Turok: Dinosaur Hunter #1 di Greg Pak e Mirko Colak, la recensione
Pubblicato il 7 Febbraio 2014 alle 19:30
A fare da apripista alla nuova incarnazione dei personaggi dell’universo Gold Key – sotto l’egida della attenta Dynamite – è Turok forse il personaggio più conosciuto di questo universo sia per le sue varie incarnazioni fumettistiche ma soprattutto per quelle videoludiche.
Turok: Dinosaur Hunter #1
Autori: Greg Pak (testi), Miro Colak (disegni)
Casa Editrice: Dynamite Entertainment
Provenienza: USA
Genere: Action
Prezzo: $3.99
Data di Pubblicazione: febbraio 2014
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Turok: Dinosaur Hunter si presenta così con un nuovo #1 e con un team creativo di tutto rispetto composto da Greg Pak ai testi, che sembra vivere una seconda giovinezza da quando è in forza anche alla DC Comics, e Mirko Colak alle matite.
Pak decide di riprendere le origini classiche del personaggio, tralasciando per il momento le sue versioni cyber-apocalittiche degli anni ’90 targate Valiant/Acclaim, mostrandoci un Turok nativo americano in epoca pre-colombiana mentre le matite di Colak fanno risaltare questo#1 che risulta essere prettamente introduttivo con un ritmo lento ma in cui i dialoghi non sono mai stucchevoli e l’azione è parsimoniosa.
L’albo si potrebbe comodamente dividere in 3 parti: nell’introduzione assistiamo all’assalto della famiglia del piccolo Turok, nella parte centrale invece abbiamo un Turok cresciuto e i cui problemi di integrazione con la sua tribù costituiscono il grosso dell’azione e nella parte finale Pak decide di far comparire i dinosauri e soprattutto di mettere in moto il vero twist dell’albo. Scopriamo infatti che le vicende sono ambientate nel 1210 ma cosa ci fanno dei Crociati europei in America e come hanno fatto ad “ammaestrare” i dinosauri?
E’ proprio il twist finale a lasciare spiazzati e non in senso positivo, infatti Pak fino a quel momento aveva costruito un albo quasi introspettivo e dal gusto europeo in cui le matite di Colak, precise ed espressive, erano perfettamente a loro agio.L’azione concitata delle ultime pagine infatti le vanifica stridendo con un layout troppo “stretto” e con due splash-pages che spezzano il ritmo.
In definitiva l’albo non mi ha particolarmente preso: Pak vorrebbe giostrare su due fronti quello del mistero intorno alla morte dei genitori di Turok e quello dei Crociati giunti in America ma l’albo è strutturato in modo tale da non rendere portanti nessuna di queste due parti.
Ho trovato ottime le matite di Mirko Colak invece: il suo tratto fluido e rilassante come già detto valorizza l’albo soprattutto grazie ad una attenta resa dell’ambiente naturale circostante che a mio modo di vedere deve essere elemento in più in una serie come Turok.
Se questo #1 non brilla è però indubbio che Pak non ha avuto un compito facile nel rilanciare Turok, il personaggio più esotico del roster Gold Key, e quindi mi sento di potergli concedere il beneficio del dubbio almeno fino alla fine del primo story-arc in cui dovrà dimostrare dove questa narrazione meta-storica vuole andare a parare e soprattutto dovrà dare a Turok una caratterizzazione convinta magari con l’introduzione di qualche personaggio secondario.