Transmetropolitan n. 9, la recensione della serie di Warren Ellis
Pubblicato il 8 Febbraio 2014 alle 18:30
Ritorna Spider Jerusalem, il cronista più bastardo e irriverente del mondo, coadiuvato dalle sue immonde assistenti! Il conflitto tra lui e lo spietato Presidente Callahan diventa sempre più aspro come avrete modo di scoprire nel nono volume di Transmetropolitan, il serial del grande Warren Ellis!
Transmetropolitan n 9
Autori: Warren Ellis (testi), Darick Robertson (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,5 x 25,2, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2014
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Warren Ellis non è un autore qualsiasi e coloro che hanno letto Doom 2099, Hellstorm, la discussa run di Hellblazer e altre sue opere, lo sanno benissimo. L’autore britannico ha uno stile graffiante e provocatorio e a volte è stato vittima della censura operata dalle major Marvel e DC. In lui non mancano inoltre intenti di critica socio-politica e un’attitudine arrabbiata e disincantata quasi punk. Transmetropolitan, nello specifico, rientra in tale discorso e, al di là dello sfondo fantascientifico, può essere considerata un’impietosa analisi dell’attuale sistema informativo occidentale, nonché della corruzione e della mancanza di scrupoli degli ambienti politici.
Protagonista della serie è Spider Jerusalem, reporter dal carattere indisponente e cinico. Lavora per la rivista Ward e ha pestato i piedi a molti individui potenti. Nessuno è però più potente e pericoloso di Callahan, il Presidente degli Stati Uniti che, oltre ad agire in maniera spietata pur di raggiungere i propri obiettivi, è un pericoloso psicopatico. È stato Callahan infatti a rendersi responsabile della morte di Vita Severn, la sua fedele assistente, e solo perché la sua uccisione avrebbe potuto giovargli in campagna elettorale. E non finisce qui poiché Callahan ha persino fatto eliminare la moglie e i figli, sempre per ragioni legate al potere.
Spider è a conoscenza di tanti sporchi segreti di Callahan e ha deciso di combatterlo con ogni mezzo a disposizione. Non è però solo spinto dal desiderio di divulgare la verità perché non mancano motivi personali. Il cronista era innamorato di Vita e le sue iniziative sono pure quelle di un amante vendicativo. Coadiuvato dalle sue avvenenti assistenti, Channon e Yelena, negli episodi precedenti è riuscito in parte a rovinare l’immagine di Callahan ma questi non è ancora sconfitto. Anzi, intende schiacciare Spider una volta per tutte. E, del resto, il giornalista non se la passa bene, considerando che è affetto da una grave malattia e gli restano solo pochi mesi di vita. Consapevole dello scorrere fatale del tempo, quindi, Spider si concentra sul suo compito: rovinare Callahan.
E in questo tp che include i nn. 49-54 della testata originale Spider scopre un’altra verità scottante sul conto del Presidente. Tutto è collegato alla setta dei Transienti, individui che nella sconcertante America futuribile descritta da Ellis si sottopongono a mutazioni per svariati motivi. Una Transiente potrebbe in effetti compromettere Callahan e Spider cercherà prove e documenti al riguardo. E naturalmente Callahan non se ne starà con le mani in mano. Un ruolo importante nella story-line lo svolge poi il direttore del Ward, il superiore di Spider, che si rivelerà non meno manipolatore di lui.
Ellis scrive testi inventivi e visionari di matrice cyberpunk con influssi post-moderni e i dialoghi sono irriverenti e spiazzanti. Oltre alla trama, caratterizzata da un ritmo serrato e adrenalinico, ciò che più sconcerta di Transmetropolitan è il ritratto della società che ne viene fuori: un mondo popolato da poliziotti brutali e violenti; maniaci e pervertiti; persone affette da devianze agghiaccianti; e in cui dilagano immagini di sesso, morte e materialismo enfatizzate dal sistema mediatico e informativo. In parole povere, quella di Transmetropolitan non è fantascienza ma la cronaca dei nostri giorni, sebbene presentata in chiave fantasiosa e metaforica.
Il penciler Darick Robertson, artista regolare della serie, fa un ottimo lavoro, caratterizzando con abilità ogni personaggio e valorizzando le sceneggiature con il lay-out ben concepito. E non bisogna trascurare le vignette che illustrano l’intimidente e claustrofobico paesaggio urbano di Transmetropolitan, degno di una pellicola stile Blade Runner, ricche di numerosi dettagli. Non vanno altresì ignorate le splendide cover del compianto Moebius e del sopraffino Glenn Fabry. Insomma, Transmetropolitan continua ad essere un must e vale un tentativo.