Mr. Peabody e Sherman – Recensione
Pubblicato il 18 Marzo 2014 alle 20:50
Emarginato a causa della sua incredibile intelligenza, il geniale cane Mr. Peabody ha deciso di votare la sua vita alla scienza e alle scoperte tecnologiche. Dopo aver adottato Sherman, un orfanello umano, Peabody ha inventato una macchina del tempo chiamata TornIndietro con la quale i due vivono incredibili avventure. Al suo primo giorno di scuola, Sherman subisce le prepotenze della piccola Penny che lo paragona al cane da cui è stato cresciuto. Il tentativo di riappacificazione sarà l’inizio di una nuova rocambolesca avventura.
Mr. Peabody e Sherman
Titolo originale: Mr. Peabody & Sherman
Genere: Animazione
Regia: Rob Minkoff
Interpreti (doppiatori): Ty Burrell, Max Charles, Ariel Winter, Stephen Colbert, Leslie Mann
Provenienza: USA
Durata: 92 min.
Casa di produzione: Dreamworks Animation, Bullwinkle Studios, Classic Media Productions
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Data di uscita: 7 marzo 2014 (USA), 13 marzo 2014 (Italia)
Mr. Peabody e Sherman nascono tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 all’interno delle serie animate Rocky and His Friends e The Bullwinkle Show nel segmento Peabody’s Improbable History e raccontava i viaggi nel tempo dei due protagonisti, veri e propri antesignani di Doc Brown e Marty, gli eroi di Ritorno al Futuro nel quale il cartoon creato da Ted Key veniva doverosamente citato.
Questa nuova incarnazione in computer-grafica di casa Dreamworks è firmata da Rob Minkoff, regista dei due Stuart Little, de La Casa dei Fantasmi e co-regista, nientemeno, che de Il Re Leone. Lo sceneggiatore Craig Wright ha giocato in maniera molto intelligente sul rapporto padre-figlio che denota la sua peculiarità nella natura dicotomica del genitore: un geniale cane antropomorfo.
Mr. Peabody, doppiato in italiano dal bravissimo Massimo Lopez, è un genitore amorevole ma anche eccentrico e poco espansivo come molti uomini d’intelligenza superiore. Cresciuto a sua immagine, Sherman scoprirà, nel suo primo giorno di scuola, che essere un nerd significa attirarsi addosso la perfidia dei bulli e le cose si complicano se si tratta di una graziosa biondina di nome Penny. Appellativo e situazione, peraltro, che richiamano alla mente la sit-com Big Bang Theory.
Dalla zuffa che ne consegue scaturisce la semplice quanto efficace contraddizione su cui gioca il film. Mr. Peabody viene accusato di aver cresciuto il figlio come un cane e rischia di perderne l’affidamento quando, in realtà, lo ha sempre spronato a coltivare conoscenza, intelletto e raziocinio. Il rapporto tra i due si complicherà proprio quando Sherman, grazie alla presenza di Penny, inizierà ad affrancarsi da quell’emarginazione che ha reso Mr. Peabody il genio che è.
La complessa relazione tra i protagonisti viene comunque presentata con grande semplicità attraverso una serie di spassosi viaggi nel tempo. Al tono didattico ma mai eccessivo di Mr. Peabody fanno da contraltare le birbonate di Sherman con una sfilza di trovate comiche ingenue a misura dei più piccoli. Simpatico il siparietto di Leonardo Da Vinci con la Gioconda e il bambino artificiale. Peccato per alcuni giochi di parole difficilmente traducibili e quindi meno efficaci nella nostra lingua.
Costellato di tematiche e messaggi somministrati con grande semplicità, più un’infarinatura di storia riletta in maniera ludica, qualche risata e buoni sentimenti, il film potrà difficilmente appassionare gli adulti ma tutti i genitori dovrebbero guardarlo con i propri bambini per riflettere su quei conflitti generazionali che possono scaturire dal voler crescere un figlio a immagine e somiglianza di se stessi.