I Sogni Segreti di Walter Mitty – Recensione
Pubblicato il 8 Gennaio 2014 alle 21:48
Walter Mitty è un ometto mite e compassato con la testa perennemente tra le nuvole. Impiegato presso la rivista Life, in procinto di chiudere e di passare in formato on-line, Walter riceve un pacco di diapositive dal grande fotoreporter Sean O’Connell. Proprio il negativo che dovrebbe servire per la copertina dell’ultimo numero è misteriosamente assente. Ispirato dalla collega Cheryl, Walter si scuote dalla sua apatia e decide di mettersi in viaggio per trovare O’Connell.
I Sogni Segreti di Walter Mitty
Titolo originale: The Secret Life of Walter Mitty
Genere: Commedia, Avventura
Regia: Ben Stiller
Interpreti: Ben Stiller, Kristen Wiig, Adam Scott, Sean Penn, Shirley MacLaine
Provenienza: USA
Durata: 114 min.
Casa di produzione: 20th Century Fox, Samuel Goldwyn Films, Red Hour Films, New Line Cinema
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Data di uscita: 19 dicembre 2013 (Italia); 25 dicembre 2013 (USA)
Walter Mitty nasce nel 1939 come personaggio letterario in un racconto breve di James Thurber dal quale è stato tratto il film Sogni Proibiti (The Secret Life of Walter Mitty) del 1947, diretto da Samuel Goldwyn, e al quale il nostro Neri Parenti si è ispirato per la commedia Sogni Mostruosamente Proibiti, con Paolo Villaggio, del 1982.
Questa nuova trasposizione vede Ben Stiller in veste di regista e interprete principale ed ha diviso pubblico e critica d’oltreoceano floppando al botteghino americano ma recuperando nel resto del mondo. E’ stato infatti nominato come miglior film dal National Board of Review e qualcuno lo ha perfino definito il nuovo Forrest Gump, ma ha anche ricevuto diverse nomination ai Razzie Awards, gli anti-Oscar.
Si tratta in realtà di una favoletta dagli esiti piuttosto scontati e dalla morale banalotta. Walter Mitty è un ometto timido e mediocre che si limita a sognare grandi avventure finché l’esigenza di ritrovare la foto perduta e l’amore per la collega Cheryl, interpretata da Kristen Wiig, non lo spingono a mettersi in azione davvero e ad intraprendere un viaggio intorno al mondo tra svariate peripezie. La storia è tutta qui.
Il cameo di Sean Penn nel ruolo di O’Connell non resterà certo nella storia del cinema come pure l’interpretazione di Shirley MacLaine nel ruolo della madre di Mitty, personaggio davvero poco approfondito e puramente funzionale. Bravo Adam Scott nel rendere antipatico il nuovo manager di Life, rivista resa da Stiller, in maniera più o meno pretestuosa, chiara metafora del percorso del protagonista che procede tra risvolti narrativi tirati per i capelli verso un lieto fine poco credibile.
La narrazione debole, priva di mordente e sterile sotto il profilo emotivo è espressa attraverso una regia pur pregevole. Le spericolate sequenze dei sogni ad occhi aperti del protagonista, sostenute da buoni effetti visivi, lasciano il posto nel mondo reale a campi lunghi attraverso inquadrature fisse che vorrebbero essere suggestive diapositive di una vita che ha finalmente preso il volo.