Abara Ultimate Deluxe Collection, la recensione della riedizione della miniserie Nihei
Pubblicato il 7 Febbraio 2014 alle 16:30
Torna in formato deluxe la miniserie fantascientifica di Tsutomu Nihei, autore di Blame!.
Abara Ultimate Deluxe Collection
Storia e disegni: Tsutomu Nihei
Casa editrice:Planet Manga
Provenienza: Giappone
Target:Seinen
Genere: Fantascienza
Prezzo:€ 12,90, 14,5×20 cm, 408 pp., b/n e colore, con sovraccoperta
Dopo la riedizione di Blame!, Planet Manga ripropone come volume unico e in formato deluxe anche la miniserie Abara, uscita in due volumi nel 2007.
Le prime pagine di Abara Ultimate Deluxe Collection si aprono con la raccapricciante metamorfosi che trasforma un uomo comune in un Gauna Bianco, un essere mostruoso che semina panico e morte nella città fantascientifica (in puro stile Nihei) in cui si svolge la vicenda. Per contrastarlo Tadohomi, una cosiddetta “optometrista”, decide di andare contro le direttive dell’organizzazione di cui fa parte e richiamare Denji Kudo. Kudo è in grado di trasformarsi in un Gauna Nero, forma mutata dei Gauna Bianchi ed unica creatura in grado di contrastarli; mentre Kudo affronta il proliferare di Gauna Bianchi Tadohomi, insieme all’agente del Dipartimento di Giustizia Sakijima, cerca di avvicinarsi al Mausoleo, costruzione misteriosa che troneggia al centro della città, il luogo che sembra vada preservato perché l’umanità possa salvarsi dalla furia del mostro.
Chi ha già avuto modo di leggere altre opere di Tsutomu Nihei (di cui Planet Manga ha pubblicato, oltre a Blame!, anche il volumi unici Blame! Academy, Noise e Wolverine – Snikt!, la serie Biomega – per la quale è stata annunciata una riedizione in formato Deluxe – e la serie Knights of Sydonia, tutt’ora in corso), riconoscerà sicuramente in Abara i tratti che più caratterizzano l’autore: una mano straordinaria nel disegnare piani infiniti di città futuristiche, la laconicità dei dialoghi e, purtroppo, una non sempre efficace narrazione di vicende molto oscure.
Abara, infatti, seppur abbia tutti gli elementi per affascinare (non ultimo un finale dal taglio apocalittico), soffre di una certa mancanza di limpidezza. Eppure, i primissimi capitoli facevano ben sperare in una trama almeno parzialmente lineare: il massacro compiuto dal Gauna Bianco e il contrattacco di Kudo, però, scoperchiano un numero decisamente esagerato di organizzazioni segrete e personaggi secondari che passano quasi inosservati, sacrificati agli spazi ristretti della miniserie (alcuni compaiono dal nulla, altri letteralmente scompaiono nel nulla), oltre a presentare una serie di concetti che da subito risulta chiaro non verranno mai precisati. In più, non aiuta la scarsa quantità di dialoghi, tra l’altro piuttosto sibillini e scarni.
Gli evidenti difetti a livello di narrazione sono però compensati a livello visivo: la straordinaria mano di Nihei è ancora più raffinata e ci regala paesaggi urbani tentacolari, ambienti cyberpunk, esseri mostruosi e deformi e – miglioramento sostanziale rispetto al precedente Blame! – volti finalmente espressivi e ben caratterizzati. Abara si delinea come un manga “di atmosfera”, che punta sul suggerire situazioni e suggestioni più che su un ben definito svolgersi degli eventi.
Quello presentato da Planet Manga in questa nuova veste editoriale – di ottima qualità e grande formato, con sovraccoperta, pagine a colori in parte su carta patinata e poster – è dunque un manga che va apprezzato per quello che può in effetti dare: non una vera e propria cronaca, ma delle sensazioni da un futuro apocalittico e ostile in cui, in effetti, non ci piacerebbe vivere.