Un Fantastico Via Vai – Recensione in anteprima
Pubblicato il 11 Dicembre 2013 alle 13:00
Arnaldo è un uomo soddisfatto della propria routine quotidiana. É impiegato di banca, è sposato con una donna bellissima e ha due vivaci gemelline. Un giorno, a causa di un equivoco, viene sbattuto fuori di casa e decide di andare a vivere con quattro studenti universitari. Per Arnaldo sarà un ritorno al passato che gli permetterà di riconsiderare la propria vita e di aiutare i suoi nuovi amici con la propria maturità
Un Fantastico Via Vai
Titolo originale: Un Fantastico Via Vai
Genere: Commedia
Regia: Leonardo Pieraccioni
Interpreti: Leonardo Pieraccioni, Serena Autieri, Giorgio Panariello, Marco Marzocca, Maurizio Battista, Massimo Ceccherini, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef, Marianna Di Martino, Alice Bellagamba
Provenienza: Italia
Durata: 95 min.
Casa di produzione: Levante, Rai Cinema
Distribuzione (Italia): 01 Distribution
Data di uscita: 12 dicembre 2013 (Italia)
Tra i cinepanettoni dei Vanzina e i cinetorroni di De Laurentiis, un anno sì e uno no spunta quello che potremmo definire il cinepanforte, in omaggio alle origini toscane dell’accattivante Leonardo Pieraccioni che ci ha abituato ad innocue, seppure gradevoli, favolette retoriche. Stavolta, però, l’attore e regista fiorentino scade in un buonismo eccessivo perfino per i suoi canoni privando la storia anche di quel pizzico di irriverenza che avrebbe potuto contrastarne gli eccessi zuccherosi.
Lo stampo produttivo di Rai Cinema si fa sentire e si ha la sensazione di assistere ad una scialba fiction televisiva per famigliole piuttosto che ad un prodotto cinematografico. La sceneggiatura viene affidata a Paolo Genovese, regista tra l’altro del pregevole La Banda dei Babbi Natale con Aldo, Giovanni e Giacomo e dei due Immaturi, ma non riesce a tirar fuori i personaggi dagli stereotipi in cui sono intrappolati.
Sbattuto fuori di casa dalla moglie Anita, una Serena Autieri troppo abbottonata e sempre uguale a se stessa, il noioso Arnaldo va a convivere con quattro teenagers tornando a provare attraverso di loro i sentimenti e le pulsioni dell’adolescenza. Purtroppo il protagonista procede solo tra pistolotti moralizzatori pieni di miele e poesia e gag perlopiù insipide, le più riuscite delle quali sono già visibili nel trailer. Ad esempio la corsa fuori dal ristorante, un’autocitazione da I Laureati, primo film di Pieraccioni, che dimostra come gli anni che il protagonista può sentirsi dentro non rispecchiano quello che è in realtà.
I quattro ragazzi in questione presentano situazioni trite e ritrite dagli esiti scontati. A cominciare dalla classica vicenda Indovina chi viene a cena: il ragazzo nero fidanzato con la bionda figlia di un razzista interpretato da Giorgio Panariello in una delle sue consuete ma meno memorabili macchiette. C’è la ragazza meridionale incinta che non vuol far sapere nulla ai genitori, lo studente di medicina belloccio che serve solo a risolvere in maniera prevedibile una delle altre linee narrative e l’ex-Velina superficiale e volgarotta, una Chiara Mastalli che, oltre al sedere, sfodera un accento romano sforzato e finto.
D’altronde il padre della ragazza è Massimo Ceccherini, che di volgarità se ne intende, uno stralunato investigatore privato la cui presenza è abbastanza ridotta e va benissimo così. Pieraccioni inventa un’inedita coppia di comici romani composta da Maurizio Battista, attuale fenomeno televisivo e teatrale, e Marco Marzocca, esploso a Zelig. Il duo è affiatato e funziona, entrambi gli attori sono spontanei e divertenti anche se lo script non li esalta coinvolgendoli in dinamiche risapute da commedia degli equivoci.
La regia regala qualche momento imbarazzante tra cui lo spot nemmeno tanto subliminale della marca di pasta che fa da sponsor al film e attorno alla quale si è scatenata recentemente una polemica circa la presenza o meno di famiglie gay negli spot televisivi. In un film che potrebbe apparire così timorato di Dio, appare coraggioso il cameo di Enzo Iacchetti nel ruolo di un vescovo blasfemo così come la battuta della ragazza incinta che si dichiara favorevole ad aborto, divorzio ed eutanasia. Presente anche un cameo di Alessandro Benvenuti. Una curiosità: durante i titoli di coda si può ascoltare il brano La risata di mia figlia, scritto e cantato dallo stesso Pieraccioni.
Tanta simpatia, qualche sorriso tirato e una storiellina inerte con l’immancabile lieto fine. Manca del tutto di sano cinismo comico e di originalità. Come al solito porterà moltissime famiglie al cinema e sbancherà i botteghini ma, vi avvertiamo, si rischia il diabete.