Recensione Replica 1 (di 4) – GP Publishing

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 alle 11:38

Autore: Kemuri Karakara.
Casa editrice:
GP Publishing.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
5,90 Euro, 178 pag., con sovracopertina, solo per fumetterie.


Manji detto Akainu (ovvero Red Dog, cane rosso) è una sorta di giovane samurai che vagabonda di città in città in cerca di lavoro come guardia del corpo, più per scacciare la noia che per altro, ma la sua fama leggermente sanguinaria sembra precederlo e nessuno pare volerlo assumere; viaggiando senza meta, in un bizzarro paese che pare della nostra epoca ma che non ha una precisa collocazione storica o geografica, incappa in stranissimi oggetti, in realtà armi assassine progettate da un misterioso individuo (chiamato AAA).

A caccia di questi letali meccanismi, chiamati “Toys”, ci sono gli agenti di un altrettanto stranissima organizzazione chiamata “Cards”, 52 in tutto, esattamente come un mazzo di carte (sancendo di fatto una surreale guerra tra due passatempi come i “giocattoli”, di cui l’autore è appassionato, e le “carte” o le figurine); Cal è l’agente della Cards che finisce per incrociarsi con Manji, dapprima sottovalutandolo ma finendo per stringere con lui un patto di sangue che li legherà per sempre.

L’ambientazione è surreale, l’idea di base di Replica abbastanza bizzarra ma la caratterizzazione dei personaggi all’inizio un po’ involuta e al contempo anche un po’ risaputa; Manji infatti è un duro, di pochissime parole ma dalle espressioni molto feroci, però in fondo è anche buono e altruista (avrà anche il cuore tenero, c’è da scommetterci), Cal lo reputa inutile e lo snobba platealmente ma poi scopre le sue doti incredibili e (quasi) si sacrifica per lui, i due non si capiscono praticamente mai e prendono a detestarsi fin da subito, ma poi finiscono per andare d’accordo, insomma situazioni e personaggi MAI visti prima d’ora in un manga.

La trama del primo volume tutto sommato non è nemmeno disprezzabile, tenendo conto che ai due protagonisti si aggiungono altri componenti della Cards e che i Toys sono di diverso tipo, via via sempre più letali, ma al contempo lascia qualche perplessità, con combattimenti forse tirati un po’ troppo per le lunghe e l’alchimia tra i diversi personaggi che stenta a decollare (con dei dialoghi non sempre chiarissimi); tutto però si ribalta nel finale, che sorprende per il colpo di scena e incredibilmente porta a riaccendere l’interesse e a rivalutare un po’ anche tutto il resto.

Rimane il dubbio se il prosieguo riserverà ancora delle sorprese, e di che caratura, oppure si trascinerà in una ormai chiara (e abbastanza scontata) lotta tra i membri della Cards e il misterioso assassino conosciuto come AAA, che a dirla tutta non è certo così intrigante, nella sua semplicità, da suscitare profonde attese (se non altro si capisce subito che storia stiamo leggendo); nulla da eccepire sui disegni, chiari, espressivi e dinamici, l’unica cosa che funziona per certo, così come sull’edizione, forse un po’ troppo cara per sole 178 pagine (ma dal terzo volume dovrebbero essere 196), sebbene rivolta esclusivamente alle fumetterie.


Voto: 7 –

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