Maleficent – Recensione

Pubblicato il 2 Giugno 2014 alle 20:30

Malefica è una fata che vive nella Brughiera, un luogo incantato popolato da creature fantastiche. Un giorno incontra Stefano, un ragazzo povero proveniente dal mondo degli uomini e i due s’innamorano. La battaglia tra i due regni, però, spinge l’ambizioso Stefano a tradire Malefica per salire sul trono. Addolorata e piena di rancore, Malefica diviene una perfida strega e lancia una maledizione contro la neonata Aurora, primogenita di Stefano: al sedicesimo compleanno, la principessa si pungerà con il fuso di un arcolaio e cadrà addormentata fino a quando solo un bacio del vero amore potrà svegliarla.

Maleficent

Maleficent

Titolo originale: Maleficent
Genere: Fantasy
Regia: Robert Stromberg
Interpreti: Angelina Jolie, Elle Fanning, Sharlto Copley, Juno Temple, Brenton Thwaites
Provenienza: USA, Regno Unito
Durata: 97 min.
Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Roth Films, Moving Picture Company
Distribuzione (Italia): The Walt Disney Company Italia
Data di uscita: 28 maggio 2014 (Italia), 30 maggio 2014 (USA)

A quanto pare, la Disney ha intenzione di rileggere in chiave live i suoi classici d’animazione. In attesa di Cinderella, in uscita nel 2015, Il Libro della Giungla e del sequel di Alice in Wonderland, arriva sui grandi schermi Maleficent, diretto dall’esordiente Robert Stromberg, rivisitazione de La Bella Addormentata nel Bosco, uscito nel 1959 e tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault.

L’intenzione era quella di riproporre la storia attraverso l’ottica della strega Malefica, interpretata da un’Angelina Jolie che non riesce ad essere davvero inquietante neanche con il viso pallido e gli zigomi levigati e appuntiti. L’eroina che diventa malvagia in seguito ad un tradimento è il classico canovaccio da prequel come Star Wars ci ha insegnato con le origini di Darth Vader. Qui, però, l’integrità del personaggio viene tradita e Malefica è trasformata in una bad girl politicamente corretta per la quale è impossibile non fare il tifo.

Il vero cattivo della storia diventa Re Stefano, uno Sharlto Copley monocorde, mentre la graziosa Elle Fanning è una Principessa Aurora che sta lì solo per stimolare l’indole materna di Malefica in una serie di dinamiche zuccherose e nauseanti. Le tre fatine buone, una delle quali è interpretata da Juno Temple, dovrebbero fungere da diversivo comico ma hanno pochissimo spazio. Il Principe Filippo è più monodimensionale che nel film d’animazione originale mentre Fosco, consigliere di Malefica, ha il solo ruolo di tramutarsi nel corvo galoppino della strega e non si capisce quale sia la vera funzione della controparte umana.

Duecento milioni di dollari di budget per 97 minuti di film che non denotano uno straccio di idea. Un paio di battaglie edulcorate e banali, con gran dispendio di effetti visivi e qualche sequenza messa lì apposta per esaltare il 3D ma la narrazione è noiosa, prevedibile, didascalica, priva di qualunque mordente. La strega cattiva è trasformata in un’eroina emo, sofferente per le ali che le sono state strappate e per l’amore tradito, che si ritroverà addirittura a proteggere la bambina che aveva maledetto.

La Disney al suo peggio. Un prodotto insopportabile, buonista ed inerte che inneggia sfacciatamente al girl power. Va bene raccontare la favola da una prospettiva diversa ma a patto di non stravolgerne il senso e di non stuprarne i concetti di base. Altro che arcolai. Si ha la sensazione che la Principessa Aurora si sia addormentata guardando questo film.

Voto: 4

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