Marvel Omnibus Spider-Man di Todd McFarlane & Erik Larsen – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 30 Maggio 2014 alle 10:30

Arriva l’Omnibus dedicato a una delle serie più acclamate della Marvel anni novanta: Spider-Man di Todd McFarlane! Non perdete le storie dell’Arrampicamuri scritte e disegnate dall’amatissimo autore di Spawn e con personaggi del calibro di Wolverine, Ghost Rider e la X-Force!

Marvel Omnibus Spider-Man di Todd McFarlane & Erik Larsen

MO_AMSM_sovracvr_2_IT_mod_ale.inddAutori: Todd McFarlane, Erik Larsen, Fabian Nicieza (testi), Todd McFarlane, Erik Larsen, Rob Liefield (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 49,00, 17 x 26, pp. 512, col.
Data di pubblicazione: maggio 2014

Per molti anni l’interpretazione grafica dell’Uomo Ragno più ricorrente fu quella del grande John Romita Sr. che dopo aver sostituito il maestro Steve Ditko come penciler di Amazing Spider-Man realizzò una versione accattivante di Peter Parker che conquistò i lettori. In seguito, altri autori disegnarono il personaggio, sia nella sua identità civile che in quella supereroica, rispettando i canoni romitiani (ad eccezione di Ross Andru che preferì ricollegarsi a modo suo allo stile ditkiano). Le cose però cambiarono alla fine degli anni ottanta quando Todd McFarlane iniziò ad occuparsi delle matite di Amazing, con i testi di David Michelinie.

Todd era già noto per alcune serie DC e per memorabili episodi di Incredible Hulk. Era piuttosto estraneo agli standard grafici imperanti e l’unica influenza che si poteva riscontrare in lui era quella di Michael Golden. Concepiva figure grottesche e contorte e il lay-out era inventivo. Nel giro di pochi albi, perfezionò i suoi disegni e il culmine si ebbe quando introdusse il mostruoso Venom nelle pagine dell’Uomo Ragno. Lo Spidey di Todd aveva un aspetto minaccioso e disumano; le posture erano davvero ragnesche, le lenti della maschera enormi, le ragnatele assomigliavano a fili intrecciati (Michael Golden aveva fatto qualcosa di simile). Nella sua identità di Peter Parker, invece, era quasi cartoonesco e Mary Jane una maggiorata sexy che ammaliò i fans. C’erano poi tanti altri dettagli, a cominciare dalla presenza del Gatto Felix che Todd si divertiva ad inserire in parecchie vignette.

In poche parole, le vendite già notevoli di Amazing Spider-Man aumentarono esponenzialmente e da quel momento la versione di Todd fu canonica quanto quella di Romita Sr. Ancora oggi i disegnatori che si occupano dell’Uomo Ragno lo disegnano sulla base delle impostazioni di McFarlane o di quelle di Romita. Per un periodo, persino il classico Sal Buscema cercò di avvicinarsi all’interpretazione di Todd. Consapevole del gradimento dei lettori, la Marvel decise quindi di varare un mensile intitolato semplicemente Spider-Man, affidandolo esclusivamente a McFarlane. Fu l’inizio ufficiale dei comics anni novanta che, nel bene e nel male, hanno segnato un’epoca. Da un lato, l’elemento visivo assunse un’importanza esclusiva, grazie a tavole adrenaliniche di innegabile impatto. Dal punto di vista delle sceneggiature, le cose andarono meno lisce poiché spesso esili. McFarlane, comunque, così come Jim Lee e Rob Liefield, divenne uno dei nomi di punta della Marvel.

Panini Comics pubblica ora un Omnibus che include i primi sedici numeri di Spider-Man. Bisogna specificare che Todd non aveva esperienze di scrittura e questo si percepisce. Il direttore editoriale di un’importante casa editrice anni fa disse che Spider-Man era un fumetto bello da vedere. Nel senso, quindi, che testi e storie non avevano importanza. In ogni caso, McFarlane inaugurò la testata con una story-line imperniata su una cruenta lotta tra l’Uomo Ragno e il ributtante Lizard che qui assomiglia realmente a una lucertola umana. Collegandosi all’acclamata saga de L’Ultima Caccia di Kraven, Todd usò la sacerdotessa vudù Calypso, ansiosa di vendicarsi di Spidey perché da lei ritenuto responsabile della morte del suo amante. Il risultato è una vicenda dai toni horror e dal ritmo indiavolato, con disegni spettacolari. La trama è esile ma tutto sommato regge e ciò che più colpisce è l’immagine di un Uomo Ragno dal costume a brandelli raffigurato in uno dei momenti più drammatici della sua carriera.

La seconda sequenza si concentra su un dissidio tra Spidey e Hobgoblin. In questi numeri appare anche il secondo Ghost Rider, Danny Ketch, all’epoca popolarissimo. I disegni sono sempre di qualità sopraffina ma le trama è solo un pretesto che dà a Todd l’opportunità di raffigurare lotte senza esclusione di colpi con un forte senso cinetico. Alcuni rimasero perplessi per la descrizione che Todd fece di Ghost Rider, stridente con quella di Howard Mackie. Se nel suo serial, infatti, Danny combatteva il male cercando di comportarsi in maniera responsabile, in Spider-Man fu l’esatto opposto. Tuttavia, qui Todd iniziò a inserire qualche tematica scottante. Il suo Hobgoblin, infatti, ha pulsioni pedofile (la cosa è appena accennata) e, trattandosi di un albo mainstream, non è un dettaglio banale.

La terza sequenza è di gran lunga la migliore e qui Todd dimostra di avere appreso bene le tecniche della scrittura. In una cittadina canadese, l’Uomo Ragno indaga su un efferato omicidio. E dal momento che la storia è ambientata in Canada non può mancare Wolverine. E, fedele al suo interesse per i mostri, Todd usa pure il carnivoro Wendigo. Gli ultimi episodi sono poi caratterizzati dall’horror tout court, considerata la presenza del vampiro Morbius e anche in questo caso la story-line è piacevole. Ma la situazione stava già cambiando e l’autore si accingeva a lasciare la Casa delle Idee per fondare con alcuni colleghi l’Image.

Un episodio, quello del n. 15, è scritto e disegnato da Erik Larsen che cerca di avvicinarsi allo stile di McFarlane. E bisogna citare le storie del crossover tra Spider-Man ed X-Force. L’Uomo Ragno e l’aggressiva squadra di Cable affronteranno alcuni villain mutanti e la trama è un campionario di lotte, inseguimenti e stop. L’episodio di X-Force è scritto dall’abile Fabian Nicieza e disegnato dal controverso Rob Liefield. Inutile girarci intorno: chi ama le sue anatomie impossibili apprezzerà la storia; chi lo detesta, non cambierà idea. Nel complesso, questo volume ha il merito di proporre un’opera comunque importante. È un tipico esempio di spirito nineties, con tutto ciò che comporta, ma vale la pena provarlo.

Voto: 8

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