Justice League Dark n. 4: Recensione
Pubblicato il 1 Febbraio 2014 alle 17:30
Tornano le avventure degli eroi occulti del DC Universe nella collana Justice League Dark. Zatanna e Timothy Hunter sono scomparsi e solo John Constantine e compagni potranno trovarli. In che modo? Ce lo spiegano Jeff Lemire e Ray Fawkes.
Justice League Dark n. 4
Autori: Jeff Lemire, Ray Fawkes (testi), Graham Nolan, Victor Drujiniu, Mikel Janin (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2014
Leggi l’anteprima
Quando la DC ha dato via all’operazione New52 si è concentrata su alcuni personaggi del settore mistico/esoterico in precedenza apparsi più che altro in ambito Vertigo, ritenendo preferibile reinserirli nel contesto generalista per farli interagire con gli eroi mainstream. Il serial forse più significativo in tal senso è Justice League Dark che vede come protagonisti John Constantine, Zatanna, Madame Xanadu e altre creazioni familiari agli estimatori della divisione for mature readers della DC. La squadra nasce da questo presupposto: nel DCU esistono minacce che grossi calibri come Superman, Flash e Wonder Woman possono affrontare; ma che accade se le minacce sono di natura magica? C’è bisogno quindi di un team capace di muoversi nei meandri della stregoneria e dell’occultismo.
L’idea in sé è piaciuta ad alcuni e ha fatto storcere il naso ad altri. Molti temevano che autentici bastardi come John Constantine, per esempio, divenissero più edulcorati e ciò è in effetti avvenuto. Tuttavia, l’eccentrico Peter Milligan ha tenuto a battesimo il comic-book facendo, nel complesso, un buon lavoro e ripescando peraltro un eroe folle e schizzato come Shade. Poi è stato sostituito da Jeff Lemire, ormai uno degli autori di punta della DC, che ha delineato una story-line articolata, riprendendo elementi narrativi come la Casa del Mistero, nota a tutti i fan di Sandman, e il giovane Tim Hunter. Almeno all’inizio, Lemire è stato abile ma nella sequenza di questo quarto volume che include i nn. 14-17 della testata originale qualcosa è cambiato.
Negli episodi precedenti Lemire si era concentrato sui Libri della Magia e su un mago che aveva parecchi motivi per odiare John Constantine e Zatanna. Nelle sue macchinazioni aveva coinvolto il perfido Felix Faust e persino il Dr. Mist che si era rivelato un traditore del gruppo. Dopo la sconfitta del malvagio, Zatanna e Tim Hunter sono scomparsi in un’altra dimensione; Black Orchid, Amethyst e Frankenstein hanno i loro problemi all’interno della Casa del Mistero; e Constantine, Madame Xanadu e Deadman, insieme a un riluttante Steve Trevor e al Dottor Peril, cercheranno di recuperare gli alleati dispersi. Tim Hunter e Zatanna si trovano dunque in un mondo popolato da creature fiabesche che considerano il ragazzo una specie di messia e dovranno vedersela con il misterioso Epoch. Per giunta, ci sarà una breve apparizione dello Straniero Fantasma e, come sanno i lettori, la sua presenza non preannuncia mai niente di buono.
Lemire inizia a fornire informazioni sugli antenati di Tim, facendo intuire che il personaggio del maghetto creato da Neil Gaiman e John Bolton assumerà un ruolo importante nelle saghe successive. Malgrado, però, non manchino motivi di interesse, questo tp di Justice League Dark è caratterizzato da uno sconcertante calo qualitativo. La vicenda è sconclusionata e commerciale e si è verificato proprio ciò che molti paventavano: i personaggi di genere esoterico si sono normalizzati. Constantine è lontanissimo dal cinico manipolatore che tutti adoravano; Deadman fa in continuazione battute sarcastiche e si rivela stereotipato; e gli altri membri del cast risultano piatti e convenzionali. A questo si aggiunga una trama basata su lotte prive di costrutto, non dissimili da quelle di un qualunque albo di supereroi, e abbiamo perciò un prodotto scadente. Forse non è tutta colpa di Lemire, dal momento che le sceneggiature sono scritte insieme a Ray Fawkes, che non sta facendo un lavoro eccelso nemmeno con Constantine, mensile che ha sostituito Hellblazer. Non so dire di chi sia la responsabilità ma, a mio parere, Justice League Dark è senz’altro peggiorato.
I disegni sono ottimi, specialmente quelli di Mikel Janin che con il suo tratto oscuro e ben rifinito è perfetto per rappresentare le visionarie ambientazioni oltremondane in cui agisce il team. E pure Graham Nolan, coadiuvato da Victor Drujiniu, è all’altezza. Però la parte grafica, benché pregevole, non basta a spingermi a dare la sufficienza a questo volume. Peccato.