New X-Men by Grant Morrison – Recensione Marvel Omnibus Panini Comics

Pubblicato il 22 Maggio 2014 alle 10:30

Arriva l’edizione Omnibus di una delle opere più controverse e innovative della Marvel: la run degli X-Men realizzata dal trasgressivo Grant Morrison! Cosa succede agli homo superior quando finiscono nelle mani del folle autore di Invisibles? Scopritelo in questo mastodontico volume!

Marvel Omnibus – New X-Men by Grant Morrison

xmen omnibus morrisonAutori: Grant Morrison (testi), Frank Quitely, Igor Kordey, Tom Derenick, John Paul Leon, Phil Jimenez, Keron Grant, Chris Bachalo, Mark Silvestri, Leinil Francis Yu (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 79,00, 18,3 x 27,7, pp. 1120, col.
Data di pubblicazione: maggio 2014

Quando Joe Quesada divenne editor in chief della Marvel cercò di rinnovare il parco testate della casa editrice, creando nuove serie, eliminando il famigerato codice censorio che aveva represso la creatività dei cartoonist più trasgressivi e ricorrendo ad autori che non avevano mai o quasi mai lavorato con l’etichetta di Spider-Man e compagnia. Quesada mise sotto contratto diversi professionisti messisi in luce in ambito Vertigo e tra essi Grant Morrison. Il geniaccio di Glasgow in realtà aveva già realizzato anni prima una miniserie, Skrull Kill Crew, imperniata sugli alieni mutaforma del Marvel Universe, ma di fatto il suo contributo al mondo creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko era stato pressoché nullo. Quesada quindi lo contattò, approfittando del fatto che in quel periodo Grant era in rotta con la DC, e nel giro di poco tempo annunciò ai fan che lo scrittore di Animal Man, The Invisibles e altri capolavori era pronto a lavorare per la Casa delle Idee.

Il comicdom fu scosso da un brivido e molti si chiesero cosa mai avrebbe potuto fare uno sceneggiatore controverso come Grant con i supereroi Marvel. Dopo la miniserie Marvel Boy che introdusse l’aggressivo Noh-Varr e che funse da riscaldamento per lui, giunse la notizia bomba: Morrison avrebbe scritto le storie degli X-Men, in pratica gli eroi di punta della casa editrice, e nello specifico del mensile X-Men che per l’occasione fu ribattezzato New X-Men. E l’aggettivo New fu calzante perché nel giro di pochi episodi Morrison stravolse le atmosfere tipiche delle storie mutanti, suscitando un putiferio. Alcuni lettori furono entusiasti della direzione narrativa voluta da Grant; altri si infuriarono. Ma l’obiettivo di Quesada fu raggiunto: gli X-Men dovevano tornare sotto la luce dei riflettori, far discutere e risultare imprevedibili.

Le serie mutanti, infatti, erano diventate cervellotiche e complicate e, malgrado il successo delle pellicole cinematografiche, i loro comic-book erano ormai rivolti ai lettori storici e non ne attiravano di nuovi. Per giunta, malgrado l’ottimo lavoro di tanti autori, le vicende erano ripetitive e più o meno ruotavano sempre intorno alle idee del sopraffino Chris Claremont. Idee valide, intendiamoci, ma non più in linea con lo spirito del ventunesimo secolo. Tuttavia, sebbene molti ritengano la run di Morrison estranea alla tradizione degli X-Men claremontiani, l’autore cercò di collegarsi, almeno idealmente, a Claremont. Nei primi anni ottanta, infatti, Chris, coadiuvato da Byrne, creò storie impensabili per gli standard dell’epoca (basti pensare alla famosa saga della Fenice Nera), sconvolgendo tutti. Morrison, quindi, tentò di fare qualcosa di simile. E il risultato fu spiazzante.

In questo mastodontico Omnibus pubblicato da Panini Comics potrete godervi la run di Morrison nella sua interezza, quella che va dal n. 114 al n. 154 di New X-Men con in più il primo annual della testata. Morrison si concentra su pochi personaggi: Ciclope, Jean Grey, la Bestia (che ha subito un’ulteriore mutazione), Emma Frost, Wolverine e naturalmente il Professor Xavier. Non mancheranno altri personaggi e, anzi, Grant creerà i suoi mutanti (folli e schizzati come è lecito aspettarsi da lui), trasformando lo Xavier Institute in una vera e propria scuola popolata da centinaia di adolescenti problematici e indisciplinati. Introduce subito l’inquietante Cassandra Nova, villain ricorrente della sua gestione. Ufficialmente è la sorella gemella di Xavier e ha pessime intenzioni nei confronti dei mutanti. Ma ho scritto ‘ufficialmente’ perché, man mano che la run procede, ci saranno dettagli allucinanti che metteranno la donna in una nuova luce. Tanto per iniziare, Cassandra distrugge Genosha e colpisce Magneto (e il signore del magnetismo avrà un ruolo cruciale nella parte finale della gestione Morrison).

Dal canto suo, Grant elimina un assunto fondamentale della serie: il genere mutante visto come minoranza oppressa. Xavier, infatti, scopre che i mutanti stanno aumentando e nel giro di pochi anni supereranno numericamente gli homo sapiens. Di conseguenza, sebbene l’isteria anti-mutante esista ancora, molti homo superior non si nascondono più. Anzi, sfoggiano la loro diversità in maniera provocatoria, come membri di una sottocultura punk. Sono arroganti, strafottenti, sessualmente disinibiti, creano musica mutante, moda mutante, tendenze mutanti. Personaggi come le Naiadi di Stepford, il ribelle Quentin Quire che cercherà di creare un movimento pro-Magneto, l’infido John Sublime, la rissosa Angel e altri character rappresentano proprio l’atteggiamento dei nuovi mutanti nati dall’ottica di Grant. Le storie hanno toni supereroici filtrati dalla fantascienza britannica new wave, alla Ballard, tanto per capirci, con suggestioni legate alla musica indie (un episodio è un chiaro omaggio alla punk band X-Ray Spex, per esempio).

Gli eventi si susseguono con velocità incredibile: la lotta contro Cassandra Nova è il preludio alla venuta degli Shi’ar che, a suo volta, creerà i presupposti per una nuova saga della Fenice Nera (evidente richiamo alle storiche trame di Claremont). I rapporti tra Scott Summers e Jean Grey si deterioreranno, con Emma Frost a fare da terzo incomodo. Non manca la visionarietà morrisoniana, specialmente nell’episodio del Silent Month ambientato nella psiche di Xavier, in cui verranno alla luce i traumi mai del tutto superati di uno dei mutanti più potenti del mondo. Da tenere d’occhio il misterioso Xorn che sarà fondamentale nella sequenza basata su un folle e tossicomane Magneto. Così come non bisogna trascurare gli ultimi episodi, situati in un futuro apocalittico, che costituiscono l’addio di Grant, in aperto contrasto con il boss Bill Jemas.

Ci sarebbe altro da evidenziare. Ad esempio, l’esordio del curioso Fantomex, ispirato al Diabolik delle sorelle Giussani; quello di Becco, forse uno dei mutanti più sfigati della storia dei comics; la nascita della X-Corporation; l’episodio nel Club Infernale in cui Grant analizza in maniera magistrale il rapporto complicato e un po’ perverso che lega Scott Summers alla moglie Jean. Tutto è narrato con testi allucinati e dialoghi sarcastici e irriverenti, ricchi di citazioni e rimandi. Ma anche la parte grafica non è da trascurare. Parecchi episodi sono illustrati dal bravissimo Frank Quitely che crea versioni aggressive degli Uomini X inguainati in tute aderenti di spiccato gusto fetish; ma non mancano contributi di Igor Kordey, più contorto e grezzo ma suggestivo; o dell’elegante Phil Jimenez. Stupendi sono poi i numeri disegnati da Chris Bachalo e non bisogna ignorare i capitoli finali firmati da un celebre penciler degli X-Men, quel Mark Silvestri che aveva realizzato insieme a Chris tanti ottimi albi del passato. Insomma, questo Omnibus è imperdibile e, indipendentemente dal giudizio che si può dare sull’operato di Morrison, rappresenta senza ombra di dubbio l’unico, vero, serio tentativo di innovazione marvelliana degli ultimi anni.

Voto: 8 ½

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