MangaForever intervista Michele Foschini (Bao Publishing)
Pubblicato il 14 Marzo 2014 alle 12:55
Diamo il benvenuto sulle pagine di MF a Michele Foschini, Chief Creative Officer di Bao Publishing!
Partiamo subito con un bilancio di Lucca Comics & Games 2013: quali erano le vostre aspettative, quale è stata la risposta del pubblico, quali le sorprese?
Le fiere ci danno soddisfazioni sempre crescenti. Il pubblico è il motivo principale del nostro entusiasmo, tanto da mettere in ombra anche il fatturato, che pure a Lucca è sempre eccezionale. Non abbiamo avuto sorprese: ormai sappiamo che chi visita Lucca da BAO si aspetta cose eccezionali, e lavoriamo tutto l’anno per non deludere le aspettative.
Lo stand Bao è stato molto trafficato complice la presenza sia di Terry Moore che di Zerocalcare per cui si è formata una fila che terminava spesso e volentieri fuori dal padiglione.
Di Zerocalcare si può parlare di vero e proprio fenomeno? Secondo i dati in vostro possesso i suoi lavori hanno sfondato la barriera dei lettori di fumetti abituali coinvolgendo il “grande pubblico”?
Sì, senza dubbio. Non è ancora un fenomeno di massa, ma se pensi che nel giro di due anni abbiamo stampato in tutto duecentomila copie dei suoi quattro libri e che non ci sono virtualmente mai resi dalle librerie, puoi capire che non si tratta di un autore dalle performance normali neanche per gli standard della narrativa.
Cosa c’è nel futuro di Zerocalcare e di Bao…il nuovo libro sarà la prosecuzione ideale di Dodici?
Michele sta lavorando a un libro di oltre duecento pagine (sarà in bianco e nero, questa volta) sulla storia della sua famiglia. Non è il prosieguo di altre sue opere e noi che abbiamo letto l’incipit e sappiamo la trama siamo molto emozionati all’idea di pubblicare questa opera. Se tutto va bene sarà pronta per l’autunno, ma non è il tipo di libro per il quale ci sentiremmo mai in grado di fare pressioni all’autore perché si sbrighi: deve venire perfetto e perché succeda deve realizzarlo con i suoi tempi.
Nel mondo del fumetto c’è sempre stato tanto mistero riguardo i dati di vendita, e solo raramente le case editrici hanno comunicato dati certi e precisi. Secondo voi da cosa dipende questo modus operandi tutto italiano?
Dal fatto che spesso sono dati molto tristi. E che se non li dici puoi fingerti un’azienda più grossa e sana di quanto tu non sia. D’altra parte in pochi si rendono conto che le tirature dei nostri fumetti oscillano tra le duemila e le trentamila copie, con una grossa fetta tra le tre e le cinquemila, ma che ci sono molti editori che non stampano mai più di mille, millecinquecento copie dei loro volumi. Non sono dati dei quali ci vanteremmo nemmeno noi, francamente.
Dalla sua nascita, annualmente, che tipo di incremento di fatturato ha avuto Bao Publishing?
In progressione geometrica. Non abbiamo ancora presentato il bilancio 2013, ma a occhio e croce avrà una crescita del 45% sull’anno precedente. In quattro anni il fatturato è più che decuplicato.
Terry Moore: un autore molto amato in Italia di cui avete acquisito il catalogo e state proponendo anche le serie più recenti. Come mai un autore di questo calibro non ha ricevuto una degna vita editoriale in Italia fino all’avvento della Bao?
Sfortuna, sicuramente. E non era facile per nessuno pensare a un programma organico di pubblicazioni. Noi ci abbiamo creduto subito e Terry è molto contento dei risultati. Con lui ho sviluppato un’amicizia personale molto gratificante, gli ho promesso di dare al suo catalogo la visibilità che merita, e piano piano, grazie anche all’entusiasmo delle fumetterie più accorte e al lavoro della nostra struttura commerciale, ci stiamo riuscendo. Aver terminato la tiratura di Echo in otto mesi è sintomatico del gradimento di cui gode Terry in Italia.
Ho avuto modo di sfogliare il primo volume di Strangers in paradise…davvero ben fatto! Mi ha colpito però la totale assenza di un apparato redazionale nonché la totale assenza dei credits della serie originale, come mai questa scelta?
Perché francamente interessa solo agli ultra-appassionati e noi non vogliamo che il lettore che si accosta al fumetto per la prima volta, vedendo un apparato critico, pensi di non essere abbastanza esperto per affrontare quell’opera. E poi per un altro motivo: il sesto volume è più sottile degli altri, ha meno pagine. Metteremo la cover gallery e i riferimenti alle edizioni originali in quel volume. Tanto intendi comprarli tutti, vero? :)
Chiudiamo idealmente il discorso Lucca: confermate la presenza di Brian K. Vaughan e Fiona Staples per l’edizione 2014?
Entrambi hanno detto di sì, con il problema che Brian ne sarà certo solo tra qualche settimana a causa di impegni hollywoodiani dalle date ancora non definite. Ci tengono, hanno capito quanto il pubblico italiano stia amando Saga. E noi vogliamo che li conosciate, sono due persone assolutamente splendide.
–
Avete pubblicato il Black dossier de La Lega degli Straordinari Gentleman: come siete riusciti a “sbloccarne” i diritti e cosa si prova a lavorare sui libri del Bardo di Northampton?
Da traduttore, provo un gran mal di testa quando finisco, e la sensazione di aver compiuto un’impresa di cui difficilmente saprò vantarmi, ma degna di stima. Da editori, non è stato difficile: abbiamo chiesto, ci hanno risposto di sì. Era più una sfida a livello di grafica, impaginazione e costi produttivi, ma difficilmente ci lasciamo spaventare. Costruire libri bellissimi è il nostro mestiere. Un liutaio per riposarsi non costruisce violini brutti.
La Vostra linea editoriale è molto “hipster” spaziando a 360 gradi in lungo ed in largo per il globo dagli USA, all’Europa (Italia compresa) con qualche puntata anche in sudamerica ma cosa vi fa scegliere di pubblicare un libro oltre l’eventuale appeal commerciale?
Fa’ finta che ti abbia appena dato un pugno sulla mandibola. Per aver detto “hipster”. E poi perdonami, non per il pugno, ma perché non ho una risposta più avvincente di: Sono i libri che ci piacciono. Se sentiamo di poterli amare tanto da saper appassionare chi ci ascolta parlarne, allora sappiamo che piaceranno al pubblico. E spesso pubblichiamo opere sul cui successo commerciale, onestamente, non c’è alcuna certezza. Eppure poi funzionano.
Avete intenzione di pubblicare altri manga “d’autore” ampliando così il Vostro “raggio d’azione”, oltre alle opere di Tatsumi?
Guarda, tra un mese saremo a Tokyo. Non riesco a pensare di fare un viaggio senza infilarci qualche occasione di lavoro, quindi… Rifammi la domanda a fine aprile!
Due punte di diamante, dal punto di vista prettamente commerciale, del catalogo Bao sono Chew e Saga. Entrambi vengono proposti nel Vostro formato “standard” ovvero 15,7×23,6…ora sarò sincero ma non sono un fan di questo formato “ridotto” cosa porta una casa editrice come Bao, apprezzatissima per la sua cura editoriale, optare per questo tipo di formato, una esigenza commerciale?
Una coscienza ecologica e commerciale. Il foglio macchina europeo (e asiatico) è diverso per dimensione da quello americano. A meno di stampare in rotativa (e le nostre tirature non lo consentono) o di sprecare grandi quantità di carta (che peserebbero sul prezzo di copertina), dobbiamo ridurre il formato. A noi piace. Agli autori di quei titoli piace (a John Layman e Rob Guillory piace DA IMPAZZIRE, chiediglielo) e secondo noi non sacrifica particolarmente la leggibilità. Lo facciamo perché il nostro modello economico sia sostenibile a lungo.
Ancora in ambito carto-tecnico: siete stati fra i primi a stampare i Vostri libri in Cina anche se ultimamente molta della Vostra produzione è tornata in Italia, cosa è cambiato?
Che se ne vendono di più. La stampa di certe tipologie di libro in Italia non conviene se stampi solo duemila copie. Dalle tremila in su invece il vantaggio economico della stampa in Oriente non è più così netto. E poi ci piace parlare direttamente con i tipografi, accettare i loro consigli, anche se i direttori delle stamperie che usiamo in Cina sono incredibilmente professionali.
–
Orfani versione deluxe: un’operazione che ricorda il mercato USA ovvero prima l’uscita in albi singoli e poi la raccolta in volumi, come è maturata l’idea di questa edizione deluxe che uscirà a distanza relativamente breve dai singoli albi?
Volevamo che i lettori potessero scegliere liberamente cosa comprare. È una scommessa in cui il rischio d’impresa è tutto sulle spalle di BAO, ma è una scommessa condivisa con Sergio Bonelli Editore, che è il nostro partner preferito in assoluto, quando si tratta di proporre libri strani, inconsueti e bellissimi.
Bao crede in Orfani come serie che darà definitivamente una scossa alla concezione del fumetto in Italia, indietro anni luce rispetto alla Francia?
Crediamo che Orfani porterà una ventata di nuovi pensieri nel fumetto popolare e che sia uno di quei prodotti che aiutano la dignità del fumetto ad affermarsi in un paese dove esso è considerato escapismo per persone poco scolarizzate.
Avete iniziato questo tipo di edizioni come Mater Morbi e ultimamente avete reso pubblica una visita a casa di Tiziano Sclavi per la pubblicazione di un nuovo Dylan Dog Deluxe…qualche anticipazione?
Dylan sarà molto presente nel nostro catalogo, prossimamente. Dalla riedizione de Il sorriso dell’oscura signora con ottanta tavole mai viste di Nicola Mari alla raccolta delle storie del Dylan del futuro scritte da Alessandro Bilotta… Aspettatevi Cliff in Craven Road spesso, prossimamente.
Avete in mente di allargare ad altri personaggi Bonelli o ad altri personaggi italiani questo tipo di trattamento e/o di allargarlo ad altri tipi di storie magari anche provenienti dall’estero?
Stiamo concertando a tutto tondo, con gli amici di Via Buonarroti. Ci piace davvero tanto lavorare con loro. In generale no, non ci interessa pensare di riproporre o ristampare o riprendere personaggi di serie da edicola, se è questo che intendevi, e per quanto riguarda l’estero… In fondo lo facciamo già.
A tal proposito una domanda a bruciapelo: Doctor Who (IDW) e Savage Dragon (IMAGE) potrebbero rientrare nei piani Bao?
Che io sappia queste due franchise hanno già delle ottime case italiane.
Fumetto digitale: a che punto è la Bao?
Da un anno stiamo convertendo titoli del nostro catalogo per Kindle, e da un paio di mesi anche su Google Play e iBooks, mentre cominceremo a breve con il Kobo e tra un mese debutterà la nostra applicazione dedicata, inizialmente per iOS e poi per Android. Tutte le nuove licenze, con poche eccezioni, ci consentono di fare l’edizione digitale immediatamente, mentre per i titoli del catalogo stiamo lentamente negoziando i diritti digitali, che spesso non erano contemplati nei contratti originali.
Prima di chiudere: siete stati vittima del “fuoco amico” via Facebook. Avete pubblicato un annuncio di lavoro, per una posizione abbastanza specifica e che per certi versi esulava dal fumetto in senso stretto, e siete stati tacciati di “essere come tutti gli altri” quando propongono una offerta di lavoro…
Cosa è accaduto esattamente? Quali le Vostre conclusioni in merito?
Che “è tutto un gomblotto!1!11!!” Forse il pubblico di Facebook non sa che in Italia praticamente nessun editore assume a tempo indeterminato TUTTO il proprio personale. Noi sì. Quindi c’era poco da commentare, era una nostra esigenza interna e l’annuncio serviva a generare candidature, non commenti.
Qual è lo stato di salute del fumetto in Italia e del fumetto italiano secondo Bao?
Il fumetto sta bene. Il mercato sta crescendo, si sta aprendo a un pubblico nuovo, ha bisogno di operatori reattivi, capaci di interpretarne i desideri e i gusti. Gli editori devono educare i librai e sostenere le fumetterie, mentre lavorano a una seria riforma dei metodi di distribuzione (cosa difficile, perché i primi a non volerla sono i distributori). Il potenziale è enorme, a patto di agire ORA e non di concertare per dieci anni nel tentativo di proteggere ciascuno il proprio orto, che nel frattempo desertificherà. Noi ci siamo e ci piace collaborare. Vedremo chi la vedrà come noi.
Spazio libero per i saluti…
Grazie per questo spazio e per le domande non banali. È sempre un piacere chiacchierare con MangaForever.
Grazie a te!