Battaglia: recensione dell’albo di Roberto Recchioni da edicola

Pubblicato il 29 Gennaio 2014 alle 11:30

Arriva il primo fumetto italiano pubblicato dall’Editoriale Cosmo: Battaglia, horror inquietante scritto da Roberto Recchioni e illustrato da Leomacs! Non perdete una cruda vicenda di vampiri, soldati e politici corrotti in un albo della Serie Nera!

Battaglia

Autori: Roberto Recchioni (testi), Leomacs (disegni)

Casa Editrice: Editoriale Cosmo

Genere: Horror

Provenienza: Italia

Prezzo: € 3,90, 16 x 24, pp. 130, b/n

Data di pubblicazione: gennaio 2014

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Finora l’Editoriale Cosmo ha pubblicato ottimi fumetti di area francofona in bianco e nero e in versione bonellide con risultati apprezzabili. E probabilmente la politica della casa editrice, quella cioè di stampare opere a un prezzo accessibile, sta funzionando, dato che negli ultimi tempi l’etichetta si è rivelata molto attiva, variando la natura delle proposte. Per esempio, i lettori stanno avendo modo di leggere un western come Wanted in un albo a colori di grande formato. Ed è stata annunciato il capolavoro Flash Gordon che apparirà in una serie di volumi da libreria.

Mancava il fumetto italiano ma proprio questo mese è uscito, nella collana Serie Nera dedicata a storie dai toni dark, Battaglia, scritto da Roberto Recchioni, attuale supervisore di Dylan Dog e autore di Orfani. E non finirà qui poiché si vedrà anche Garrett, sempre firmato da Recchioni. L’iniziativa farà felici gli estimatori dello sceneggiatore ed è da valutare con favore poiché rappresenta l’ulteriore dimostrazione della poliedricità del catalogo Cosmo.

Definire Battaglia dal punto di vista del genere è, almeno per me, arduo. Il protagonista è un vampiro e le situazioni horror sono presenti. Tuttavia, considerarlo solo horror significherebbe sminuirlo. L’albo si compone di due episodi autoconclusivi e le atmosfere spaziano dalla war story al noir e abbiamo perciò a che fare con un riuscito mix di differenti suggestioni narrative. Si inizia con una sequenza situata ai nostri giorni, imperniata su uno scontro tra poliziotti e manifestanti no global., quindi nel segno del conflitto. Il lettore viene poi condotto nel passato, durante la Prima Guerra Mondiale. Qui agisce Battaglia, soldato che lotta contro gli austriaci. Anche in questo caso c’è un conflitto ma Recchioni non si limita a descrivere il dissidio tra due nazioni, rappresentando l’istinto bellico e guerrafondaio in quanto sintomo universale che coinvolge tutto e tutti: non solo i popoli nemici ma pure i soldati dello stesso schieramento così come i superiori e i loro sottoposti (Battaglia è infatti disprezzato dal suo capitano perché ‘terrone’).

Battaglia è spietato durante i combattimenti ma poi accade qualcosa. Senza spoilerare, specifico che il protagonista è un vampiro e, man mano che il tempo passa, diventa sempre più sanguinario. E non va tanto per il sottile nemmeno con i suoi simili (lo scoprirà a sue spese una splendida succhiasangue) e dopo una serie di scontri e uccisioni ritorneremo nel presente e comprenderemo meglio alcune cose di Battaglia e delle sue azioni. Recchioni descrive un mondo desolato, violento, in cui la pulsione guerresca, al di là della patina di machismo e di eroismo di cui si ammanta, è presentata come una perversione dell’animo umano, sempre latente e pronta ad emergere in qualsiasi circostanza.

Tale pulsione non risparmia la politica. È evidente nel secondo episodio, ambientato nel periodo dell’acerrima rivalità tra comunisti e democristiani. La trama si svolge in un paese di provincia che potrebbe essere stato immaginato da Guareschi. Ma non c’è ironia; è tempo di elezioni, e i candidati, nonché i rispettivi partiti di riferimento, sono pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Battaglia viene assoldato da uno dei politicanti per eliminare l’avversario. Ma c’è da fidarsi di lui? Le cose non saranno scontate e i morti abbonderanno. Recchioni denuncia la corruzione della politica senza fare sconti a nessuno. I comunisti sono ipocriti che condannano il capitalismo ma cercano lusso, denaro e potere. I democristiani, d’altro canto, al di là dei loro valori morali abilmente propagandati, non sono sordi al richiamo della carne. Con il pretesto di un horror dai toni pulp, quindi, Recchioni evidenzia le devianze della società italiana del dopoguerra e, in un certo senso, anche di quella attuale, con testi secchi e sintetici e dialoghi hard-boiled.

Alle matite c’è il bravo Leomacs. I due episodi sono però stilisticamente differenti. Nel primo, il penciler fa uso di un tratto rarefatto, evanescente, azzeccato per l’allure retrò della story-line, che ho trovato particolarmente affascinante. Nel secondo, invece, le matite sono più rifinite e l’effetto risulta un po’ freddo, fermo restando che la qualità non è in discussione. Leomacs costruisce la tavola in maniera dinamica con un’impostazione cinematografica (palese specialmente nelle sequenze d’azione) e il risultato complessivo è pregevole. Così come è pregevole l’albo che costituisce un buon punto di partenza per le future proposte made in Italy dell’Editoriale Cosmo.

Voto: 7 ½

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