Supereroi Il Mito 12: Avengers Le Origini, la recensione
Pubblicato il 11 Febbraio 2014 alle 11:10
Come sono nati i Vendicatori, il gruppo di supereroi più potente della Terra? Ce lo racconta Joe Casey rielaborando la leggendaria storia di Stan Lee e Jack Kirby in un nuovo volume della collana Supereroi il Mito!
Supereroi Il Mito 12 – Avengers Le Origini
Autore: Joe Casey, Paul Jenkins, Roberto Aguirre-Sacasa (testi), Phil Noto, Paolo Rivera, Stephanie Hans (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: febbraio 2014
Un tempo i fumetti di supereroi erano impostati in maniera differente da quella odierna e nell’ambito di un episodio gli autori inserivano una mole di avvenimenti che oggi gli sceneggiatori racconterebbero nell’arco di cinque o sei numeri. Nessuna delle due attitudini è migliore o peggiore dell’altra e si tratta solo di una diversità nell’approccio, motivata dai mutamenti del mercato e dei gusti dei lettori. Se prendiamo quindi in considerazione gli albi d’esordio di tanti comic-book americani pubblicati negli anni sessanta vedremo che le origini del supereroe di turno si dipanavano in una ventina di pagine.
Sulla scia del successo delle pellicole cinematografiche, la Marvel ha proposto opere che raccontavano di nuovo le origini degli eroi, sia per svecchiarle e renderle più moderne, sia per approfondire elementi che negli albi storici erano stati appena accennati, quando non trascurati. Naturalmente gli autori hanno rispettato le trame originali utilizzando però linguaggi e situazioni più al passo con i tempi. E il presente volume della collana Supereroi Il Mito si concentra proprio su alcuni di questi prodotti.
Come è facile intuire, è incentrato sui Vendicatori, il gruppo di supereroi più potente della Terra che ormai ha assunto una rilevanza indiscutibile a livello di mercato, considerando i numerosi serial ad essi dedicati. Il volume include la miniserie Avengers: The Origin, scritta dall’abile Joe Casey che rinarra la prima avventura della squadra con una storia in cinque capitoli. Va specificato che l’autore non stravolge nulla e rispetta la story-line dei leggendari Stan Lee e Jack Kirby, scegliendo però di modernizzare qualcosa. Rick Jones e la sua Brigata Giovanile, per esempio, non sono più radioamatori ma hackers; e, per esempio, Casey fa apparire Mr. Fantastic con un riferimento a un celebre episodio dei Fantastici Quattro che vide la comparsa di Ant-Man. Casey compie quindi un’operazione post-moderna, rileggendo la storia con un’ottica attuale ma lasciando inalterata la continuity.
Il resto è uguale: il perfido Loki, ansioso di distruggere l’odiato fratellastro Thor, architetta un piano ai suoi danni coinvolgendo l’irrefrenabile Hulk. Ma per un caso fortuito entrano in campo Iron Man, Ant-Man e Wasp e le macchinazioni del dio dell’inganno non si riveleranno fruttuose e faranno nascere una grande squadra di eroi. Casey analizza abilmente le psicologie dei personaggi e approfondisce alcuni particolari come quello di Hulk nascosto in un circo (dettaglio che Lee e Kirby avevano a malapena sfiorato) e pure l’epilogo è impeccabile poiché chiarisce quali saranno gli obiettivi del team. Si tratta di un omaggio alla Marvel dei tempi d’oro e testi e dialoghi sono ben impostati, di valenza quasi cinematografica.
Il penciler Phil Noto, dal canto suo, realizza belle versioni dei character con il suo tratto evocativo che ben rende visivamente il carisma di Thor, il fascino di Wasp, l’aggressività intimidente di Hulk, la freddezza di Iron Man e la simpatia nerd di Ant-Man. Quindi, anche dal punto di vista dei disegni, Avengers: The Origin è valido. E ci sono due altri piacevoli contributi, sempre imperniati su due Vendicatori e, nello specifico, sulle loro origini rivisitate in chiave contemporanea.
Il primo è tratto da Mythos: Hulk, dedicato ovviamente al Golia Verde. Il bravo Paul Jenkins, con lo stile narrativo malinconico e introspettivo che lo contraddistingue, delinea in maniera personale, ma sempre rispettosa della tradizione, la nascita di Hulk e approfondisce i rapporti non facili che intercorrono tra il tormentato Bruce Banner e la sensibile Betty Brant; nonché quelli ancor più difficili tra lo scienziato e il collerico Generale Ross. I dipinti di Paolo Rivera, oscuri e crepuscolari, sono adatti alla vicenda cupa della trama, sebbene in alcune pagine risultino statici, più adatti all’illustrazione che allo story-telling di matrice fumettistica. Ma nel complesso l’opera è di grande valore.
Lo stesso dicasi per Avengers Origins: Ant-Man & The Wasp che ha a che fare con la coppia Hank Pym e Janet Van Dyne. A scrivere l’albo è Roberto Aguirre-Sacasa, anche lui portato per l’analisi psicologica (basti pensare al lavoro da lui svolto con i Fantastici Quattro) e si assume il compito di raccontare le originali vicissitudini di Hank Pym precedenti l’esordio nei panni di Ant-Man, riuscendo a non trascurare nulla (in principio il personaggio fu pubblicato nell’antologico Tales To Astonish ma non indossava il costume da supereroe).
L’autore fa un’analisi raffinata pure con Wasp, descrivendo una ragazza interiormente fragile e insicura che cela il suo senso di inadeguatezza dietro la frivola maschera di una giovane ereditiera viziata. Anche in questo caso i disegni sono di impostazione pittorica e l’ottima Stephanie Hans realizza tavole di grande bellezza formale, dark e inquietanti, particolarmente riuscite nelle sequenze riguardanti l’eroe di minuscole dimensioni alle prese con animali giganteschi, sebbene si rilevino anche qui certe staticità che rendono il lavoro più assimilabile all’arte illustrativa e poco attinente al linguaggio dei comics. In ogni caso, l’intero volume è da tenere d’occhio e piacerà ai Marvel fan storici, affettivamente legati alla Marvel dei sixties, e agli estimatori delle odierne pubblicazioni della Casa delle Idee.