The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro – Recensione in anteprima
Pubblicato il 22 Aprile 2014 alle 18:00
Peter Parker continua a pattugliare le strade di New York nei panni di Spider-Man mentre nuove minacce e dilemmi personali si profilano all’orizzonte. Mentre continua ad indagare sulla misteriosa sorte dei suoi genitori, il ragazzo conduce una travagliata relazione sentimentale con Gwen Stacy temendo di esporla al pericolo. Nel frattempo, Harry Osborn, amico d’infanzia di Peter nonché figlio di Norman, CEO della OsCorp, torna a New York per prendere il controllo della corporazione e la città viene minacciata da Electro, un nuovo pericoloso supercriminale.
The Amazing Spider-Man 2
Titolo originale: The Amazing Spider-Man 2 – The Rise of Electro
Genere: Supereroi, fantascienza
Regia: Marc Webb
Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan, Paul Giamatti, Sally Field
Provenienza: USA
Durata: 142 min.
Casa di produzione: Marvel Enterprises, Avi Arad Productions, Columbia Pictures, Matt Tolmach Productions
Distribuzione (Italia): Warner Bros. Entertainment Italia
Data di uscita: 23 aprile 2014 (Italia), 2 maggio 2014 (USA)
A due anni di distanza dal successo planetario di The Amazing Spider-Man, che ha rilanciato il mito cinematografico dell’Arrampicamuri Marvel, arriva nelle sale il secondo episodio di quella che è stata annunciata come una quadrilogia affiancata da due spin-off dedicati ai villain della saga. Alla regia torna Marc Webb mentre James Vanderbilt, co-sceneggiatore del capostipite, si ripresenta solo in veste di co-soggettista. Allo script troviamo stavolta Roberto Orci, Alex Kurtzman e Jeff Pinkner, che si sono fatti le ossa come collaboratori di J.J. Abrams.
Il capitolo precedente lasciava un tantino a desiderare sotto il punto di vista tecnico a causa dell’inesperienza di Webb con gli effetti visivi e il genere action ma si rivelava soddisfacente nella rilettura dei personaggi e nello sviluppo delle tematiche trattate. La storia riparte da dove l’avevamo lasciata, con Spider-Man, supereroe con superproblemi per eccellenza, che si barcamena tra la lotta ai criminali di New York e una vita privata sempre troppo complicata.
Andrew Garfield evolve il suo Peter Parker, le cui spiritosaggini, perfettamente in linea con quelle del fumetto, celano i tormenti interiori del personaggio. I tempi comici dell’attore sono perfetti, in sintonia con la mimica corporea, e si esibisce in una serie di gag e dialoghi spassosi con Sally Field, di nuovo nel ruolo di una dolce e malinconica zia May, e con la bellissima Emma Stone, una sempre grintosa Gwen Stacy.
La relazione tra Peter e Gwen costituisce il motore emotivo del film e i fans del fumetto resteranno soddisfatti del risvolto finale che porta perfettamente a compimento l’arco narrativo della coppia e mostra Spider-Man come l’eroe fallibile che è. Neanche i suoi poteri gli permettono di fermare il tempo e di salvare tutti, come suggerisce l’efficace metafora che sostiene lo scontro finale. A segnare un punto di svolta per Peter c’è anche il segreto della scomparsa dei suoi genitori, uno dei momenti più toccanti della pellicola.
Cardine dell’intreccio fantascientifico, che accomuna Spider-Man con i supercriminali della saga, resta la OsCorp. Norman Osborn, malato, lascia la guida della corporazione al giovanissimo e arrogante figlio Harry, interpretato da Dane DeHaan, già visto nel mockumentary supereroistico Chronicle. Affetto dallo stesso male del padre, Harry entra in conflitto con Spider-Man e finirà per diventare Green Goblin, il suo più acerrimo nemico. Suggestiva la sequenza in cui vediamo Peter e Harry, uno accanto all’altro, guardare un filmato con i rispettivi padri al lavoro insieme.
Anche questo sequel, dunque, sembra avere tutti gli elementi al posto giusto per offrire una buona storia oltre al consueto spettacolo visivo, se non fosse per la componente più ingombrante ed inutile che va a zavorrare l’intero prodotto, ossia Electro, un villain che si prende ingiustamente gli onori del titolo del film, il ruolo di antagonista principale dell’eroe, eppure è completamente avulso dalla trama principale.
Si ha la sensazione che i produttori non abbiano voluto puntare i riflettori su Green Goblin, poiché il pubblico lo aveva già visto nella trilogia di Sam Raimi, puntando su un nuovo villain e su un attore di primo piano. Reduce dai fasti di Django Unchained, Jamie Foxx interpreta Max Dillon, un elettrotecnico eccessivamente macchiettistico nella caratterizzazione che assumerà i suoi poteri in seguito ad uno sfortunato incidente, come capita a buona parte dei supereroi e dei supercriminali Marvel.
Ad indebolire il personaggio è la vacuità delle sue motivazioni. Si tratta sostanzialmente di un nerd deluso dal suo supereroe, una riflessione sul rapporto con la celebrità che risulterebbe anche interessante se il personaggio non fosse spinto a forza nella storia. A un certo punto, per continuare a tenerlo in primo piano, diviene una sorta di galoppino di Green Goblin attraverso un forzoso espediente narrativo.
I combattimenti tra Spider-Man ed Electro sono spettacolari, denotano un gran numero di idee e un miglioramento nello sguardo registico e nella qualità degli effetti visivi rispetto al primo episodio. Dopo aver composto le musiche per il Batman di Christopher Nolan (chiara fonte d’ispirazione per questo reboot cinematografico di Spider-Man) e per il nuovo Superman di Zack Snyder, Hans Zimmer viene qui chiamato ad irrobustire il tema originale di James Horner riuscendo ad enfatizzare i momenti più epici della narrazione.
Tutta la parte finale del film è bellissima, in particolare l’epilogo che punta sulla forza ispiratrice del supereroe. Paul Giamatti ha un cameo nel ruolo di Rhino mentre la bellissima Felicity Jones è Felicia Hardy, assistente di Harry, destinata a diventare la Gatta Nera. Il Daily Bugle resta ancora sullo sfondo. Stavolta niente scene durante i titoli di coda ma il cliffhanger per il prosieguo è comunque potente.
Epica, dramma, tragedia. Uno Spider-Man scatenato e divertente, action che si alterna con equilibrio alle dinamiche più intimiste, nemici che spuntano dappertutto e una storia d’amore sofferta. Una trasposizione fedele nei contenuti e nello spirito al fumetto originale ma pesantemente minata da quell’Electro totalmente fuori posto, un personaggio fragilissimo che rende un pessimo servizio al film, gli viene concesso troppo spazio e rischia di distogliere il pubblico da quella che è la parte più genuina della narrazione, ovvero un avvincente percorso di transizione di un supereroe umanissimo attanagliato dai sensi di colpa e dall’ombra del passato.