300 di Frank Miller, una recensione-riflessione sulla nuova edizione a fumetti Mondadori Comics

Pubblicato il 6 Marzo 2014 alle 16:15

In occasione dell’uscita della nuova edizione Mondadori di 300 in versione cartonata e del film 300 – L’alba di un Impero, una riflessione sulla storia del re Spartano Leonida, che con i suoi 300 soldati fermò l’oceanico esercito di Serse.

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Autori: Frank Miller (storia e disegni) & Lynn Varley (colori)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Storico, Avventura.
Provenienza: USA 1998
Prezzo: 19,99 Euro, 88 pp. a colori, 30×23 cm
Data di pubblicazione: 28 Febbraio 2014

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Recensire 300 sedici anni dopo la sua uscita e dopo che il discusso (e discutibile) film del 2006 l’ha rimesso per qualche anno al centro dell’attenzione, portando all’analisi di ogni suo aspetto, sarebbe inutile. A testimoniare il suo valore ci sono centinaia di migliaia di copie vendute e  i premi ottenuti fin da subito, come gli Eisner Award per “Miglior miniserie”, Miglior Scrittore/Artista” per Frank Miller e “Miglior Colorista” per Lynn Varley. Mi limiterò quindi a qualche riflessione che ho fatto rileggendo 300 e su come se non lo avete letto, la nuova edizione, ottimamente realizzata (qui un’anteprima), sia un’occasione perfetta per colmare subito questa lacuna.

Quando si legge 300, la prima parola che viene in mente è senz’altro “potenza”. Prima ancora che la storia sono i disegni di Miller, con personaggi dalla solidità quasi geometrica e sfondi e ambienti in cui domina la pietra, a comunicare questa sensazione. Le grandi tavole orizzontali potrebbero essere utilizzate come modello per scolpire i fregi di un tempio greco. Nessun green screen e nessuna CGI colorata in digitale potranno rendere l’effetto che Frank Miller e Lynn Varley hanno creato in queste pagine. Tra le rocce delle Termopili gli Spartani in formazione diventano essi stessi rocce che i Persiani non riescono a smuovere.

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Passando alla storia, è impossibile non fare parola delle discussioni che hanno da sempre riguardato 300 e che sono legate all’orientamento politico del suo autore. Che Miller sia di destra non è un segreto, specialmente dopo la deriva (declino?) presa dalle sue ultime opere e di cui un esempio si ha nell’adattamento fatto da lui stesso per il film di Zack Snyder. Ecco, nel 300 fumetto queste idee sono quasi del tutto assenti, e anzi sarebbe facile interpretare gli Spartani come una piccola nazione la cui identità è minacciata dall’Impero “USA“. Ma fortunatamente l’ideologia dietro a 300 impallidisce di fronte a una storia che ha tutto per essere paragonata a un grande racconto epico.

Leonida e i suoi 300 Spartani infatti non sono protagonisti di una tragedia; la loro morte non è un capriccio del destino, triste perché immotivata. Il loro sacrificio è un tassello fondamentale che andrà a comporre la vittoria dei Greci sui Persiani di Serse, come proprio la fine del fumetto fa capire. E il re Spartano ha la statura e lo spirito di un eroe di Omero, ma non la devozione: la sua razionalità e i suoi lucidi calcoli politici lo rendono un grande personaggio moderno. Il suo affetto per i soldati e l’amore per la moglie lo rendono umano.

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Ma perché rileggere (o leggere per la prima volta) 300 ora, dopo che un film ha reso, bene o male, note a tutti alcune immagini prese di peso dal fumetto e alcune frasi più celebri (“Questa è Sparta!” o “Stasera ceneremo all’Inferno!”) sono quasi modi di dire? Perché, come ho sperimentato in prima persona,  la forza della storia e delle illustrazioni è rimasta intatta fin dal 1998. Leggendo il fumetto di Frank Miller ci si dimentica del film di Snyder (e dei cloni che ha generato) e ogni immagine colpisce come la prima volta; si dimentica anche la appassionata e definitiva parodia di Leo Ortolani, perché anche l’umorismo non manca (“Abbiamo condiviso la nostra cultura tutta la mattina”). La lettura conquista e coinvolge, qualunque siano le vostre idee politiche .

300 è un gioiello, una pietra che il tempo e gli eventi non hanno scalfito. Non leggendolo ci si farebbe scappare uno dei capolavori di quella che Will Eisner, idolo di Miller, ha definito Arte Sequenziale.

Voto: Imprescindibile

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