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Kriminal vol. 6 – Recensione Mondadori Comics

Sergio L. Duma 25/05/2014

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Continua la riproposta di un classico indiscusso del fumetto italiano: Kriminal del magico duo Magnus & Bunker! Non perdete questo sesto volume della collana Mondadori Comics consigliata a tutti gli estimatori del thriller e del noir!

Kriminal vol. 6

kriminal 6 cover

Autori: Max Bunker (testi), Magnus (disegni)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Thriller
Provenienza: Italia
Prezzo: € 14,99, pp. 744, b/n
Data di pubblicazione: maggio 2014

Tra i meriti della Mondadori Comics c’è quello di aver riproposto alcuni classici del fumetto italiano. È il caso, per esempio, di Ken Parker di Berardi e Milazzo e dei fumetti realizzati da Luciano Secchi, alias Max Bunker, e dal compianto Magnus. Mi riferisco ad Alan Ford, naturalmente; o a Satanik che scandalizzò i benpensanti. E non poteva mancare l’altro grande eroe ‘nero’ creato dal duo, vale a dire l’inquietante Kriminal. Questi due ultimi personaggi, al pari del Diabolik delle sorelle Giussani, simboleggiarono lo spirito irripetibile di un’epoca. Erano perfidi, sadici, e sceglievano consapevolmente la strada del crimine e nei loro fumetti di solito il male vinceva a scapito del bene.

Gli intenti di Secchi erano provocatori. L’autore si era reso conto che gli anni sessanta stavano causando cambiamenti nella società italiana, dando vita a nuovi costumi, sia esistenziali che sessuali, e il culmine di tale processo si sarebbe avuto con i fermenti sessantottini. Con il pretesto di storie noir, quindi, Secchi prese di mira l’ipocrisia di una parte della società italiana che, dietro l’apparente patina di irreprensibilità, nascondeva le più abbiette devianze. Benché le vicende di Kriminal e di Satanik siano in genere ambientate nei paesi anglosassoni, c’erano riferimenti alla realtà italiana. Dal punto di vista narrativo, inoltre, Secchi optò per uno stile di scrittura scevro di retorica e anti-convenzionale, non esente da toni sarcastici e ironici.

I testi di Secchi e i disegni di Magnus conquistarono dunque i lettori e Kriminal, al di là di alcuni aspetti, regge il passare del tempo, al pari di Satanik, tanto che persino Grant Morrison nel suo Supergods li cita con ammirazione. Questo sesto volume propone i nn. 52,53, 55, 57, 58 e 60 della testata, usciti originariamente nel 1966 e Secchi, pur legato a stilemi hard-boiled, non rinuncia ai toni grotteschi presenti in Alan Ford. Kriminal, come di consueto, è impegnato a compiere le sue missioni criminose ma Secchi, partendo da un semplice pretesto, delinea trame complesse e articolate che si dipanano in più di un episodio.

Tutto inizia con Kriminal che viene a conoscenza, per una serie di circostanze, dell’esistenza di un’associazione di uomini facoltosi denominata Club 115. Secchi si diverte a citare il ‘Satyricon’ e concepisce un’avventura avvincente, ricca di intrighi, complotti e colpi di scena. Ma è solo il principio e il nostro criminale preferito vivrà vicende pericolose in vari luoghi. Uno dei motivi dominanti di questi albi è la presenza femminile. Come nel caso di Satanik, le donne di Secchi sono sexy, disinibite (diciamo pure puttane), infide e in certi casi psicolabili. È evidente nella storia ambientata in un collegio che sembra uscito da un romanzo gotico o da un filmetto soft-core, con le collegiali e la direttrice coinvolte in un giro di prostituzione.

Ed è altresì evidente in personaggi amati dai fan come la splendida e pericolosa Patty Gaylord, la volubile Lola Hudson, la folle Gloria ed altre stupende femme fatales, tutte a loro modo innamorate di Kriminal e tutte, nello stesso tempo, ansiose di vendicarsi a causa del suo comportamento scostante. Del resto, l’intrigante anti-eroe non ha sentimenti, è misogino, considera le donne meri strumenti di piacere. Se a volte, come succede in questo volume, sembra provare una parvenza di sensibilità, si reprime immediatamente e ciò fa di lui un individuo sconcertante.

Il ritmo della narrazione è veloce e adrenalinico, di sorprendente modernità, e cattura l’attenzione del lettore. I disegni del grande Magnus sono validi ma bisogna specificare che non avrete a che fare con il tratto dettagliato e prezioso delle opere della maturità (come Lo Sconosciuto, giusto per citarne una). Gli sfondi nelle vignette sono quasi sempre assenti e in numerose occasioni Magnus si limita a delineare le silhouette dei personaggi ricoprendole di inchiostro. Questa scelta espressiva fu più che altro una necessità, poiché il disegnatore era oberato di lavoro e ciò gli consentì una maggiore velocità di esecuzione. Tutto sommato, però, la soluzione è adatta all’allure dark della serie e bisogna precisare che le sue donnine sono ammalianti e costituiscono, dal punto di vista visivo, una gioia per gli occhi. In ogni caso, Kriminal rimane un classico e tanto basti.

Voto: 8

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