Il Nao di Brown, la recensione del capolavoro di Glyn Dillon

Pubblicato il 13 Marzo 2014 alle 09:45

Chi è Nao e che cosa nasconde? Come mai una ragazza apparentemente simile alle altre a volte ha pensieri sconvolgenti? Scopritelo nel capolavoro di Glyn Dillon: Il Nao di Brown, splendida graphic novel che conquisterà tutti!

Il Nao di Brown_anteprima COVERIl Nao di Brown

Autore: Glyn Dillon (testi e disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Intimista

Provenienza: UK

Prezzo: € 23,00, 19 x 26, pp. 208, col.

Data di pubblicazione: luglio 2013

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Gli autori di area britannica hanno svolto un ruolo importante per ciò che riguarda l’evoluzione della letteratura disegnata e basta citare i nomi di Alan Moore, Grant Morrison o Neil Gaiman per capirlo; e la lista potrebbe continuare a lungo. La ‘scuola inglese’ è ancora oggi, a mio parere, la più rilevante in ambito mondiale e se si legge un’opera come Il Nao di Brown è facile convenirne. L’autore è Glyn Dillon (che sarà ospite a giugno in Italia) in italia, fratello dello Steve noto a molti per Preacher; ma Glyn ha un talento di gran lunga superiore.

L’opera è intimista nei toni. Non troverete armi, violenza, situazioni fantascientifiche, supereroi o roba del genere. Tuttavia, benché l’autore si concentri sulle vicende quotidiane di una ragazza di origine giapponese, Nao, non sono prive di suspense e sin dal principio il lettore è avvinto dalla narrazione. Nao è carina, lavora in un negozio di art toys di Londra, ama gli anime del Sol Levante e vorrebbe lavorare in tale ambito. Ha appena chiuso un rapporto con un tipo che non l’apprezzava, si trasferisce nell’appartamento di un’amica infermiera e passa le giornate conversando con il proprietario del negozio in cui lavora, un amico di vecchia data sensibile e un po’ impacciato con le ragazze.

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Ma un giorno le capita di conoscere Gregory, un uomo che corrisponde al suo ideale maschile. È pure lui sensibile, attratto dal buddismo e dalle filosofie orientali e in un certo qual modo, perlomeno secondo Nao, rappresenta il concetto del Vuoto, termine zen che da sempre l’affascina. Non è privo di problemi e di difetti caratteriali ma lei, con un abile stratagemma, inizia comunque a frequentarlo e si intuisce che potrebbe forse nascere qualcosa tra loro. Però anche Nao ha un problema e non di poco conto. È affetta da una sindrome ossessivo/compulsiva che non la spinge a compiere azioni ripetitive; piuttosto le causa pensieri violenti. Mentre parla con qualcuno, per esempio, può all’improvviso immaginare di strangolarlo o peggio. Tenere a bada pulsioni simili è difficile e va da sé che la situazione non sarà gradevole. E quando Nao e Gregory si avvicinano ulteriormente qualcosa rischia di andare a rotoli.

Dillon scrive una storia intensa e delicata, ricca di poesia e malinconia, con dialoghi profondi e introspettivi. È abile nelle caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, analizzate con maestria, e la vicenda ha il tocco dell’autenticità. Non mancano costanti riferimenti alla filosofia orientale, alla meditazione, alle poesie haiku, e citazioni di Herman Hesse o di Jung e riferimenti musicali che spaziano da Yoko Ono ai Magazine. Ci sono persino rimandi alla tradizione esoterica dei Tulpa, esseri di pensiero solidificato e, perdonatemi il discorso personale, tale dettaglio mi ha favorevolmente colpito, avendo io pubblicato un romanzo incentrato proprio sui Tulpa.

Per ciò che concerne la sceneggiatura, inframmezzata da stralci di una vicenda riguardante un soldato di legno di impostazione quasi fantasy e da flashback e flashforward, Dillon ha realizzato un lavoro impeccabile. Ma Il Nao di Brown è un gioiello altresì per i disegni. Il suo stile è realistico, fluido, elegante e raffinato e l’eleganza e la raffinatezza sono adatti alla leggerezza e alla poesia della trama. Ogni pagina è un’opera d’arte, abbellita da colori vividi ed elementi pittorici che valorizzano il libro.

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Ci sono tavole a tutta pagina che hanno la valenza dell’illustrazione tout court, ricche di simboli, di invenzioni grafiche, di soluzioni visuali che catturano immediatamente lo sguardo. Dillon inoltre riesce a rappresentare, con una minuziosa attenzione nei confronti dei particolari, gli interni delle case, dei  pub frequentati dai personaggi, dei centri di meditazione buddista, così come le strade londinesi, i paesaggi urbani e le distese suggestive da sogno che animano la fantasia di Nao. In poche parole, abbiamo a che fare con un esito creativo di gran classe che sarebbe veramente un delitto trascurare.

Voto: 9

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