Fino all’ultima mezz’ora. La recensione della graphic novel di Matteo Manera
Pubblicato il 7 Aprile 2014 alle 11:30
Pubblicato dalla Eris Edizioni, ecco “Fino all’ultima mezz’ora”, esordio sorprendente, brillante, malinconico ed innocente di Matteo Manera, giovane autore qui alle prese con la sua prima graphic novel.
Fino all’ultima mezz’ora
Autori: Matteo Manera (testi & disegni)
Casa editrice: Eris Edizioni, Collana Kina
Genere : Autobiografia, esistenziale
Provenienza: Italia
Prezzo: € 16, 16,5×24 cm, pp 160, bianco e nero, brossurato
Data di pubblicazione: Febbraio 2014
Chi è Matteo Manera? Questa è la prima domanda che vi colpirà, forte come un pugno nello stomaco, appena vi accosterete al volume. Sfogliando le pagine de “Fino all’ultima mezz’ora” non si può non rimanere colpiti dallo strano tratto utilizzato dall’autore, per non parlare dei dialoghi, completamente assenti a favore di un unico lungo racconto autobiografico che tanto somiglia ad una sorta di autoanalisi. La seconda domanda che vi assalirà è “come è possibile che una casa editrice abbia deciso di pubblicare un volume così particolare?”
Ebbene, ancora una volta la Eris Edizioni ha avuto ragione, “Fino all’ultima mezz’ora” è uno dei migliori romanzi a fumetti degli ultimi anni. Basterebbe questa come unica risposta alla domanda precedente, ma non renderebbe onore all’effetto che questa graphic novel dona al lettore: sentirsi vivo.
Il volume, che non ha una vera e propria trama né un reale filo narrativo, vede l’autore Matteo Manera percorrere con la sua moto da enduro la quotidiana strada che lo conduce al proprio luogo di lavoro. Ovviamente, il tutto altro non è che un pretesto, la strada percorsa è in realtà quella della vita, quella vera contraddistinta dai ricordi, dalle prime volte, dagli incontri e soprattutto dai sogni dell’infanzia.
La mancanza di una struttura narrativa solida, invece di essere debolezza, diventa vero e proprio punto di forza del volume; senza una gabbia atta a trattenerli, i ricordi, dirompenti ed incontrollati, invadono le tavole come un fiume in piena travolgente fatto di emozioni, pensieri ed azioni, alle volte ingenui come l’arrivo del fratellino, altre volte drammatici come l’essersi perso in una spiaggia, altre volte dolorosi come il primo pugno ricevuto nella pancia. Insomma, un concentrato di vita in cui ognuno di noi può riconoscere se stesso almeno in una delle tante piccole grandi vicende narrate dall’autore, basta lasciarsi travolgere.
Dal lato grafico scaturisce il genio di Manera. I ricordi prendono vita sotto forma di vignette umoristiche in bianco e nero, una sorta di tratto semplice e quasi ingenuo, come se la vita e il mondo fossero visti con gli occhi di un bambino. Emblematiche in tal senso le rappresentazioni degli adulti, visti quasi come se fossero dei giganti, oppure altrettanto lo è la porta del fratello maggiore, enorme e insormontabile. L’apparente semplicità dei disegni diventa così motore emotivo della vicenda, rendendo ogni vignetta scorrevole e leggera ed allo stesso tempo di indubbio impatto e difficilmente dimenticabile.
La fusione perfetta fra testi e vignette rende “Fino all’ultima mezz’ora”un percorso quasi onirico nei ricordi e nella fantasia di Manera, effetto garantito ulteriormente dai frequenti ritorni alla realtà rappresentata dal viaggio in sella alla moto, viaggio che diventa così invito ai lettori a percorrerlo insieme. Il mio consiglio è di accettare, lasciarsi andare e farsi sorprendere dall’opera prima di un autore di eccezionale bravura. Una volta terminata la lettura del volume avrete la risposta alla domanda “Chi è Matteo Manera”?