Intervista esclusiva a J-POP e GP Manga
Pubblicato il 4 Febbraio 2014 alle 11:30
Abbiamo avuto nuovamente il piacere di intervistare Jacopo Costa Buranelli, line editor delle etichette orientali di Edizioni BD, JPOP e GP Manga, il quale ci ha dato non solo la sua opinione sull’attualità del mercato italiano del fumetto giapponese, ma ha anche discusso i piani delle label da lui curate per il prossimo futuro, a cominciare dalla Go Nagai Collection!
Intervista a cura di Roberto Addari e Federico Salvan
Ciao Jacopo! Bentornato sulle pagine di MangaForever!
Ehi, ciao! È un piacere essere di nuovo qui con voi!
Come va il mercato del manga in Italia?
Be’, ci sono un sacco di editori e un sacco di titoli proposti. Ci sono un sacco di manga e di conseguenza la concorrenza sul singolo titolo è piuttosto impegnativa. I numeri sono scesi parecchio rispetto a tre anni fa e questo ci fa pensare che forse il manga sta perdendo smalto. Complice anche un estro mancante nel panorama nipponico. Sicché possiamo ben dire che si tratta di un mercato… in crisi!
L’Italia è uno dei paesi del mondo in cui si leggono più manga, tuttavia non vi sembra che il numero di editori italiani sia eccessivo? C’è una “bolla” del manga che rischia di scoppiare?
Non saprei dirti se c’è una bolla. Certamente ci sono moltissimi editori e questo rende per certi versi “psichedelico” l’intero scenario nelle librerie specializzate. Si spera che nei prossimi anni la selezione porti a meno titoli, ma più mirati.
Come funziona l’acquisto di una serie dall’editore giapponese? Perché in Italia serie che in Giappone sono pubblicate sulla stessa rivista sono edite da editori diversi spesso con canali diversi (edicola, fumetteria e libreria)?
Semplicemente perché l’editore tratta per la pubblicazione di quella determinata serie. Non c’entra nulla la rivista che è solo un contenitore di capitoli del tankobon. La licenza è per il tankobon, quindi si tratta di parlare con l’agente e l’editore straniero che fanno da mediatori con l’editor e l’autore del manga. Per la diversificazione dei canali è un aspetto che si decide alla stesura del contratto.
Si propone un valore per i diritti italiani dell’opera calcolato su uno o più volumi della serie originale, prezzo di copertina, tiratura iniziale e destinazione (edicola/fumetteria). Se l’editore accetta questa offerta si procede con i dettagli contrattuali.
Sempre più spesso alle fiere o negli scambi di e-mail tra editor e appassionati si sente “pubblicherete questo manga” o “conoscete quest’altro”. Non avete paura che i lettori che avete “cresciuto” decidano di abbandonare l’edizione italiana di un manga per cercarlo online in maniera legale o meno? Cioè, come per telefilm e film, ora anche un manga è facilmente disponibile in rete se si mastica un po’ di inglese o spagnolo. Che pensieri avete a riguardo?
Be’ se noi siamo gli editori di una serie con fuori le scan, ci siamo sempre premuniti entrando in contatto con i forum e i vari personaggi coinvolti per toglierle dalla rete. Cerchiamo di contrastare la pirateria, sia noi che gli editori giapponesi, sebbene sia un fenomeno piuttosto attivo. Noi crediamo nella qualità dell’edizione e nella qualità della traduzione. Il nostro prodotto non ha minimamente a che fare con quello proposto dai siti di scan. Dietro a un nostro manga ci sono diverse persone, professionisti che lavorano duramente. Forse l’editoria digitale ci aiuterà a sistemare questa situazione che danneggia sia l’editore sia il pubblico, secondo un’equazione abbastanza semplice.
A proposito di manga online legali: sia case editrici come la Kodansha che piattaforme come Crunchyroll offrono la possibilità di leggere nuovi capitoli di manga (o serie intere) in inglese per una spesa minima. Pensate che una cosa simile sarebbe possibile anche in italiano, magari anche per serie inedite un po’ più “vecchiotte” e che non avrebbero grandi vendite in versione cartacea?
Sì, questo fenomeno da te descritto sarebbe sicuramente l’ideale per contrastare il problema della pirateria. Forse quando l’editoria digitale avrà preso più piede, si potrà pensare di instaurare un sistema simile.
Continuando con metodi alternativi di pubblicazione: il formato del magazine (Jump, Afternoon ecc) che tanta fortuna ha in Giappone, in Italia dopo alcuni tentativi è stato abbandonato. Si è trattato di un problema di costi/ricavi o una rivista con storie diverse, articoli e pubblicità (sullo stile diciamo di Topolino o Linus) non è adatta ai lettori di manga italiani?
Un po’ il formato rivista evidentemente non attira. Un po’ anche la complessità di inserire più licenze all’interno di un unico contenitore crea diversi grattacapi a tutti i responsabili licensing. Come spiegavo prima, il discorso di lavorare sui diritti per il tankobon crea numerosi problemi nel momento in cui si vuole pubblicare “a puntate”, quando si parla di fumetto giapponese.
Diverso è certamente il discorso di Linus, ma per i manga credo che il destino delle riviste sia piuttosto segnato.
Cambiando argomento e citando i Simpons “Nessuno pensa ai bambini”? Ormai tra non molto quelli che negli anni 80 e 90 e sono cresciuti con i “cartoni animati giapponesi” avranno anche loro dei figli. Eppure i manga per preadolescenti o bambini delle classi elementari sono quasi assenti in Italia. Non pensate ci sia (o sarà) un mercato dei genitori che vogliono leggere manga insieme ai figli?
Potrebbe essere un’idea e soprattutto potremmo avere un banco di prova con la prossima nostra pubblicazione: POKEMON BLACK & WHITE, che uscirà per GP Manga, sarà una manga da edicola e sarà presentato in formato Viz Kidz, come in america (96 pagine a volume). Vediamo se riusciamo in questo modo a conquistare un po’ di piccolini, vediamo come si trovano con la lettura manga e vediamo se anche i genitori possono… darci una mano! ^_^
Sempre sui ragazzi cresciuti ad anime e manga: molti frequentano scuole di disegno o corsi volti proprio a disegnare manga. Non per frantumare dei sogni, ma è possibile la pubblicazione di manga italiani?
Mmmh, questo argomento è piuttosto spinoso. Generalmente il mercato dei manga in Italia punta unicamente su licenze giapponesi. Abbiamo provato, come J-POP a fare euro manga, con alcuni titoli che hanno avuto poca fortuna. Anche il mercato degli stessi fumetti made in Japan soffre, come detto prima, di una forte crisi. Quello che consigliamo sempre ai ragazzi che frequentano scuole di disegno è di puntare molto sullo stile individuale. Lo stile conta molto e se lo stile comprende anche quello manga, ben venga.
Quanto è difficile convincere i mangaka a venire in Italia e soprattutto le case editrici a lasciarli venire? Negli ultimi anni sembra che la situazione sia migliorata (Sadamoto a Milano, Obata, Hanazawa, Taniguchi a Lucca), prevedete un ulteriore aumento dei sensei in visita nel nostro paese?
Non è semplicissimo. Punto primo, i mangaka lavorano. E lavorano moltissimo… quindi hanno le scadenze da rispettare e non possono mettere in scacco tutto il sistema di rivista/tankbon per un invito. Tuttavia, devo ammettere che l’ospitalità italiana ha sempre di più riscosso successo anche negli ambienti dell’editoria giapponese e gli autori (così come le case editrici) si sono dimostrati sempre di più interessati. Sì, prevedo un aumento di sensei in visita nel nostro paese, anche al di là di Lucca.
Complimenti per la pubblicazione di Saint Young Men. Sappiamo che l’Italia è un paese abbastanza conservatore riguardo alla religione. Avete avuto o vi aspettate problemi?
Sì, ma non tanto per l’Italia in sé. Inoltre, anche il termine “problemi” è un po’ esagerato. Diciamo che l’autrice era particolarmente preoccupata che il suo manga potesse urtare l’animo dei fedeli o che certe sottigliezze religiose non fossero colte nello spirito giusto. Tramite Kodansha abbiamo lavorato per mediare, spiegando che l’Italia in realtà è un paese con una forte tradizione del fumetto e molto meno “conservatore” di quanto si pensi. Inoltre, il nostro bravissimo traduttore (Giovanni Lapis) è specializzato in Storia delle Religioni e ha sostenuto una prova con gli editor di Kodansha. Prova che ha superato brillantemente. Quindi, di conseguenza, tutto a posto!
Cosa vi ha fatto decidere di lanciarvi nel mercato dei manga da edicola (Area D)? Che differenza c’è con la distribuzione in fumetteria?
Con GP MANGA abbiamo iniziato a lavorare le collane da edicola. Il canale c’era, era lì, quindi perché non provarci? Abbiamo iniziato con J-POP EDICOLA per esserci, per promuovere un titolo in cui crediamo moltissimo (AREA D). L’edicola ha resi importanti e soprattutto è un mercato generalista. La fumetteria, invece, rappresenta una realtà ben più definita. La nostra idea è quella di selezionare sempre di più i manga da edicola tenendo conto di questa sua natura rivolta a un ventaglio più ampio di lettori.
Come va la lavorazione della nuova raccolta di Golgo 13?
Molto bene! Abbiamo in previsione di uscire a settembre con le stesse modalità del primo cofanetto.
Pensate di velocizzare il ritmo di pubblicazione delle light novel? Stanno ricevendo il riscontro che vi aspettavate?
Non particolarmente. La lavorazione di una novel ha di per sé dei tempi piuttosto dilatati. Dopo una prima ondata positiva per le novità, attualmente l’entusiasmo per le novel si è un po’ stabilizzato. Vediamo come sarà accolta la novel di SAO prevista per luglio.
Jeeg, Mazinger, Devilman. Le opere di Go Nagai non passano mai di moda per il pubblico italiano. Ci sarà mai la possibilità di avere di nuovo il Maestro ospite nel nostro paese?
Dalle ultime indiscrezioni pare che il maestro voglia visitare posti dove non è mai stato. Diciamo che predilige attualmente questo genere di mete, piuttosto che tornare in luoghi che lo hanno già ospitato. Tuttavia, l’Italia resta una nazione che ha amato moltissimo la sua arte, quindi, in futuro, perché no?
A Lucca anche altri editori hanno annunciato Nagai, quando tutti pensavano che voi aveste l’esclusiva. C’è il rischio che si scatenino aste o avete comunque il diritto di prima scelta?
Attenzione! Dynamic Planning, ovvero coloro che gestiscono i diritti di Nagai in patria, hanno sempre affermato che non è nella loro politica dare “esclusive”. Noi abbiamo stipulato un deal con un parco titoli ben definito e un piano editoriale chiaro che prevede una collection (con i classici) e una shin collection (con gli inediti). Ciò che rimane fuori dal deal può essere editato da altri senza problemi o “aste sanguinarie” ^^
Nel caso decidiate di riproporre Violence Jack, ricomincerete da capo o proseguirete da dove si è fermato il precedente editore? Nel caso ricominciaste da zero, i volumi conterrebbero gli stessi capitoli della precedente edizione (così che chi ha già acquistato i volumi possa riallacciarsi agli inediti) oppure prenderete un’altra edizione giapponese come riferimento?
A discapito di quanto si dice in giro, siamo seriamente interessati a fare Violence Jack. Sicuramente, secondo gli accordi presi, ricominceremo da zero la serie. Per quanto riguarda la conta dei capitoli, anche in questo caso, come abbiamo fatto per le precedenti serie nagaiane, ci baseremo su una versione più aggiornata dell’opera, in modo da concluderla e portare finalmente in Italia tutta la saga. Vi daremo maggiori dettagli nei prossimi mesi.
Opere come Scuola senza Pudore, Susanooh e Il Leone Nero rientrano nei vostri programmi? E la Getter Saga?
La Getter Saga sicuramente. Gli altri da te citati per il momento non sono nei nostri piani…. Ehi, ma mi stai facendo spoilerare tutta la Nagai Collection? ( -_-)
Dopo My Girl avete intenzione di pubblicare altro di Sahara Mizu (Watashitachi no shiawase no jikan, Tetsugaku Letra)?
In questo momento Sahara Mizu non è nei nostri progetti a breve termine. Ha un tratto incredibile e ha disegnato opere davvero interessanti. Noi stessi abbiamo amato (e versato svariate lacrime) su My Girl…
Grazie per essere stato con noi, Jacopo.
Be’ grazie a voi, come sempre!