Marshall Law n. 3, la recensione
Pubblicato il 19 Aprile 2014 alle 15:24
Si conclude la pubblicazione cronologica di Marshall Law con il terzo volume dedicato all’uccisore di eroi creato dagli irriverenti Pat Mills e Kevin O’Neill! Non perdetevi una delle opere fondamentali del revisionismo supereroico americano!
Marshall Law n. 3
Autori: Pat Mills (testi), Kevin O’Neill (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,6, pp. 132, col.
Data di pubblicazione: marzo 2014
Secondo alcuni autori, l’idea del supereroe è intrigante ma sostanzialmente falsa. Il giustiziere senza macchia e senza paura animato da nobili principi risponde appunto a un ideale ma al di fuori dell’affascinante universo della fiction non è credibile. Se i supereroi esistessero realmente sarebbero probabilmente motivati da impulsi egoistici e nel migliore dei casi agirebbero per ottenere il plauso delle masse. Nel peggiore, si comporterebbero in maniera discutibile, quando non criminosa. Ciò che fece Alan Moore con Miracleman prima e con Watchmen poi rappresenta forse la descrizione più plausibile del supereroe.
Queste due opere diedero il via al cosiddetto Revisionismo Americano degli anni ottanta e, sulla scia di Moore, Frank Miller e altri, le case editrici pubblicarono fumetti imperniati su supereroi e vigilanti spesso peggiori dei criminali che combattevano. A questo genere di storie appartiene Marshall Law. La serie fu creata da un altro trasgressivo autore britannico, Pat Mills, messosi in luce in patria con opere del calibro di Nemesis The Warlock e Slaine. Mills concepì un assassino di supereroi, Marshall Law, appunto; un agente che nell’universo distopico di una San Francisco denominata San Futuro interveniva quando i supereroi si rendevano responsabili di azioni discutibili. In pratica, sempre.
Originariamente pubblicato dalla Epic, defunta divisione editoriale adulta della Marvel, poi da altre etichette, è ora nel catalogo DC e RW-Lion ha deciso di stampare tutto il materiale finora realizzato. Come spiega lo stesso Mills nell’introduzione di questo terzo e ultimo volume, lui non odia i supereroi in sé. Detesta gli eroi del mondo reale (sportivi, cantanti, attori) spesso diversi da come appaiono e coinvolti negli scandali. E disprezza il sistema mediatico che costruisce a tavolino falsi miti che nei momenti cruciali si rivelano per ciò che in effetti sono: una menzogna. Usò quindi Marshall Law e le figure archetipiche del supereroe come pretesti per mettere alla berlina la società contemporanea.
E la satira si percepisce ma Marshall Law è anche un terribile attacco ai comic-book, all’intero mercato fumettistico americano e alle major Marvel e DC con i loro diktat, le loro censure e la loro voglia di guadagnare a tutti i costi a scapito dei lettori. Del resto, Marshall Law fu criticato in America da molti addetti ai lavori che mal sopportarono gli eccessi di Mills. Questo volume include uno special intitolato Marshall Law: Super Babylon e la miniserie Marshall Law: Secret Tribunal e si potranno comprendere i motivi dell’astio suscitato dall’autore, considerando che non si perita di distruggere autentiche icone dell’immaginario statunitense.
Nel tp precedente, la donna amata da Marshall Law è stata uccisa. Ma per una serie di circostanze è ora tornata in vita in versione zombi e insieme a lei ci sono pure i defunti componenti della Jesus Society of America. Costoro non hanno simpatia per Marshall e le cose non saranno facili per lui. Indipendentemente dal plot, comunque ben congegnato, Mills si diverte a sfottere senza pietà gli eroi della Golden Age e le convenzioni narrative degli albi di quel periodo. Fa ovvi riferimenti agli storici componenti della JSA di casa DC e la satira è al vetriolo ma Mills denuncia anche la corruzione delle multinazionali e delle grandi corporation, disposte a tutto pur di ottenere profitto.
Mills va poi oltre con Marshall Law: Secret Tribunal. Gli eroi che vi appaiono richiamano importanti character Marvel e DC e in un colpo solo Mills prende di mira la Justice League, la Legione dei Supereroi e gli X-Men. Secondo la sua ottica, i supereroi sono aggressivi, schizofrenici, violenti, perversi. Alcuni considerano le donne strumenti di piacere e cercano di stuprarle. Altri sono in segreto travestiti. E le eroine hanno un istinto da prostituta. Non c’è dunque ombra di idealismo nell’universo impazzito di Marshall Law ed è come se Mills avesse fatto sue le teorie di Wertham, condividendole in pieno. Non mancano riferimenti al maccartismo, al clima di paranoia e di censura che portò alla nascita del famigerato Comics Code e la condanna dei fumetti americani è impietosa. Leggendo Marshall Law si rimane coinvolti e sovente si ride. Ma la risata è amara e il concetto è sempre lo stesso: gli eroi non esistono. E quelli che vengono considerati tali fanno schifo.
All’acre aggressività dei testi si accompagna quella dei disegni di Kevin O’Neill. Il suo tratto è grezzo, distorto, volutamente sgradevole e forse qualcuno, a un primo impatto, potrebbe addirittura provare fastidio. Ma lo stile del penciler è appropriato per Marshall Law. L’impostazione caricaturale va di pari passo con influssi underground, stilemi indie e delle fanzine punk di area British e suggestioni pop e cartoon che rendono ogni tavola imprevedibile. Marshall Law è perciò un’opera importante e non banale e vale la pena prenderla in considerazione.