L’Incredibile Hulk by Peter David vol 1 – Recensione
Pubblicato il 25 Marzo 2014 alle 11:30
Panini Comics ripropone le storie dell’Incredibile Hulk scritte dal geniale Peter David e disegnate dal mitico illustratore di Spider-Man e Spawn: Todd McFarlane! Non perdete una delle produzioni più anticonvenzionali della Marvel!
L’Incredibile Hulk by Peter David vol. 1 – Circolo Vizioso
Autori: Peter David (testi), Todd McFarlane, John Ridgeway (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 20,00, 17 x 26, pp. 264, col.
Data di pubblicazione: marzo 2014
Durante gli anni ottanta molte serie storiche della Marvel erano ripetitive e noiose e non suscitavano più l’entusiasmo di un tempo. In quel periodo, però, un editor come Jim Shooter riuscì a svecchiare parecchi comic-book, assegnandoli ad autori di saghe rivoluzionarie acclamate da pubblico e critica. Chris Claremont e John Byrne estasiarono il comicdom con eccezionali episodi di Uncanny X-Men; lo stesso Byrne realizzò autentici gioielli con la sua run di Fantastic Four; Frank Miller fece di Daredevil uno dei fumetti noir più incisivi mai realizzati; e Walt Simonson trasformò la testata di Thor in un mensile appassionante e godibile.
Per ciò che concerne un altro classico personaggio Marvel, Hulk, le cose andavano male. Nei settanta, Len Wein e Gerry Conway si erano limitati a riproporre le solite idee senza particolare inventiva. E nel decennio successivo Bill Mantlo non aveva fatto altro che ideare trame risapute e stantie. Byrne aveva cercato di risollevarlo ma i suoi dissapori con Shooter lo spinsero a lasciare la Marvel e ad occuparsi del rilancio di Superman alla DC. E dopo qualche numero interlocutorio giunse Peter David, anche se, in verità, la sua lunghissima gestione è inseribile nel contesto post-Shooter, pur risentendo chiaramente di quell’attitudine.
Nessuno, comunque, pensava che Incredible Hulk potesse raggiungere livelli qualitativi talmente elevati e tuttora la run di Peter è considerata una pietra miliare dell’intera storia Marvel. Grazie a lui, il Golia dalla Pelle Verde si trasformò in un personaggio complesso e sfaccettato e le storie erano tutto tranne che banali. Nel giro di pochi mesi Incredible Hulk fu impreziosito da situazioni e atmosfere adulte e sofisticate. Panini Comics ha deciso di ristampare questo materiale, iniziando con quella che è forse una delle sequenze più celebrate.
Il volume include i nn. 331/341 del comic-book originale. David risolve questioni rimaste in sospeso, imperniate su Rick Jones trasformatosi in un mostro dalla pelle verde. Hulk invece è grigio. Questa fu una delle tante idee di David ma non si trattò di una novità, quanto di un omaggio. Nel primo episodio che introdusse Hulk nel Marvel Universe, infatti, il mostro era appunto grigio. Quando però l’albo fu stampato, Stan Lee non gradì il risultato e, senza nessuna spiegazione, a partire dal secondo numero il mostro sfoggiò il colore verde. David, quindi, torna alle origini ma cambia radicalmente la psicologia dell’eroe. Se il vecchio Hulk aveva la mentalità ingenua di un bambino, la versione grigia è intelligente e infida. Non mancano lati inquietanti nella sua personalità ed è evidente nella storia del n. 333 in cui David affronta, tramite la figura di uno sceriffo, il tema scottante della violenza in ambito familiare. Qui il mostro è cinico, quasi perfido, lontanissimo dal pelle verde del periodo classico.
Dopo aver quindi concluso le story-line su Rick Jones e le macchinazioni del Capo, David si sbizzarrisce con le sue invenzioni. Risolve i problemi relativi a Betty e al marito Ramon (una delle innovazioni di Byrne) e mette sotto la luce dei riflettori Doc Samson e l’agente SHIELD Clay Quartermain, scrivendo testi e dialoghi incisivi (uno dei punti di forza della sua prosa). Introduce poi il mostruoso Mezzavita e la stranissima Grazia, ripesca un vecchio nemico di Devil, Bull-Man, in una versione decisamente angosciante, e fa apparire pure gli X-Factor. Ciò che più attira l’attenzione del lettore, tuttavia, è proprio la psicologia dell’Hulk grigio che diventa uno degli elementi essenziali delle trame.
Ma le storie sono celebrate anche per il disegnatore, vale a dire Todd McFarlane, colui che otterrà fama e successo con l’Uomo Ragno e Spawn. In pratica, uno dei cartoonist che ignoreranno consapevolmente lo stile Marvel proponendo disegni adrenalinici che saranno il marchio di fabbrica dei comics anni novanta. Questo è il primo lavoro regolare di Todd alla Casa delle Idee (in precedenza si era solo occupato di un numero di Coyote) e fino a quel momento si era messo in luce alla DC con episodi di Infinity Inc. e poco altro. Pur efficace, il suo stile era ancora grezzo ma il particolare e inventivo lay-out già risultava spiazzante.
Nelle storie del volume, le matite sono compromesse dalle chine di Pablo Marcos, Kim De Mulder e Jim Sanders che mal si adattano al suo stile. Però si notano la mole mastodontica di Hulk e la strana, per l’epoca, concezione grafica dei personaggi. Tuttavia, le cose cambiano con l’episodio del n. 340. È qui che Todd inizia ad inchiostrarsi da solo con risultati di notevole impatto visivo. Le tavole di uno scontro clamoroso con Wolverine lo dimostrano. Hulk sembra una massa di cemento e Logan risulta selvaggio e animalesco come non mai. Un numero è poi disegnato dal bravo e oscuro John Ridgeway di Hellblazer e ha una forte connotazione horror, prova della versatilità di un autore di classe come David. In poche parole, questa proposta non può mancare nella collezione di un estimatore dei comics americani.