Sette Cloni, la recensione
Pubblicato il 6 Marzo 2014 alle 12:15
Il primo contatto alieno dell’umanità, l’elezione del presidente dell’umanità, un sordido attentato programmato da trent’anni. E ovviamente sette cloni assassini al centro della vicenda.
Sette Cloni
Autori: Louis, Stèphane de Caneva
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Fantascienza
Provenienza: Francia
Prezzo: 20×27, C, 64 pp, col. € 11,95
Data di pubblicazione: febbraio 2014
Nel numero 10 della collana, i sette eponimi protagonisti della storia sono dei cloni. Sette uomini di circa trent’anni e dalle esistenze assai diverse – accomunate dall’unico trait d’union di una qualche forma di insanità o disagio mentale – condividono senza mai essersi incontrati né conosciuti, delle strane visioni e una tara alla mano destra, che unisce loro medio e anulare.
Mentre l’umanità intera si appresta a votare nella più importante campagna elettorale della propria storia, quella che eleggerà il suo primo presidente assoluto dandogli il potere di rappresentarla presso le altre razze aliene, nei sette cloni si risveglia la programmazione che li spinge a riunirsi proprio allo scopo di assassinare il presidente dell’umanità. Le cose però sono un po’ più complicate di così, e un’intera esistenza imperfetta, da umani, le complica ulteriormente.
Sette Cloni è un classico thriller fantascientifico, ambientato in un futuro in odor di Blade Runner, nel quale i confini fra pubblico e privato, fra economico e politico sono già collassati da un pezzo e la pubblicità e il commercio coprono ogni cosa come un manto assieme rassicurante ed inquietante. In questo contesto si inserisce poi l’ulteriore elemento fantascientifico del contatto politico alieno, e ovviamente la tecnologia dei cloni e la telepatia. Insomma un meltin pot di elementi di genere variamente incastrati a formare una storia tutto sommato solida.
Ben descritta l’ambientazione sia per quanto riguarda l’ideazione che la resa grafica: entrambe sufficientemente coerenti e particolareggiate, riescono a trasmettere l’idea di un futuro umano credibile. Nulla di particolarmente nuovo nemmeno nella parte thriller, il cui mistero però è abbastanza ben tenuto da condurre verso il disvelamento finale.
Il tutto risulta però un po’ affrettato, con molti elementi appena accennati e lasciati cadere. In fondo il meltin pot fantascientifico di cui parlavamo è un bel po’ di carne al fuoco per un racconto di poco più di 60 pagine; c’è materiale per una piccola saga.
Il vero punto debole del tutto sono però i dialoghi: un po’ stucchevoli, legnosi, risultano spesso poco credibili e soprattutto rendono poco credibili anche i personaggi, il cui spessore caratteriale non è all’altezza dell’impostazione psicologica che sembra essere nelle intenzioni dell’autore.
Una lettura tutto sommato piacevole, ma molto al di sotto delle sue potenzialità.