Recensione Morgan – la sacra ruota vol. 2 (di 2) – Gp Publishing

Pubblicato il 10 Settembre 2010 alle 11:07

Autori: Leo Ortolani/Ade Capone (soggetto/sceneggiatura), AAVV (disegni).
Casa editrice:
GP Publishing.
Provenienza:
Italia.
Prezzo:
14,00 Euro, 192 pagine b/n, 19,5 x 25,6 cm, brossurato con bandelle.


Secondo e conclusivo volume per la miniserie, in origine di 4 numeri bonellidi più lo zero, di fine Anni ‘90 (settembre 1998-maggio 1999), ideata a quattro mani da Leo Ortolani (addirittura!) e Ade Capone, che pare abbia anticipato alcuni concetti del famosissimo film di Matrix; scarne le note, per non dire quasi totalmente assenti (eccetto un breve riassunto), ma a dar retta ad altre fonti in rete pare che i due autori si siano suddivisi la sceneggiatura a metà, e i capitoli 3 e 4 siano toccati proprio a Ortolani.

Ai disegni torna Fabio Mantovani nel terzo capitolo, già visto all’opera sul precedente volume (suo era il numero zero), e Alfredo Orlandi a chiudere il poker di disegnatori con il quarto e ultimo; peccato per le copertine originali di Alessandro Nespolino tutte saltate (e quindi citato nel risvolto del primo volume ma senza specificare perché), al suo posto due nuove cover tutt’altro che disprezzabili di autori ignoti, o meglio quella del primo volume era di Michele Croprera (citato nei credits), questa del secondo (probabilmente per motivi di spazio) non viene accreditata, ma forse è dello stesso Nespolino (che ringrazierà per la chiarezza dedicatagli).

Avevamo lasciato la Terra alla mercè di invasori alieni alla ricerca di una misteriosa Sacra Ruota e alle prese con una altrettanto misteriosa Matrice, con alcuni giovani, guidati da Morgan, in fuga e forse col potere in grado di sconfiggerli, ma questi ultimi due capitoli si segnalano soprattutto per alcune battute di chiara origine ortolaniana, abbastanza riconoscibili (una su tutte quella sulla “papaya”), seppure molto contate di numero, e la conclusione con spiegazione finale dell’invasione svolta in maniera quasi sopra le righe, ma comunque molto efficace, con dialoghi decisamente brillanti che uniscono semplicità e chiarezza (su cosa sia questa matrice, la sacra ruota e come funzionino); anche qui pare di intravedere la mano di Ortolani, narratore tout court di prim’ordine già una decina di anni fa, che stempera in maniera ironica il punto cruciale di tutta la mini, rendendolo però molto comprensibile e declinando in maniera originale un passaggio altrimenti facilmente pesante, farraginoso e complicato o banalizzante (se la spiegazione fosse stata troppo assurda o contorta) della storia.

Ottima anche la caratterizzazione di alcuni personaggi, soprattutto tra i cattivi e su tutti quella del perfido e amorale Joba, che Ortolani ha poi ripreso e riutilizzato nella sua serie di Rat-Man (recuperate il numero 29 della Collection), ovviamente con alcune modifiche (Joba Walker è il fratellastro di Janus Walker, il padre adottivo di Deboroh, ovvero Rat-Man).

Rimane l’idea di base che vanterebbe di aver anticipato addirittura Matrix, ma forse bisognerebbe dare a Cesare quello che è di Cesare e citare la vera fonte di ispirazione di entrambi (almeno, una delle più probabili), ovvero Philip H. Dick (uno a caso) e il suo romanzo “Labirinto di morte” (“A maze of death” del 1970), nel quale un gruppo di individui si ritrova su un pianeta sconosciuto dove però la realtà sembra vacillare e niente essere quello che sembra; letto il romanzo forse le affinità saranno più evidenti verso il film, ma visto che gli autori di Morgan ci tengono ad averlo a loro volta anticipato, a ben guardare non gli si può non riconoscere un’interpretazione perlomeno un po’ originale del concetto di “matrice in grado di manipolare la realtà”.

La miniserie quindi presenta spunti decisamente interessanti e si risolleva da un andamento tutto sommato ordinario nel finale, accompagnando a una narrazione molto fluida dei disegni molto gradevoli, a tratti anche spettacolari, che nel formato over-size rendono ancora meglio; al di là di questo però, in contraddizione con quanto io stesso ho scritto nella recensione del primo volume, visto anche il secondo e conclusivo albo, l’edizione nel complesso non è granchè, dato che non presenta nessun extra (a parte una pagina, una di numero, di schizzi preparatori nel primo volume), si limita alla sola introduzione dell’onnipresente Andrea Plazzi nel volume precedente e nessuna intervista ai due autori (forse per problemi contrattuali, soprattutto di Leo, ma Capone sul catalogo Anteprima ne ha rilasciata una proprio su Morgan), assommati a copertine originali mancanti e credits degli autori ridotti all’essenziale e nel caso di Nespolino anche poco precisi.

Carta con una buona resa della stampa e una rilegatura che riempie di pieghe le pagine (da dimenticare), chiudono il cerchio e fanno di questa riproposta, sicuramente meritata, un’edizione che si direbbe definitiva ma che in realtà lo è solo per il formato e il prezzo; buona storia quindi, ma qui il de-luxe è più pretestuoso che altro, e visto il costo molto contenuto della miniserie nella vecchia edizione Star, meno di 10 Euro (magari anche di 5), forse varrebbe la pena recuperarla nell’usato piuttosto che spenderne 28 (!) solo per avere un formato più grande che rende un po’ più apprezzabili i disegni e basta.


Voto: 7 e 1/2

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