Suicide Squad TP 4 – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 4 Giugno 2014 alle 10:30

Continuano le rocambolesche avventure della Suicide Squad e le cose si fanno sempre più pericolose per il gruppo di criminali coordinato da Amanda Waller! Cosa succederà quando arriveranno nuovi, letali membri? Scopritelo nel quarto volume di una delle serie DC più intriganti del reboot!

DC Galaxy n. 3 – Suicide Squad n. 4

dc_galaxy_03_suicide_squad_04

Autori: Adam Glass, Ales Kot (testi), Henrik Jonsonn, Cliff Richards, Patrick Zircher (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: maggio 2014

Tra le serie DC del reboot, Suicide Squad è una delle più intriganti e imprevedibili. Il gruppo di criminali che agisce per conto del governo americano in cambio di un considerevole sconto della pena non è nuovo per i lettori. Ma la formazione della Squadra Suicida nell’attuale contesto del New52 è diversa da quella del passato e i toni pulp delle vicende narrate dal bravo Adam Glass costituiscono uno dei punti di forza del comic-book. A guidare il gruppo c’è Amanda Waller e lo sceneggiatore l’ha descritta sin dal principio come una donna dura, spesso spietata, ma non priva di fragilità interiori che si sforza in tutti i modi di reprimere.

La Waller è stata al centro dei plot, dal momento che le sue finalità sono misteriose e non è detto che coincidano con quelle del governo statunitense. In pratica, la donna ha obiettivi personali e in questo quarto volume di Suicide Squad che include i nn. 18-21 della testata originale i componenti della squadra incominciano a farsi domande sul suo conto. Vale soprattutto per Deadshot, che non tollera che Amanda non fornisca mai informazioni complete relative alle missioni da compiere, e per la bella Harley Quinn che, pur essendo psicopatica, non è affatto stupida e ha intuito che la donna ha parecchie cose da nascondere.

Un altro elemento che fa di Suicide Squad un serial da seguire è la mutevolezza della line-up, a causa dell’elevato tasso di mortalità del gruppo. All’inizio del tp, il team deve affrontare Orchidea Rossa, sorella di Yo-Yo, al soldo dell’inquietante Regulus, leader della setta denominata Basilisco, che tutti credevano morto. E, senza spoilerare, mi limito a scrivere che anche in questo caso non mancheranno i decessi. Dopo la battaglia, la paranoia che tormenta i personaggi si accentuerà e i misteri abbonderanno. Adam Glass firma i primi due episodi, valorizzati dai consueti toni grotteschi e sopra le righe che i suoi fan hanno imparato ad apprezzare.

Negli altri due, invece, la trama è appannaggio di Ales Kot che si mantiene sugli stessi registri espressivi e dà il via a una nuova sequenza narrativa che si preannuncia interessante. Innanzitutto, Amanda dà la caccia ad O.M.A.C, per ragioni, tanto per cambiare, enigmatiche ed è evidente che il character creato da Jack Kirby farà prima o poi la sua apparizione. E ci sono due new entries. La prima è il Soldato Fantasma, altro personaggio DC intimidente. La seconda sarà uno shock per molti e getterà una luce ulteriormente sinistra sull’operato di Amanda. Mi limito a specificare che è un pericoloso serial killer, nonché vecchia conoscenza dei lettori di Batman. E, a giudicare dai presupposti, persino l’aggressiva Cheetah potrebbe svolgere un ruolo importante nei prossimi volumi.

Dal punto di vista delle storie, quindi, Suicide Squad continua ad essere avvincente. La parte grafica è valida ma discontinua. In questo tp sono coinvolti Henrik Jonnson che fa un buon lavoro, pur non discostandosi più di tanto dagli standard visuali dilaganti nel comicdom; Cliff Richards che, a mio avviso, realizza le versioni più convincenti di Harley, di Deadshot, del Re Squalo e degli altri schizzati protagonisti della serie; e Patrick Zircher, anche lui suggestivo. Ma il comic-book forse guadagnerebbe di più con un penciler regolare in grado di fornirgli una specifica impronta visiva. In ogni caso, Suicide Squad è da valutare positivamente. Non si tratta di un fumetto innovativo o rivoluzionario ma c’è qualità. Da provare.

Voto: 7 ½

Articoli Correlati

Kinnikuman è ampiamente considerata una serie shonen classica da molti fan, e nonostante abbia debuttato almeno 40 anni fa ha...

16/11/2024 •

14:02

A 85 anni, Tetsuya Chiba, il mangaka del famoso Rocky Joe (Ashita no Joe), ha ricevuto il prestigioso Ordine della Cultura in...

16/11/2024 •

13:00

Solo la settimana scorsa One Piece era tornato con un nuovo capitolo dopo la pausa di tre settimane. Ma improvvisamente, il...

16/11/2024 •

12:00