The Seven Deadly Sins 1, la recensione del nuovo shonen Star Comics

Pubblicato il 4 Aprile 2014 alle 11:30

Quando nel regno Britannia i potenti Cavalieri Sacri tentano di impadronirsi del trono di suo padre, alla giovane principessa Elizabeth non resta che mettersi alla ricerca di 7 cavalieri/criminali banditi 10 anni prima… i Seven Deadly Sins!

The Seven Deadly Sins 1The Seven Deadly Sins vol. 1

Autore: Nakaba Suzuki (testi e disegni)

Casa Editrice: Star Comics

Genere: Shonen, Fantasy, Azione.

Provenienza: Giappone 2012 (7 vol. in corso)

Prezzo: 4,30 Euro, 11,5×17,5 cm, 195pp b/n

Data di Pubblicazione: 2 Aprile 2014

The Seven Deadly Sins (Nanatsu no Taizai) di Nakaba Suzuki arriva in un periodo avaro, almeno in Italia, di shonen da battaglia che possano affiancarsi ai soliti OnePiece e Naruto. Riuscirà a conquistarsi lo stesso seguito dei suoi “fratelli maggiori”?

La storia ha inizio con una bella ragazza che, insieme a un misterioso ragazzino dall’enorme forza, si mette alla ricerca de… le Sette Sfere del Drago! No, scusate. Quello che i due, che sono accompagnati da un buffo animale, devono trovare sono… i frammenti della pietra Rave! Neppure.

Piantandola con questa irresistibile gag, la trama vede Elizabeth cercare nel medievale regno di Britannia i leggendari criminali chiamati “Seven deadly sins” (Sette peccati capitali), i quali erano stati banditi per motivi misteriosi 10 anni prima. La ragazza ha intenzione di chiedere il loro aiuto per contrastare i Cavalieri Sacri, guerrieri dotati di magici ed enormi poteri che hanno appena portato a termine un colpo di stato: ad affiancarla nella ricerca sarà un misterioso e apparentemente giovane oste accompagnato da un maialino chiacchierone.

Come cercavo di far capire “simpaticamente” due paragrafi fa, l’originalità non è proprio il punto forte di questo manga. Però il ritmo e una storia che già nel primo volume mette sul piatto un certo numero di misteri ci sono, accompagnati da un paio di combattimenti adeguatamente spettacolari. E i cliché degli shonen, che hanno funzionato per generazioni, in definitiva funzionano anche qui, con situazioni e personaggi rodati.

Qualche dubbio può esserci nel modo in cui questi cliché vengono “distribuiti”. Mi spiego: Meliodas, il protagonista maschile, è al tempo stesso un personaggio incredibilmente forte, pervertito, con un’amnesia, con la testa tra le nuvole ma cool e con un harem di ragazze interessate a lui già alla fine del primo volume. Decisamente troppo. Come saranno caratterizzati gli altri che inevitabilmente si uniranno a lui ed Elizabeth nell’avventura? Un altro caso diciamo di accumulo si ha, almeno in italiano, nel modo in cui vengono presentati i Sette Peccati: ognuno ha ovviamente un “suo” peccato e in più un animale, come ad esempio “Diane serpent sin il peccato d’invidia dei seven deadly sins”. C’era davvero bisogno di così tanti attributi? L’effetto è un po’ quello di di Pdor figlio di Kmer della tribù degli Pstar.

seven deadly sins

Sul lato grafico i disegni sono ottimi, con uno stile che, almeno nei volti, ricorda molto quello di Akira Toriyama e che è al suo meglio nelle scene d’azione (chiare anche nei combattimenti più frenetici) e nel mostrare armi ed armature (molto importanti in un manga dal setting medievale).

The Seven Deadly Sins ha quindi quasi tutti gli elementi al posto giusto per essere amato anche nel nostro paese (in patria con 7 volumi ha venduto quasi 3 milioni di copie). Finito il primo numero la curiosità di scoprire cosa succederà dopo è forte, e chi ha voglia di un manga ricco di bei combattimenti a base di spade e arti magiche qui troverà quello che cerca. Se poi l’autore riuscirà a dare al manga una certa profondità grazie agli intrighi (anche politici) che già si sono messi in moto in questo numero, questo potrebbe davvero diventare una lettura da non perdere per tutti.

Voto 7,5

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