Supereroi Il Mito n. 21 – Fantastici Quattro – Traditi dalla Cosa: recensione
Pubblicato il 18 Aprile 2014 alle 11:30
Ritornano le storie classiche dei Fantastici Quattro realizzate da Stan Lee e Jack Kirby in un nuovo volume della collana Supereroi Il Mito! Riscoprite la magia della Marvel anni sessanta con una delle story-line più intriganti del fumetto americano!
Supereroi Il Mito n. 21
Fantastici Quattro – Traditi dalla Cosa
Autori: Stan Lee (testi), Jack Kirby (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: aprile 2014
Secondo una scuola di pensiero, Fantastic Four è la serie più importante della Marvel, se non altro perché il primo numero della collana, uscito nel novembre 1961, diede vita al Marvel Universe ideato da Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko e altri maestri. In effetti, è con le storie del Quartetto che tutto incominciò e bisogna ammettere che negli anni sessanta il comic-book dedicato a Reed, Johnny, Sue e Ben era di fatto il più venduto e acclamato, grazie ovviamente alle immaginifiche trame del Sorridente e ai disegni del Re.
Tuttavia, se si analizzano attentamente i primi trenta episodi o giù di lì di Fantastic Four è difficile provare entusiasmo e l’interesse che suscitano è storico. Vanno infatti ricordati più che altro per i personaggi che vi nacquero e per gli avvenimenti narrati: l’arrivo della razza aliena degli Skrull, il ritorno di un eroe della Golden Age come Sub-Mariner, l’esordio di un criminale leggendario come il Dottor Destino, l’apparizione dell’Osservatore e così via. Ma le storie non erano prive di difetti e i disegni di Kirby, compromessi dalle chine di Chic Stone e altri inchiostratori, non contribuirono certo a valorizzarle.
Le cose cambiarono dopo il n. 40. Kirby e Lee affidarono diverse serie Marvel ad altri cartoonist e poterono concentrarsi maggiormente sui Fantastici Quattro. E in quel periodo le trame presentarono continui colpi di scena, con una struttura da soap opera e una serie incredibile di nuove creazioni: per esempio, la Pantera Nera, primo eroe afroamericano dei comics; la razza misteriosa degli Inumani; Silver Surfer e il divoratore di mondi Galactus. Il mensile fu ricco di drammaticità e di pathos e i testi di Lee divennero lirici e intensi come non mai. Lo stile di Kirby, d’altro canto, fu impreziosito dalle chine di Joe Sinnott e il Re si sbizzarrì con tavole di notevole impatto visivo.
Questa uscita della collana Supereroi Il Mito propone una sequenza di quella che potremmo definire la fase della maturità di Fantastic Four e nello specifico i nn. 65-73 del comic-book originale. Bisogna puntualizzare che, trattandosi di materiale degli anni sessanta, può per certi versi risultare datato ma non per questo è poco valido. E coloro che non hanno avuto modo di leggere nulla della straordinaria stagione creativa del più importante mensile Marvel di sempre potranno colmare la lacuna. La situazione del Quartetto è comunque particolare: il gruppo ha sconfitto Galactus ma non si è ancora ripreso dallo shock. Per giunta, il Dottor Destino non ha rinunciato ai suoi piani di conquista e potrebbe attaccare Reed e soci in qualsiasi momento. Dal canto suo, Johnny vive una sofferta storia d’amore con l’inumana Crystal e il loro rapporto non è privo di ostacoli. La Cosa, invece, è tormentato dalla sua mostruosità.
È in tale contesto che il vulcanico Lee introduce i perfidi scienziati dell’Enclave in una sequenza che potrebbe essere reputata poco rilevante, se non fosse che vi si creano i presupposti per la nascita di un importante eroe cosmico del calibro di Warlock. E non mancano altri personaggi come l’inquietante Psycho-Man, il Pensatore Pazzo e il suo terribile androide. La Cosa gioca un ruolo importante nelle trame, specialmente nel celeberrimo episodio del suo tradimento, giustamente annoverato tra le migliori storie Marvel di tutti i tempi; e in quello in cui il burbero Ben si scontra con Silver Surfer.
I disegni di Kirby, a tanti anni di distanza, non hanno perso il loro fascino e lo story-telling cinetico e dinamico del Re è tuttora emozionante. È facile capirlo ragionando sulle vaste ambientazioni cosmiche e fantascientifiche delle vicende e sulla caratterizzazione dei personaggi. Insomma, questo volume è rivolto ai Marvel fan storici ma pure a coloro che apprezzano le attuali produzioni dai colori computerizzati che però non potrebbero esistere se non ci fosse stato il lavoro pionieristico di Stan Lee e Jack Kirby. Da provare.