Il San Diego Comic-Con e le molestie ai cosplayer
Pubblicato il 2 Giugno 2014 alle 14:00
A due mesi dall’inizio di una delle convention fumettistiche più importanti del mondo la rete si interroga sul problema delle molestie a sfondo sessuale di cui sono vittima le cosplayer che partecipano a questi eventi.
Pochi giorni fa una petizione lanciata sul sito Change.org intitolata “Stop sexual harassment at San Diego Comic Con, create a formal anti-harassment policy” (“Fermate le molestie sessuali al SanDiego Comic-Con, create una politica ufficiale anti-molestie”) ha raggiunto le 2000 firme raccolte. La notizia ha fatto il giro dei principali siti di informazione fumettistica americani: a questo proposito CBR ha intervistato uno dei responsabili della Convention di San Diego (che si terrà dal 24 al 27 Luglio), il quale si è detto non convinto da una norma espressamente diretta alla protezione dei cosplayer (la fiera ha, ovviamente, delle regole che vietano e puniscono molestie nei confronti di chiunque).
Di idee diverse erano probabilmente gli organizzatori della Emerald City Comic-Con, tenutasi dal 28 al 30 Marzo 2014: affissi ai muri delle location dell’evento c’erano infatti questi poster:
Il contenuto di questi avvisi (“I costumi non sono consensi”) tocca un punto fondamentale di questa vicenda: il pregiudizio secondo cui dato che una ragazza scopre il proprio corpo sia lecito per i maschi presenti fare di lei quello che vogliono, e anzi sia questo un diritto: non sono rare le testimonianze di vittime di questo genere di molestie riportanti come gli uomini fossero stupiti dal fatto che i loro palpeggiamenti o pesanti apprezzamenti sessuali non venissero accolti di buon grado.
Prendiamo per esempio le parole della cosplayer Nichole Jacobs; tra le sue esperienze ci sono numerose mani morte, richieste aggressive di baci accompagnate da insulti per un rifiuto, ancora insulti (“pu**ana”) per aver interpretato fedelmente il costume di un personaggio (e qui si potrebbe, ma non lo farò, aprire una parentesi sull’eterno dibattito riguardo la rappresentazione delle donne nel fumetto: sono solo fanservice/eyecandy per i lettori maschi?).
Riporto un episodio raccontato dalla Jacobs: un uomo chiede una foto alla cosplayer e ad una sua compagna anch’essa travestita; chiede gentilmente se può passar loro le braccia intorno alle spalle e improvvisamente grida al suo amico “PRESTO SCATTA LA FOTO!” mentre strizza i seni ad entrambe le ragazze e le attira a sé. La storia mette in luce anche la mancanza di organizzazione su fatti di questo tipo, poiché le due ragazze vengono lasciate sole insieme al molestatore (che continuerà ad insultarle e a ridere di loro) mentre lo staffer della fiera a cui si erano rivolte per avere aiuto cerca la security. Inoltre all’uomo viene solamente ritirato il badge della convention, e alle vittime non viene data la possibilità di sporgere denuncia.
Ecco come sempre Nichole Jacobs interpreta il fenomeno delle molestie alle cosplayer: “Qualcosa in una donna in spandex ad una fiera convince queste persone [i molestatori] che lei abbia immediatamente, intenzionalmente rinunciato ai suoi diritti come persona. Il costo del suo biglietto e del suo tempo, il lavoro e l’amore che ha messo nel suo costume, tutto è annullato perché è ritenuta essere presente solamente per l’apprezzamento del pubblico, e interamente a sua disposizione.”
L’intervista che vi abbiamo linkato si conclude con una serie di consigli/richieste che Nichole rivolge agli organizzatori delle convention e soprattutto ai semplici partecipanti. Perché se purtroppo qualche imbecille ci sarà sempre, sta a tutte le persone di buon senso far sì che facciano meno danni possibili in modo che “Un intero ambiente possa essere migliorato e magari potremmo ritrovarci di nuovo tutti insieme e al sicuro per celebrare questo mondo che amiamo tanto”.
Voi cosa ne pensate? Scriveteci le vostre idee e le vostre esperienze!