Spider-Man 2099 – Giuramento di Sangue – Supereroi Il Mito n. 26: Recensione

Pubblicato il 20 Maggio 2014 alle 11:30

Chi è l’Uomo Ragno del 2099? La risposta ce la forniranno Peter David e Rick Leonardi nei primi episodi di una delle serie di punta della divisione Marvel 2099, inclusi in un nuovo volume della collana Supereroi Il Mito!

Supereroi Il Mito n. 26 – Spider-Man 2099 – Giuramento di Sangue

supereroi mito 26Autori: Peter David (testi), Rick Leonardi, Kelley Jones (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, pp. 240, col.
Data di pubblicazione: maggio 2014

Quando Tom De Falco era editor in chief alla Marvel decise di inondare il mercato di mensili a un ritmo elevato per gli standard della Casa delle Idee. E tra le tante iniziative da lui varate ci fu quella della divisione editoriale 2099. Secondo le sue intenzioni, si poteva sfruttare la voga della narrativa cyberpunk per creare serie ambientate in una versione futuribile del Marvel Universe. L’anno scelto fu il 2099 e, almeno in principio, si fece credere che si trattasse del futuro ufficiale dell’universo a suo tempo creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko. Per un paio d’anni le cose funzionarono ma poi l’interesse del pubblico diminuì, l’intera divisione editoriale fu chiusa, i vari character apparvero di tanto in tanto nei comic-book marvelliani e il 2099 divenne una delle tante realtà alternative del Multiverso.

I personaggi dovevano essere riconducibili a concetti già noti dai fan e perciò fu logico vedere versioni cyber dell’Uomo Ragno, degli X-Men e così via. E Spider-Man 2099 fu il mensile che inaugurò l’iniziativa, atteso dai lettori perché firmato da Peter David, all’epoca osannato sceneggiatore di Incredible Hulk. Lo scrittore non fece una mossa risaputa. Il suo Uomo Ragno del 2099, infatti, non è un discendente di Peter Parker, come molti ipotizzavano. Il suo nome è Miguel O’ Hara, scienziato che lavora per l’Alchemax, multinazionale gestita dal perfido Tyler Stone, il villain ricorrente della serie, e coinvolta in una serie di intrighi e macchinazioni.

Per un evento fortuito, Miguel acquisisce poteri ragneschi, decide di indossare un costume e di farsi chiamare Uomo Ragno. Tutto ciò però avviene in un periodo in cui l’opinione pubblica non è consapevole del fatto che in passato sono esistiti i supereroi e solo un personaggio, per il momento misterioso, ricorda l’originale Arrampicamuri. L’unico elemento collegato all’era supereroica è rappresentato dal culto dei Thoriani, individui che adorano il Dio del Tuono Thor. In questo volume della collana Supereroi Il Mito Panini Comics ripropone i primi dieci episodi della serie. Miguel si troverà quindi a dover affrontare, suo malgrado, l’Alchemax e non mancheranno versioni futuribili di criminali come l’Avvoltoio, per esempio, o altri completamente nuovi come lo Specialista.

Tuttavia, benché celebrata da alcuni, Spider-Man 2099 non può, a mio avviso, essere considerata una delle migliori opere di David. Le trame sono risapute e i dialoghi convenzionali, persino quando Peter cerca di utilizzare la sua proverbiale ironia. Inoltre, al di là delle intenzioni, il comic-book non è realmente cyberpunk. Siamo più nell’ambito della fantascienza tradizionale e l’aggressività eversiva di autori come William Gibson e Bruce Sterling è assente. Ciò vale per tutte le collane 2099, ad eccezione della run che Warren Ellis firmò per Doom 2099 e per Ghost Rider 2099 di Len Kaminski. In poche parole, dal punto di vista delle trame, abbiamo a che fare con un prodotto mediocre.

Le cose vanno invece meglio sul versante dei disegni. Il penciler regolare della serie, Rick Leonardi, per giunta coadiuvato alle chine dal grande Al Williamson, realizza una bella versione del ragno futuribile con il suo tratto contorto, volutamente sgraziato ma espressivo; e il paesaggio urbano e architettonico della New York del 2099 è concepito con innegabile maestria. Uno degli episodi è poi illustrato dall’oscuro e suggestivo Kelley Jones. In definitiva, Spider-Man 2099 è più che altro un fumetto bello da vedere ma non da leggere e, con il senno di poi, non lasciò il segno né nel contesto Marvel né in quello del mercato americano in generale.

Voto: 5

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