Orfani n. 9: Freddo come lo spazio – Recensione in anteprima

Pubblicato il 13 Giugno 2014 alle 16:25

Nelle vastità siderali non c’è spazio per il calore dei sentimenti. L’amore è un lusso che non ci si può permettere, un’ulteriore complicazione in una guerra fasulla divenuta uno scontro fratricida. Gli Orfani hanno perso tutto: la loro famiglia, il loro pianeta, la loro innocenza, perfino la causa per cui credevano di lottare. Divisi dai loro ideali, devono ora essere pronti a spegnere anche quell’ultimo barlume che li mantiene umani.

OrfaniOrfani 9

Autori: Roberto Recchioni (soggetto e sceneggiatura), Gigi Cavenago, Werther Dell’Edera (Disegni), Alessia Pastorello, Giovanna Niro (colori), Massimo Carnevale (copertina)

Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore

Genere: Fantascienza

Provenienza: Italia

Prezzo: 4,50 euro

Data di pubblicazione: 14 giugno 2014

Dal calore della Terra al gelo dello spazio, dal fuoco della passione alla crudeltà dell’odio. La serie di fantascienza della Bonelli, scritta da Roberto Recchioni, ideata graficamente da Emiliano Mammucari e realizzata interamente a colori, giunge al nono numero, il quartultimo di questa prima stagione. Nei numeri scorsi è stata svelata la vera natura della guerra che gli Orfani sono stati chiamati a combattere sul pianeta alieno, costretti quindi ad operare una scelta tra la cieca obbedienza agli ordini e la fede verso i propri ideali, tra la menzogna per un bene superiore e la verità che potrebbe gettare il mondo nel caos.

La frattura che ne è conseguita ha avuto dei risvolti sulle rispettive relazioni sentimentali ed è proprio sul lato più intimista che Recchioni punta stavolta i fari ma non a scapito della componente ludica della storia sempre improntata al ritmo e al dinamismo. Nella prima parte dell’albo, ambientata come di consueto nel passato, gli Orfani sono sottoposti ad una seduta d’addestramento, una volta tanto senza fini omicidi, puro pretesto concepito dallo sceneggiatore romano per far emergere le dinamiche romantiche del racconto.

Inguainati nelle loro tute luminose, gli Orfani raffigurati dal tratto affusolato di Gigi Cavenago sono giovani, bellissimi e innamorati e sfrecciano in un’assolata e idilliaca foresta scaldata dai colori di Alessia Pastorello. Per i fans di Star Wars, viene qui imbastito un triangolo sul genere Luke-Han-Leia portato però alle estreme conseguenze. Proprio come la Principessa della saga ideata da George Lucas, la bella da conquistare non è un’indifesa donzella in attesa del principe azzurro bensì una scaltra esponente del girl power che rappresenta la vittoria del raziocinio sull’ottusa violenza dei due spasimanti.

La contesa in questione giunge alla sua tragica e sconvolgente conclusione nella seconda parte dell’albo, ambientata nel presente. In un simbolico e azzeccato contrasto che riflette la mutazione interiore dei personaggi, il paesaggio bucolico lascia il posto alle inospitali immensità dello spazio e ai claustrofobici e sterili interni dell’astronave. Gli Orfani tratteggiati qui da Werther Dell’Edera sono figure spigolose e stilizzate, adulti dai volti ruvidi ammantati di chine cui si contrappongono le fredde luci artificiali accese da Giovanna Niro. Le suggestioni cromatiche regalano un evidente omaggio a 2001: Odissea nello spazio già presente nella copertina mozzafiato di Massimo Carnevale.

L’amore dovrebbe tenere gli Orfani aggrappati alla loro dimensione più umana. Finisce invece per dividerli ulteriormente quando non c’è più posto per i compromessi, né morali né sentimentali, precipitandoli in un ulteriore baratro di violenza senza fine. Privati di quella gravità interiore, i protagonisti si trovano a galleggiare lontani dalla madre Terra e da quel sole che li scaldava, vagando nel vuoto del cosmo, gelido, oscuro, dove nessuno può sentire urlare neanche un cuore spezzato.

Voto: 8,5

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