Marvel Gold – X-Factor di Peter David n. 3, la recensione
Pubblicato il 27 Marzo 2014 alle 16:30
Panini Comics procede con la riproposta di una delle serie più incisive della Marvel: X-Factor di Peter David! Seguite Havok, Polaris e compagni alle prese con gli Accoliti, l’aggressivo Random e altri personaggi in un volume della linea Marvel Gold!
Marvel Gold – X-Factor n. 3
Autori: Peter David, Scott Lobdell, Joe Quesada, J.M. De Matteis (testi), Mark Pacella, Joe Quesada, Terry Shoemaker (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 15,00, 17 x 26, pp. 208, col.
Data di pubblicazione: marzo 2014
Può sembrare strano ma negli anni sessanta gli X-Men, i celeberrimi adolescenti mutanti creati da Stan Lee e Jack Kirby, non ottennero un successo paragonabile a quello dell’Uomo Ragno, dei Fantastici Quattro e di altri personaggi Marvel, e anche se in seguito autori come Arnold Drake e Roy Thomas scrissero episodi interessanti, furono trascurati dai lettori americani, persino quando a disegnarli ci fu il leggendario Neal Adams. A un certo punto la Marvel smise di realizzare storie degli X-Men, limitandosi a ristampare quelle vecchie, e il gruppo mutante si ridusse a fare qualche apparizione in testate più popolari.
Tuttavia, verso la fine degli anni settanta la Casa delle Idee concesse un’altra chance al team e Len Wein ideò una nuova formazione e quando ad occuparsi del mensile giunse Chris Claremont le cose cambiarono in meglio. L’allora giovanissimo sceneggiatore prese personaggi sconosciuti come Wolverine, Tempesta, Nightcrawler e così via e, lentamente, episodio dopo episodio, li rese sempre più complessi e intriganti, ideando trame labirintiche e avvincenti. Quando poi John Byrne si occupò delle matite Uncanny X-Men divenne non solo il comic-book più venduto della Marvel ma quello più di successo dell’intero mercato americano.
Nacque quindi una pletora di serie e miniserie parallele, tutte imperniate sui mutanti, e il trend in fondo continua tuttora. Negli anni ottanta, comunque, gli X-Men della seconda generazione stimolarono la curiosità dei fan nei confronti degli originali e si decise di varare il mensile X-Factor che presentava le avventure della vecchia squadra con un nuovo nome, X-Factor, appunto. La serie ebbe buoni riscontri, specialmente quando Louise Simonson giunse al timone del mensile. Grazie alle sue story-line drammatiche e ai disegni del marito Walt, X-Factor andò bene dal punto di vista delle vendite.
Poi le cose mutarono verso l’inizio degli anni novanta. Ciclope e compagni infatti tornarono negli X-Men ma gli X-Factor non sparirono. Ci fu una seconda formazione, composta da personaggi apparsi per anni nei vari mensili targati X e dal modus operandi differente. Innanzitutto agivano per conto del governo, rappresentato dalla volitiva Valerie Cooper, e avevano personalità strane e anti-convenzionali. E forse il comic-book sarebbe passato inosservato se a scriverlo non ci fosse stato il Peter David di Incredible Hulk. Gli episodi firmati da lui sono ancora oggi reputati tra i migliori e Panini Comics li sta ristampando. Questo terzo volume dell’X-Factor di David include il n. 83 e la sequenza che va dall’87 al 92, con in più l’ottavo annual della testata.
Peter David è apprezzato per la sua versatilità: ha una sensibilità macabra e cupa; ma è pure dotato di un senso dell’umorismo incredibile, evidente nei dialoghi spassosi e irresistibili. A volte realizza opere in cui uno dei due elementi prevale; in altre occasioni, come nel caso della run di Hulk, riesce a mixarli abilmente. Nello specifico di X-Factor la comicità acre e sarcastica predomina ma non mancano tragedie. La squadra è composta da Havok e Polaris e dal velocista Quicksilver, noti agli X-fan, e da personaggi all’epoca meno conosciuti: Wolfsbane, proveniente dai Nuovi Mutanti; Guido, alias Forzuto, e l’aggressivo Random che esordisce proprio in questo volume. Per certi versi costoro non erano mai stati approfonditi e uno dei meriti di Peter fu proprio quello di delinearne le psicologie in maniera convincente.
Il tp prosegue le vicende precedenti, piuttosto articolate, riguardanti gli X-Patriots e Peter le risolve, ideando però una sequenza che condurrà la squadra a Genosha, la nazione in cui vige l’apartheid a danno dei mutanti, ed è qui che peraltro si parla del virus Legacy e degli Accoliti, concetti che si riveleranno essenziali per gli sviluppi narrativi dell’universo mutante. David scrive testi ben impostati, con dialoghi incisivi. il culmine è rappresentato dall’episodio del n. 87, X-Aminations, considerato all’unanimità uno dei gioielli dell’intera storia editoriale della Marvel. David, utilizzando il Dr. Samson, svolge un’impietosa disanima della psiche di ogni personaggio e il lettore si trova di fronte alle idiosincrasie, i traumi, le incertezze emotive di Guido, di Quciksilver, di Polaris e così via, con atmosfere adulte e mature.
David non si occupa sempre dei testi e alcuni capitoli sono scritti dall’ottimo Scott Lobdell e non mancano contributi di Joe Quesada e di J.M. De Matteis. La parte grafica è in prevalenza appannaggio del bravissimo Quesada il cui stile aggressivo si adatta perfettamente alle trame di Peter. Il futuro editor in chief della Marvel realizza splendide versioni di Havok, dell’ambiguo Quicksilver, della sensuale Polaris o dell’incazzatissima Wolfsbane con maestria. Purtroppo non tutte le storie sono disegnate da lui e alcune vedono alle matite i meno dotati Mark Pacella e Terry Shoemaker. Ma nel complesso X-Factor rimane un must e vale la pena prenderlo in considerazione.