Recensione Tableau Gate vol. 1 – Gp Publishing
Pubblicato il 22 Settembre 2010 alle 10:39
Autrice: Rika Suzuki.
Casa editrice: GP Publishing.
Provenienza: Giappone.
Note: serie ancora in corso in Giappone (sono al vol. 6), uscite bimestrali da maggio solo per fumetterie.
Prezzo: 5,90 Euro con sovracopertina.
Satsuki è un giovane ragazzo, orfano dei genitori che vive da solo in una grandissima villa, ripudiato dal nonno mercante d’arte (e ricchissimo) che lo considera un imbelle; un giorno riceve uno strano volume, il tablet, forse acquistato proprio dal nonno, appena preso in mano e recitato il nome che vi compare sopra, dal volume fuoriescono diverse entità che prima vi erano imprigionate, una per ogni carta dei tarocchi (i tableau).
Contemporaneamente una ragazzina misteriosa e parecchio battagliera, che per ora sappiamo chiamarsi solo “Lady”, fa irruzione da una vetrata rivendicando il possesso del libro, di cui sarebbe la custode e la responsabile dei diversi personaggi lì contenuti; peccato che molti di loro siano appena fuggiti e adesso recuperarli diventa un grosso problema, ma sarebbe molto peggio se fossero lasciati in libertà.
Dopo questo inizio al fulmicotone, Lady si installa prepotentemente nella villa, e anche nella vita, del remissivo (e fin troppo gentile) Satsuki, ai quali in breve si uniscono alcuni dei personaggi fuggiti dal libro, ma non tutti sono amabili e simpatici e solo colui al quale rivelano il proprio nome può comandarli (il master); i diversi episodi sono insolitamente lunghi, oltre sessanta pagine, tant’è che in questo primo volume ne abbiamo solo tre, ma oltre alla parte più evidente, di ricerca e lotta con i diversi tableau fuggiti, ognuno con caratteristiche diverse e quindi pronto a sferrare sfide sempre nuove, c’è da evidenziare quest’aura di mistero, che va formandosi a poco a poco, a caratterizzare in maniera alquanto singolare quest’opera.
Forse l’autrice insiste un po’ troppo sul carattere timido e dismesso del protagonista, veramente troppo buonista e soprattutto destinatario di una sfortuna abbastanza ragguardevole (la madre è morta di parto, il padre l’ha seguita per il dolore poco dopo, il nonno lo ripudia, è ricco ma vive da solo in una villa grandissima, praticamente di una tristezza sconsolante), ma di contro approfitta della sua interazione con i diversi tableau per sviscerane in profondità il carattere, così come fa per la misteriosa Lady, la cui irruenza peraltro fa da perfetto contraltare alla calma e gentilezza paciose e sovrumane dell’altro.
Spiccano però sul resto, come detto, i misteri, non sappiamo infatti cosa sia o comunque l’origine del libro, né tantomeno la vera natura di questi esseri che fuoriescono da lui (anche se cominciamo a familiarizzare con loro poco a poco, tenendo conto che ognuno è diversissimo dall’altro a seconda di cosa rappresenta ma anche a seconda di chi lo evoca e ne è il master), così come non sappiamo chi sia questa Lady e come il libro le sia sfuggito e sia arrivato da Satsuki (né, come lui sia riuscito ad aprirlo con una semplice invocazione e a dominare anche alcuni dei tableau usciti); nell’ultimo capitolo viene introdotto inoltre un nuovo, manco a farlo apposta anche lui misterioso, personaggio, che sembra in grado di controllare il tableau (in effetti dire “tarocco” non avrebbe reso altrettanto bene) della Morte (XIII the Death!), per cui nulla di buono sembra prospettarsi all’orizzonte.
In conclusione un manga curioso, per alcuni particolari l’accostamento con le Bizzarre Avventure di JoJo è quasi immediato (soprattutto la terza serie), con la differenza sostanziale, ovviamente, che qui l’autrice mette in campo la sua personalissima fantasia e cifra stilistica; da dei presupposti quasi inverosimili e che all’apparenza si potrebbero pure dire frettolosi e senza molto senso, si forma mano a mano un affresco più complesso sicuramente dotato di un certo fascino, nel quale si respira un’atmosfera quasi surreale e da fiaba, forse anche grazie alle tavole ricche di dettagli e ad una rappresentazione grafica, soprattutto di questi Arcani Maggiori (come il Sole, la Luna, Il Diavolo l’Eremita ecc.), con un tocco di raffinatezza (e anche un pizzico di originalità), che sicuramente non guasta.
Voto: 7 e 1/2.