I Puffi – Il Puffo ladro di gioielli, la recensione
Pubblicato il 18 Marzo 2014 alle 19:20
Puffo Burlone è stato catturato dagli umani! Un’occasione imperdibile per nuovi scherzi. Quale burla migliore del far sparire gioielli e preziosi ai più ricchi tra i giganti rosa?
Il Puffo ladro di gioielli
Autori: Luc Parthoens e Thierry Culliford (testi); Alain Maury (disegni)
Casa editrice: RW collana Lineachiara
Genere: Fantasy
Provenienza: Belgio
Prezzo: 9,95 euro, 17×24, C, col. , 48 pp
Data di pubblicazione: 2014
I Puffi non hanno bisogno di presentazioni, più o meno tutti nella vita hanno dovuto fare i conti con loro. Evocati da “Johan & Pirlouit” (in Italia John & Solfami) tramite un flauto a sei fiori nel lontano 1959, hanno generato un successo tale che probabilmente nemmeno Peyo si sarebbe mai potuto immaginare. 30 milioni di dischi venduti, incassi milionari derivanti dalle ultime due pellicole in 3D, insomma, ci ritroviamo oggi a parlare di un brand vero e proprio che tocca ogni settore dell’intrattenimento. Fiutando l’occasione, dal 2013 RW Edizioni, con Lineachiara, prosegue la pubblicazione delle storie T30 e T31 (ovvero le storie il cui autore è il figlio di Peyo, Thierry), occupandosi anche della traduzione del primo maxi-volume della Dupuis intitolato “I Puffi L’Integrale 01” che, assieme ad una ricca prefazione di circa 50 pagine, propone la ristampa cronologica di tutte le avventure dal 1958 al 1966.
In questo volume ci sono i preparativi della festa per l’equinozio di primavera. Ad ogni puffo è assegnato un compito specifico in base alle proprie abilità: Cuoco e Golosone si occupano del buffet, Inventore delle decorazioni e via così, mentre il Grande Puffo si assicura che ognuno svolga i compiti assegnati. Verso la fine dei preparativi, egli si accorge però che Quattrocchi e Burlone non sono ancora tornati dalla foresta! Fiutando il pericolo (anzi, sarebbe meglio dire puffando) avverte una sensazione corretta, infatti i due Puffi dopo una faticosa traversata al “Guado del puffo felice” finiscono nelle mani di due umani. Quattrocchi fa appena in tempo a nascondersi dietro ad un cespuglio per vedere Burlone infilato in una gabbietta. Riuscirà a tornare al villaggio? Cosa combinerà nel frattempo il simpatico puffo? A voi il piacere della scoperta.
La storia è quanto di più classico ci si possa aspettare dai simpatici ometti blu dalle quattro dita. Parte fondamentale, come sempre, è il linguaggio caratterizzato dallo smodato utilizzo del termine “Puffo” che, a seconda del contesto, può assumere diversi significati. Talvolta utilizzato come verbo, altre volte come aggettivo, questa è la caratteristica che rende le conversazioni buffe e divertenti.
Al contempo però, bisogna dire, il pregio si trasforma in difetto rendendo i suddetti dialoghi difficili da seguire e, soprattutto, rendendoli ripetitivi e ridondanti. In ogni caso, tale caratteristica ha avuto così tanto successo da diventare soggetto di indagine e studio da parte di letterati e filosofi. Un esempio? Umberto Eco! Nel 1979, proprio su questo argomento ha basato un saggio dall’ironico titolo “Schtroumpf und Drang”, il quale presentava come obiettivo l’analisi della semantica della lingua puffa.
I disegni di Maury sono, come da tradizione, caratterizzati da un tratto morbido e rotondeggiante a cui si accompagnano perfettamente i colori caldi e vivaci, che rendono l’ambiente armonioso e donano al tutto un aspetto morbidoso e simpatico, mai pericoloso ma sempre avventuroso. Insomma, un mondo fantasy semplice, vivace, senza un pericolo vero e proprio nonostante le varie vicissitudini che i Puffi si trovano ad affrontare.
Possiamo affermare di trovarci di fronte a un volume onesto, adatto ai più piccoli ed ai fan sfegatati (o nostalgici, perché no) della fortunata creazione dell’artista Peyo.