Clone, la recensione del volume saldaPress
Pubblicato il 2 Maggio 2014 alle 12:28
In breve una storia: sui cloni. In versione estesa: un action thriller fantapolitico e fantascientifico (ma poi nemmeno tanto “fanta”) con al centro la controversa questione delle cellule staminali. E ovviamente dozzine e dozzine di tizi identici! Le premesse ci sono tutte…
Clone
Autori: David Schulner, Juan Jose Ryp
Casa Editrice: SaldaPress
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo:
Data di Pubblicazione: maggio 2014
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Questa serie è stata annunciata con tripudio, attesa con trepidazione e presentata in pompa magna allo scorso Napoli Comicon. E lasciatemi dire che questa attenzione la merita tutta. Il punto di partenza è semplice ma non scontato: Luke, felicemente sposato e in attesa di un figlio viene raggiunto nella sua cucina da un tizio identico a lui e ferito a morite, che gli rivela che entrambi appartengono ad un gruppo estremamente nutrito di cloni ricavati da un unico essere umano, e che proprio uno di “loro” sta procedendo ad ucciderli uno ad uno. E Luke è ovviamente il prossimo. Da questo momento in poi il protagonista sarà catapultato in una rocambolesca guerra segreta fra i suoi “fratelli” e il governo che, dopo averli creati, vuole eliminarli tutti.
Sullo sfondo, e parallelamente intrecciato, un complesso intrigo politico con al centro il vicepresidente degli stati uniti, incentrato sul destino della legge sulle cellule staminali (e sui relativi usi potenziali, come la clonazione di massa ad esempio).
Con ritmo e abile storytelling Schulner traccia in questi primi cinque capitoli le premesse di una saga piuttosto ricca e complessa, che ruota coraggiosamente attorno ad uno dei temi più attuali del discorso pubblico degli ultimi anni. E lo fa non solo con tanta azione e scene adrenaliniche, ma anche con gli elementi credibili e ben studiati del thriller politico, utilizzando con abilità entrambi i generi, dosandone con una certa maestria gli ingredienti, intrecciandoli tra loro in una trama piuttosto articolata, e disegnando caratteri ben definiti e psicologicamente ricchi.
Aiutano moltissimo le matite di Jose Ryp. Accurate e dinamiche, caricano le tavole di particolari solidi e concreti, restituendo inquadrature nitide e dinamiche (grazie anche al buon uso dello storytelling) dal sapore fortemente cinematografico. Da notare quanto l’accuratezza e la ricchezza del tratto caratterizzi in maniera precisa i diversi personaggi, soprattutto nei volti, rendendoli tutti estremamente riconoscibili.
Insomma il primo volume di Clone non è affatto male: come scrivevo all’inizio ci sono tutte le premesse per una buona serie. C’è solo da augurarsi che i prossimi numeri siano all’altezza.