Recensione Spider-man 529

Pubblicato il 9 Aprile 2010 alle 10:13

Autori: Joe Kelly, Brian Reed, Paulo Siqueira, Marco Checchetto, Stephen Segovia, Tim Levins
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti.
Prezzo: 3,00 Euro.
A cura di: Marco ‘Spider-Ci’ Novelli

 


In questo numero si conclude American Son, un’emozionante saga in cinque parti che riporta al centro dell’attenzione la tormentata famiglia Osborn: in particolare Norman, la più letale nemesi di Spider-Man e attualmente uno degli uomini più potenti del pianeta; il suo migliore amico Harry e un futuro “nuovo arrivo”….
Ed è proprio sul conflittuale rapporto tra padre e figlio che si concentra un po’ tutto questo story-arc. È risaputo, ormai, che il perfido Norman non nutre particolare ammirazione nei confronti di Harry, visto un po’ come il figlio perdente e senza spina dorsale, indegno di portare avanti il nome di famiglia. Ecco perché cercherà unicamente di sfruttarlo per i suoi biechi fini: ovvero aumentare la credibilità e la fiducia da parte della gente nei confronti suoi e degli Oscuri Vendicatori, di cui è a capo. Senza tralasciare, ovviamente, la possibilità di attirare e uccidere una volta per tutte l’odiato Spider-Man.
La vera incognita, a questo punto, rimane proprio il pargolo di Norman, il suo “American Son”, che dovrà dimostrare fino alla fine di avere la forza ( e gli attributi ) per ribellarsi definitivamente al volere paterno, anziché diventare il suo burattino…

Joe Kelly, ultimo arrivato tra i ragno-scrittori, dimostra di essere perfettamente a suo agio tra le tele di Spidey e il suo universo, alternando sapientemente momenti più leggeri e dialoghi brillanti a scene più violente e di puro pathos. Ne sono un esempio il sofferto scontro finale e la rabbia furiosa con cui Peter si abbatte contro Norman Osborn nella prima parte dello story-arc, dimostrando così tutta la sua frustrazione e il senso d’impotenza di fronte a un nemico capace ormai di manovrare chiunque, grazie alla sua astuzia e alla sua posizione. Harry, invece, si sente ancora una volta tradito e ferito nell’orgoglio dal padre, che non ha esitato a mettere di mezzo anche la sua innamorata, pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Da manuale anche il dialogo tra Spidey e il vecchio amico e compagno di battaglie Wolverine, in cui lo scrittore non manca di infilare un po’ di satira politica, guarda caso contro l’ex presidente Bush.

Anche la parte grafica non è da meno, benché fin troppo frammentata, visto il continuo alternarsi dei vari disegnatori… Nella prima parte, un ispirato Phil Jimenez strizza l’occhio ai fan di vecchia data, citando la copertina dello storico Amazing Spider-Man 39 nello scontro tra Spidey e Norman. Un altrettanto valido Paulo Siqueira, dal tratto plastico e pulito, riesce ad essere convincente sia nelle scene d’azione che in quelle più divertenti. E infine, come non citare il debutto su Amazing del nostro Marco Checchetto, che qui si trova a fare la “parte del leone”, dopo aver già dato ottima prova di sé su Il Giornalino, con storie tutte italiane del Ragno. A quanto pare, queste gli sono valse la promozione sulla collana principale d’oltreoceano, perdipiù in un importante ciclo come American Son.

Chiude l’albo una toccante storia scritta da Brian Reed, dedicata alla supereroina Jackpot: una ragazza triste e sfortunata, che ha pagato a caro prezzo la sua incoscienza. In queste pagine la sua triste parabola si conclude definitivamente, in quello che potremmo definire un “metafisico canto del cigno”… ma già sappiamo che prima o poi qualcun’ altra prenderà il suo posto, visto che è in arrivo una miniserie tutta dedicata a lei.

 


VOTO 8

 

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