Serial Victim, la recensione graphic novel italiana pubblicata negli USA

Pubblicato il 5 Febbraio 2014 alle 23:30

Arcana Studio pubblica una graphic novel tutta italiana: Serial Victim! Chi è Roy Hatzel e come mai quando tocca un cadavere ha strane percezioni? Ce lo spiega Simone Panepuccia coadiuvato dai disegnatori Andrea Bandini e Danilo Montanari!

Serial Victim

Autori: Simone Panepuccia (testi), Andrea Bandini, Danilo Montanari (disegni)

Casa Editrice: Arcana Studio

Genere: Thriller

Provenienza: USA

Prezzo: dollari 18,95, 17 x 26, pp. 156, b/n

Data di pubblicazione: gennaio 2014

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Si parla spesso di fuga di cervelli e vale pure per i fumetti, considerando che tanti bravi cartoonist italiani sono a volte costretti a proporre i loro lavori a case editrici straniere, forse a causa dell’ottusità e del conformismo di certi editori e anche perché alcuni di essi hanno ormai preso il pessimo vizio di non pagarli. Ci ho pensato leggendo Serial Victim, graphic novel scritta da Simone Panepuccia e disegnata da Andrea Bandini con le chine di Danilo Montanari. L’opera è stata pubblicata dall’Arcana e bisogna subito specificare che non sfigurerà di certo nell’ambito del mercato angloamericano.

Apprezzavo già Panepuccia poiché anni fa avevo avuto modo di leggere un fumetto cyberpunk, DP7, che lo vedeva, insieme a Baldo Di Stefano, tra i responsabili. E devo ammettere che con Serial Victim ha dato conferma delle sue capacità di narratore. Definire la graphic novel dal punto di vista del genere narrativo è difficile. Per comodità la potremmo considerare thriller e non mancano elementi degni di telefilm sulla falsariga di Criminal Minds; ma la story-line presenta suggestioni di tipo cospiratorio che sfiorano persino tematiche paranormali.

Il protagonista è Roy Hatzel, dotato di una strana facoltà: toccando un cadavere, rivive e percepisce i momenti precedenti la sua morte. Collabora con la polizia di Glendale ed è, almeno in principio, impegnato nel caso di una agente uccisa. All’inizio tutto pare ridursi a un tipico poliziesco e ci si aspetta di vedere da un momento all’altro un serial killer. Ma Panepuccia sorprende e depista il lettore con abilità e, man mano che la story-line si dipana, le cose non sono ciò che sembrano. Il tema della violenza, specialmente in ambito familiare e a danno dei più deboli, siano essi minori oppure animali (la sequenza imperniata su un cane è scioccante), domina la vicenda e Panepuccia fornisce indizi e chiavi di lettura lentamente, con parsimonia; inoltre, la struttura della trama è basata su suggestivi flashback che contribuiscono a catturare ulteriormente l’attenzione.

Roy è un uomo confuso, tormentato, dalla personalità incerta, torturato dai traumi del passato e sembra venuto fuori da un romanzo di Philip K. Dick. E in effetti si rilevano influssi fantascientifici e un’atmosfera di intrigo che fa pensare ad X-Files. Con un ritmo veloce e serrato, Panepuccia costruisce una storia avvincente, concedendosi un curioso citazionismo. Uno dei personaggi, per esempio, si chiama Max Ernst, omaggio al celebre artista surrealista; in alcune tavole relative a un funerale c’è un prete che assomiglia a Stephen King e così via. Per giunta, tra le righe, Panepuccia denuncia la corruzione degli apparati di intelligence statunitensi e dei servizi segreti deviati, collegandosi a terribili tragedie reali che hanno coinvolto sette come quella di Jim Jones e di David Koresh (c’è infatti il leader di un culto sudamericano).

Viaggi onirici, esperienze di pre-morte, ricordi dolorosi riguardanti oscure figure genitoriali: Serial Victim è tutto questo e altro ancora e Panepuccia scrive testi intensi e malinconici, di grande valenza lirica, e dialoghi secchi e sintetici di matrice hard-boiled. Il penciler  Andrea Bandini si rivela adatto alle atmosfere oscure e perturbanti evocate dallo scrittore e ha un piacevole tratto sporco, aggressivo, di impostazione noir ma non esente da stilemi indie, valorizzato dalle chine di Danilo Montanari. In diverse pagine i due creano favolosi chiaroscuri, indubbiamente essenziali per questo tipo di storia, e il risultato è più che valido. E bisogna tenere presente l’inventivo lay-out che risulta dinamico soprattutto nei momenti contrassegnati dall’azione. Direi che se Panepuccia, Bandini e Montanari intendono farsi conoscere in ambito anglofono, a mio parere sono partiti con il piede giusto e Serial Victim è un ottimo esempio di prodotto globale e internazionale che potrà piacere ai lettori nordamericani come a quelli italiani. E c’è da augurarsi che qualche editore di casa nostra si dia una svegliata, degnandosi di pubblicarlo. Da provare.

Voto: 7 ½

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