100 Bullets Presenta Lono n. 1, la recensione
Pubblicato il 2 Aprile 2014 alle 15:30
Torna uno dei personaggi più estremi di 100 Bullets, la leggendaria serie noir di Brian Azzarello ed Eduardo Risso: Lono! Ma Lono non era morto? Assolutamente no e ora scoprirete cosa combina in Messico nel primo volume di un’avvincente miniserie Vertigo!
100 Bullets Presenta Lono n. 1
Autori: Brian Azzarello (testi), Eduardo Risso (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Noir
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,6, pp. 100, col.
Data di pubblicazione: marzo 2014
Al pari di Sin City di Frank Miller, 100 Bullets è stato certamente il più importante e memorabile fumetto noir del panorama americano nonché l’opera che ha rivelato il talento dello sceneggiatore Brian Azzarello e del disegnatore Eduardo Risso. I due in verità avevano già collaborato nella miniserie Johnny Double, ma furono le complesse e avvincenti vicissitudini dell’Agente Graves, di Shepherd e dei numerosi personaggi implicati nelle macchinazioni dei Minutemen a conquistare i lettori. Come sanno coloro che hanno avuto modo di seguire 100 Bullets, la serie si concludeva con il centesimo episodio in maniera dirompente e drammatica.
I personaggi di quella saga erano parecchi e ognuno di essi dotato di notevole carisma. Ma il più controverso era sicuramente il terribile Lono, psicopatico violento che nel corso della story-line si rendeva colpevole di gesti estremi. Completamente privo di scrupoli, Lono era un killer pronto ad eseguire qualsiasi tipo di esecuzione ma nello stesso tempo era spinto da motivazioni personali non sempre in linea con quelle di Graves. Inoltre, malgrado l’instabilità emotiva, Lono non era stupido; anzi, la sua intelligenza lo rendeva particolarmente pericoloso. Tuttavia, nel finale di 100 Bullets risultava tra le vittime della violenta guerra iniziata dalle famiglie mafiose del Trust che controllavano ogni settore della società americana.
Ma è solo apparenza. Azzarello e Risso, infatti, hanno deciso di occuparsi nuovamente dell’universo narrativo di una delle migliori serie Vertigo di tutti i tempi, con una miniserie incentrata proprio su Lono. E specifico che la storia è successiva agli eventi di 100 Bullets. Lono quindi è ancora vivo e gli autori spiegheranno in che modo è riuscito a salvarsi. Si è trasferito in Messico e stavolta, a quanto pare, ha deciso di chiudere con il passato. In effetti, in questa miniserie Lono è sì violento ma Azzarello presenta un aspetto relativamente più tranquillo e introspettivo della sua personalità. A modo suo, Lono cerca di non farsi dominare dagli istinti sanguinari, perlomeno nelle circostanze che glielo consentono.
Ma, come è facile intuire, l’orrore e il crimine seguono Lono. Si è rifugiato in un orfanotrofio, gestito da un prete idealista, padre Manny. Ma la città in cui è finito è tormentata da una gang impegnata in una guerra senza quartiere contro Las Torres Gemelas, due fratelli che si occupano del traffico di droga. Può Lono evitare di rimanere implicato? No, e la situazione si farà sempre più preoccupante. Se ad essa si aggiungono una suora che non corrisponde agli stereotipi e forse non è davvero ciò che afferma di essere e una serie agghiacciante di omicidi, si capirà che l’esistenza di Lono diverrà un incubo.
Azzarello, come di consueto, scrive un ottimo noir, con dialoghi secchi e incisivi degni della migliore tradizione hard-boiled. Non mancano sangue, mutilazioni, torture, teste mozzate, neonati conservati nella formaldeide e la violenza è esplicita. Sono inoltre ricorrenti i riferimenti religiosi, con l’insistenza nei confronti di concetti come la colpa, il peccato e la punizione divina. Dal canto suo, Eduardo Risso si dimostra ovviamente bravissimo. Usa la stessa costruzione della tavola che già aveva valorizzato 100 Bullets, con il taglio cinematografico delle vignette e gli azzeccati giochi d’ombra, peraltro resi efficaci dai colori di Patricia Mulvihill. In poche parole, parliamo quindi del team storico di 100 Bullets che non ha perso colpi e ha mantenuto alto il livello della propria creatività. E l’opera è indiscutibilmente di elevata qualità. Lono è vivo, dunque. Lono è tornato. Non ignoratelo.