercano di apparire rispettabili indossando abiti eleganti e vivendo in lussuose ville con piscina. Ma un giorno arriva un ragazzo, Gael. Ha uno scopo preciso: trovare Gabriela, sua sorella, una delle tante ragazze di Juarez scomparse. Il giovane è al corrente della situazione e teme il peggio ma non si fermerà di fronte a nulla pur di scoprire la verità.
Si farà aiutare da alcune persone che hanno avuto a che fare con Gabriela e del resto c’è un’associazione no profit che cerca di contrastare il male imperante. Con una riuscita serie di flashback, Nathalie Sergeef ci rivela i particolari del passato di Gabriela, costruendo un thriller di notevole intensità e ricco di suspense. Il sospetto e la paranoia predominano nella story-line e nessuno può dirsi davvero innocente. L’autrice descrive un mondo torbido di pulsioni deviate, avidità, sesso mercenario; una specie di universo infernale fatto di vicoli oscuri e sporchi, di miseria e degrado e di locali malfamati; ma pure i paesaggi naturali hanno qualcosa di sinistro e le lussuose magioni non sono microcosmi esenti da perversioni. E quando alla fine la Sergeef svelerà il mistero, l’amarezza e il disincanto la faranno da padroni, grazie a una conclusione che il lettore troverà spiazzante, e si comprenderà la natura dell’orrore che non assume caratteristiche inusitate. Le motivazioni, anzi, saranno risibili: un perfetto esempio di quella banalità del male di cui parlava Hannah Arendt.
Testi e dialoghi sono ben curati, con una matrice hard-boiled che i cultori del noir apprezzeranno. I disegni di Corentin Rouge sono di impostazione naturalistica, assimilabili a certi esiti espressivi del fumetto italiano nazionalpopolare (uso la definizione non in senso spregiativo), nonché efficaci e funzionali. Nel complesso, quindi, Juarez non può essere considerato un’opera innovativa o rivoluzionaria ma è un buon esempio di thriller, realizzato con eleganza e professionalità. Da tenere d’occhio.