Shapeshifter, la recensione
Pubblicato il 21 Marzo 2014 alle 19:30
Fantasy, gore, mistero: benvenuti a Darkan City, una città in cui non ci si annoia mai!!!
Shapeshifter
Autori: Gianfranco Staltari, Francesca Ciregia, Dario Notti
Editore: Ute libri
Formato: b/n, 52 pp
Genere: Fantasy
Provenienza: Italia
Data di Pubblicazione: 2013
Prezzo: 5.90 euro
Shapeshifter, scritto da Gianfranco Staltari, è contemporaneamente sia un grande contenitore di omaggi e citazioni sia un tentativo di rielaborare un genere che, almeno dal punto cinematografico e televisivo, sembra essere in grande ascesa.
Il cosiddetto Urban Fantasy infatti sta godendo di una discreta popolarità, e Shapeshifter prova a cavalcare quest’onda portandola in edicola.
Molte saranno le atmosfere che il lettore potrebbe riconoscere familiari nelle tre storie di questo volume. Dai primi numeri di Dylan Dog, cupi e splatter, al Devilman di Go Nagai per le improvvise trasformazioni demoniache. Dalle macchinazioni di società segrete alla Resident Evil al poster di Kill Bill che compare nelle prime vignette, omaggio alle atmosfere tarantiniane che sicuramente compaiono nel fumetto.
La prima storia strizza, che da il titolo al volume, vede la protagonista Eva vivere in un vero e proprio incubo. Infatti la ragazza ha la capacità di riconoscere tutte quelle creature mutaforma (shapeshifter appunto) che si annidano tra le persone. Ma nella tradizione del fumetto horror, la ragazza non si scoraggerò e tenterà di sterminarne il più possibile.
Nelle due storie successive conosceremo Christian, tipico emarginato del liceo americano e Eric, ancor più tipico ragazzo di successo della scuola. Come spesso accade, Christian diventerà amico stretto di Eric, ma avrà la sventura di mutarsi in una creatura della notte, un vampiro di fatto.
E questa trasformazione porterà, oltre che molta violenza, alla fine dell’amicizia tra i due ragazzi, con un tragico scontro finale e un finale a sorpresa ( che non convince, a dirla tutta, pienamente).
Shapeshifter quindi è un fumetto che non ambisce alla complessità, ma piuttosto alla velocità, all’intrattenimento, alla creazione di un’atmosfera angosciante più per la situazione dei personaggi che per la violenza in sè.
I disegni sono sicuramente una parte di forza del fumetto, con tavole ben dettagliate, buone ricostruzioni anatomiche, ottimi giochi di ombra e una composizione delle vignette che non rallenta mai l’azione
In definitiva un prodotto che ha molte potenzialità, che può dare sicuramente di più ma quindi ancora a maggior ragione da tenere d’occhio.