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Recensioni Comics

Saga vol. 2, la recensione della superlativa serie di Brian K. Vaughan e Fiona Staples

Sergio L. Duma 14/03/2014

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Continuano le dirompenti vicissitudini di Marko e Alana, gli eroi del nuovo capolavoro di Brian K. Vaughan: Saga! Non perdete il secondo volume della serie pluripremiata d’America valorizzata dalle eccezionali illustrazioni di Fiona Staples!

Saga_2_coverSaga vol. 2

Autori: Brian K. Vaughan (testi), Fiona Staples (disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Fantascienza

Provenienza: USA

Prezzo: € 14,00, 16 x 24, pp. 114, col.

Data di pubblicazione: giugno 2013

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A volte ci sono liete sorprese e Saga, serial Image scritto da Brian K. Vaughan e disegnato da Fiona Staples, merita di essere inserito nella categoria. Non c’è da stupirsi, considerando che l’autore di opere come Y The Last Man, Ex-Machina e Runaways ha da tempo dimostrato la sua bravura; ma Saga rappresenta l’ulteriore prova delle capacità inventive e narrative di quello che è ormai uno dei migliori sceneggiatori di comics americani in attività.

Saga è di genere fantascientifico e nello specifico un prodotto space opera. C’è un vasto affresco concettuale con numerosi personaggi e la story-line, complessa e articolata ma comprensibile e leggibile, è inserita in un universo popolato da varie razze aliene. Si può rilevare l’influenza di scrittori come il Frank Herbert di Dune, per esempio, e non mancano colpi di scena avvincenti che possono piacere agli estimatori della space opera, appunto. Tuttavia, Vaughan ne usa i cliché e le convenzioni per delineare una trama certamente d’intrattenimento ma che non disdegna di affrontare tematiche importanti.

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Protagonisti principali di Saga sono Marko e Alana, amanti appartenenti a due popoli da sempre in conflitto. Il loro amore quindi assume una valenza eversiva nell’ambito delle rispettive culture; ma diventa vera e propria trasgressione quando i due concepiscono una bambina. La nascita della piccola è l’elemento scatenante di una dirompente serie di vicissitudini che spinge la coppia a fuggire e a nascondersi da vari esseri che li braccano, in un universo sconvolto dalla guerra. In questo modo Vaughan svolge acute riflessioni sulle tradizioni, sull’odio, sui legami familiari, sui pregiudizi razziali e sulla sessualità con profondità ammirevole.

Ma Saga non è solo una tormentata storia d’amore e abbondano intrighi e misteri e non è trascurabile l’influsso del fantasy, filtrato da un’attitudine visionaria. Vaughan infatti si sbizzarrisce immaginando strani e inquietanti felini, mostruose donne cavalletta, imperatori con un televisore al posto della testa e così via. E denuncia pure le piaghe della violenza minorile, della pedofilia e dell’incesto senza reticenze e ciò fa di Saga un mensile for mature readers che non avrebbe sfigurato nella linea editoriale Vertigo.

In questo secondo tp che include i nn. 7-12 della testata originale, Vaughan si scatena; se infatti nel tp precedente si era limitato ad impostare i presupposti della story-line, ora gli avvenimenti si susseguono a ritmo indiavolato e non concedono tregua al lettore. Appaiono i genitori di Marko che non fanno i salti di gioia venendo a conoscenza delle scelte del figlio; l’imperatore Robot IV farà le sue mosse; il sicario Volere non mancherà di tramare ai danni dei nostri eroi ed entrerà in gioco una ex fiamma di Marko e la sua presenza non implica niente di buono. Inoltre appaiono le consuete bizzarrie di Vaughan; per esempio, un pianeta che in realtà è un gigantesco uovo in procinto di schiudersi. E un ruolo importante inizierà ad averlo Heist, scrittore autore di un romanzo pacifista che ha suggestionato Alana.

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La struttura del plot è inventiva, grazie all’uso dei flashback che contribuiscono a fornire dettagli sul passato dei character e a rendere più comprensibili le loro azioni, e non bisogna dimenticare che l’intera storia è narrata dalla figlia di Alana e Marko che, ormai cresciuta, rievoca il passato dei genitori. I dialoghi sono incisivi, a volte valorizzati da uno spiccato sense of humour. Ma la serie è altresì un gioiello a causa degli eccezionali disegni della bravissima Fiona Staples. È la penciler canadese a rappresentare in maniera convincente le incredibili ambientazioni di Saga, nonché i personaggi, alcuni buffi e farseschi, altri mostruosi, con perizia sopraffina. In certi momenti si nota l’influenza di Moebius e lo stile della Staples e dotato di fluidità e raffinatezza, elementi che conferiscono grande bellezza formale alle tavole.

Bisogna infine evidenziare la caratterizzazione dei personaggi, sia dal punto di vista grafico che testuale. Nelle mani della Staples questi sono vivi e credibili e vale pure per gli alieni e per gli esseri strampalati partoriti dalla fervida immaginazione di Vaughan. Quanto alle psicologie, lo scrittore le delinea con incisività sorprendente e vale persino per i character minori o per quelli che semplicemente appaiono in alcune vignette, descritti con pochi, efficaci tratti che ci aiutano a comprendere la loro natura. E questa è una dote che solo i grandi scrittori possiedono. E Vuaghan è un grande scrittore, così come la Staples una grande disegnatrice. E Saga è un grande fumetto. Non trascuratelo. Sarebbe un grave errore.

Voto: 8 ½

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