Friedrichstrasse – Le Storie Bonelli n. 16 – Recensione

Pubblicato il 3 Marzo 2014 alle 10:41

Alessandro Bilotta e Matteo Mosca tornano sulla collana antologica dell’editore milanese con una storia ambientata nella Berlino Est durante la Guerra Fredda.

FriedrichstrasseLe Storie n. 16 – Friedrichstrasse

Autori: Alessandro Bilotta (testi) e Matteo Mosca (disegni).

Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.

Provenienza: Italia.

Genere: Storico-psicologico.

Prezzo: 3,50 Euro.

Data di pubblicazione: gennaio 2104

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Non c’è due senza tre. I detti antichi, secondo alcuni, hanno sempre ragione. Secondo altri, invece, non è affatto così. La questione è tuttora aperta, e noi possiamo dare il nostro piccolo contributo a essa dicendo che nel caso di Alessandro Bilotta l’adagio popolare è quanto mai vero.

Alla sua terza apparizione sulla collana Le Storie, infatti, l’autore romano realizza per la terza volta un ottimo lavoro. Lo fa con una vicenda diversa tanto da “Il lato oscuro della Luna” quanto da “Nobody”, eppure in parte affine a queste, sia per la costruzione del personaggio principale, sia per l’importanza che dà all’aspetto psicologico.

Abbandonati gli angusti spazi di una navicella spaziale in viaggio verso la Luna e le rievocazioni di un’infanzia trascorsa nella provincia a stelle e strisce, messe da parte navi, isole solitarie, traversate oceaniche e personaggi della letteratura di ogni spazio e tempo, questa volta Bilotta imbastisce una storia ambientata nella Germania Est nel pieno della Guerra Fredda.

Con una maestria lodevole riesce a ricostruire l’atmosfera che si respirava nella Repubblica Democratica Tedesca di fine Anni Settanta, un’atmosfera grigia e tesa, sospettosa e apassionale. Lo fa attraverso il protagonista della vicenda, Friedrich, agente della Stasi che si trova a dover sorvegliare la cantante Marlene Becker, che egli apprezza molto, ma che è sospetta al regime. Ma lo fa anche attraverso i personaggi secondari, personaggi-tipo, fondamentali nell’economia del racconto ma anche del mondo ricostruito da Bilotta. Lo fa, infine anche grazie a una serie di dettagli che il bravissimo Matteo Mosca riesce a rendere appieno nelle oltre cento tavole del sedicesimo albo de Le Storie.

Il disegnatore era stato già accanto a Bilotta ne “Il lato oscuro della Luna”. Ritorna anche in “Friedrichestrasse” e firma un’altra prova sopra la media. Se l’albo ha l’efficacia che possiede, molto lo si deve anche ai disegni di Matteo Mosca, straordinario nel rappresentare paura e rassegnazione, intransigenza e disperazione dei tedeschi dell’Est. Il suo tratto deciso raffigura peronaggi brutti, in disfacimento, il cui aspetto fisico è primo testimone delle brutture alle quali sono abituati.

Psicologismo, si diceva, ricostruzione storica, si aggiungeva, ma non finisce qui. Già, perché la storia è anche una vicenda che, quando c’è bisogno di premere il piede sul pedale dell’azione, non si tira affatto indietro. Anzi. Azione e psicologismo, intrighi e mistero. Squarci sul passato, sul presente e sul futuro dei protagonisti che intrigano senza dar quella fastidiosa sensazione di dettagli necessari ma non forniti. Ce n’è abbastanza, insomma, per dire che sì, questa è davvero una bella Storia.

Voto: 8

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