Souvenir dell’Impero dell’Atomo, la recensione dell’incredibile graphic novel

Pubblicato il 13 Marzo 2014 alle 09:15

Un impiegato afferma di essere in contatto telepatico con i rappresentanti di un impero extraterrestre. È un pazzo? No, è semplicemente il protagonista di un’incredibile graphic novel scritta da Thierry Smolderen e disegnata da Aléxandre Clarisse!

Souvenir dell'Impero dell'Atomo_coverSouvenir dell’Impero dell’Atomo

Autori: Thierry Smolderen (testi), Aléxandre Clarisse (disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Fantascienza

Provenienza: Francia

Prezzo: € 19,00, 21 x 28, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: novembre 2013

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È difficile leggere questa graphic novel e non provare il capogiro, considerando i numerosi elementi narrativi presenti nella trama e l’atmosfera onirica e paranoica che la permea, simile a certi romanzi di Philip K. Dick o a un episodio di X-Files. E non mancano suggestioni derivanti dalle teorie della cospirazione, la psicoanalisi e la spy story. In poche parole, Souvenir dell’Impero dell’Atomo, scritto da Thierry Smolderen e disegnato da Aléxandre Clarisse è un’opera particolare e inclassificabile, sebbene possa rientrare a pieno titolo nel genere fantascientifico.

C’è inoltre una sensibilità anni cinquanta che richiama gli stilemi dei b-movies e della narrativa pulp e non a caso uno dei personaggi principali della trama è uno scrittore che pubblica storie imperniate su alieni e pianeti lontani sulle riviste popolari. Ma è davvero così? Il concetto di identità è infatti labile e in molti momenti della story-line non è agevole comprendere cosa sia vero e cosa invece frutto di una mente dissociata. Tra le certezze c’è quella di un uomo tranquillo che lavora per una ditta, ha una moglie e una figlia e un’esistenza tutto sommato tranquilla.

Souvenir dell'Impero dell'Atomo_01

Eppure di tanto in tanto riceve messaggi telepatici provenienti da un altro mondo. Forse alcuni extraterrestri per ragioni indecifrabili comunicano con lui; oppure, peggio ancora, occupano la sua mente a intervalli regolari e usano il suo corpo; o magari è solo un frustrato sconvolto da problemi sessuali mai del tutto risolti. Questo almeno lo pensa uno psicoanalista che ha una spiegazione logica in grado di dare un senso a tutte le sue affermazioni e alla natura di vari diagrammi che il paziente disegna da parecchi anni.

Ma allora qual è il ruolo di un condottiero intergalattico reggente di un non meglio identificato Impero dell’Atomo? E per quale ragione rappresentanti dei servizi segreti e dell’apparato militare di Washington interrogano il povero impiegato, cercando di carpirgli informazioni che neanche lui comprende? Come se non bastasse, c’è Gibbon Zelbub, consulente del Pentagono dedito alla magia nera che ha sviluppato un metodo che gli consente di accedere alla mente di qualsiasi individuo. È spinto dall’avidità e le sue finalità sono a dir poco losche.

Smolderen scrive un’ottima storia di fantascienza rievocando il clima della guerra fredda che ossessionava la società statunitense dei fifties, ispirandosi all’immaginario filmico e letterario dell’epoca che usando la metafora dell’alieno criminalizzava tutti coloro che per un motivo o per l’altro venivano reputati estranei all’American Way of Life (i comunisti, la stessa Unione Sovietica, i primi artisti del rock’n’roll, gli autori della Beat Generation e così via). E lo fa costruendo una trama contorta ma comprensibile e leggibile, giocando con la suspense e gli enigmi e costruendo un plot impostato su un’alternanza di flashback e flashforward e su sequenze visionarie e oniriche che fanno pensare ai film di David Lynch.

Souvenir dell'Impero dell'Atomo_02

Il disegnatore Alexandre Clérisse, dal canto suo, rende giustizia alla qualità dello script concependo tavole di grande bellezza formale e di indiscutibile valore visuale. Il suo stile non è naturalistico e di primo acchito potremmo considerarlo cartoonesco e il fascino esercitato in lui dai cartoni animati è in effetti evidente. Ma ci sono rimandi all’estetica pop degli anni cinquanta/sessanta, al design futurista e agli esiti espressivi delle copertine dei pulp magazine. In alcune pagine poi i disegni mimano lo stile delle comics strip per ragazzini; di conseguenza, dal punto di vista grafico, l’opera è una continua sorpresa. Souvenir dell’Impero dell’Atomo è bizzarro e stravagante, diverso dalle tante proposte editoriali disponibili in fumetteria e vale la pena prenderlo in considerazione. È consigliabile a tutti gli amanti della fantascienza e agli estimatori della letteratura disegnata di area bd.

Voto: 7 ½

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