Kriminal vol. 1, la recensione dell’edizione omnibus di Mondadori Comics
Pubblicato il 28 Gennaio 2014 alle 19:30
Torna un classico indiscusso del fumetto italiano: Kriminal, favoloso noir ideato della magica coppia Magnus & Bunker! Non perdete il primo volume dell’edizione Omnibus proposta da Mondadori Comics e fatevi avvincere dalle dirompenti avventure del re del delitto!
Kriminal vol. 1
Autori: Max Bunker (testi), Magnus (disegni)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Thriller
Provenienza: Italia
Prezzo: € 14,99, pp. 738, b/n
Data di pubblicazione: gennaio 2014
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Ci sono opere considerate classiche e non avrebbe senso giudicarle, dal momento che un classico è un classico. Tuttavia è bene spendere qualche parola per la proposta in questione poiché si tratta di un fumetto che ha segnato un’epoca in Italia, dando vita a polemiche forse impensabili al giorno d’oggi. Mi riferisco a Kriminal, eversivo thriller realizzato dal leggendario duo Magnus & Bunker e pubblicato dalla gloriosa Editoriale Corno.
Max Bunker, alias Luciano Secchi, non è un autore qualsiasi. Oltre a creare Kriminal, si rese responsabile della nascita di Satanik, che pure suscitò un putiferio, di Alan Ford, Daniel, Maschera Nera e altri. Kriminal, come Satanik e il Diabolik delle sorelle Giussani, inaugurò la stagione del cosiddetto fumetto nero, caratterizzato da personaggi crudeli e perversi e da situazioni inquietanti. Nei primi anni sessanta, gli eroi dei comics erano positivi ma Secchi evitò i cliché: Anthony Logan e Marnie Bannister erano perfidi, sceglievano consapevolmente la strada del crimine e usavano qualsiasi mezzo pur di raggiungere i propri obiettivi, peraltro lasciandosi spesso dietro una scia di cadaveri.
Il primo albo di Kriminal uscì nell’agosto 1964 e le polemiche non si fecero attendere. I soliti bigotti e benpensanti si misero a berciare e non mancarono problemi di natura giudiziaria. Secondo alcuni, questi albi erano diseducativi, glorificavano l’immoralità e così via. Ma di fatto Secchi, con il pretesto di storie dai toni noir, non fece che denunciare l’ipocrisia italica, quella di un paese apparentemente tutto chiesa, famiglia e lavoro ma che celava inconfessabili pulsioni. Tali pulsioni furono evidenziate dagli albi di Kriminal con una forza espressiva notevole. Secchi aveva intuito che le contraddizioni italiche presto avrebbero suscitato la reazione di tanti, dando vita a nuove forme espressive, a stili di vita differenti e da costumi, specialmente sessuali, meno repressivi (come di fatto avverrà con i fermenti sessantottini).
Mondadori Comics, dopo aver pubblicato belle riedizioni di Satanik e Alan Ford, ha varato l’edizione Omnibus di Kriminal. Ogni volume conterrà solo le storie scritte da Secchi e disegnate da Magnus, partendo naturalmente dal primo, storico episodio. L’autore ci introduce quindi Kriminal che, indossando un costume da scheletro, compie delitti allucinanti, inseguito dal suo avversario, l’ispettore di Scotland Yard Patrick Milton, importante co-protagonista della saga. Ciò che più colpisce a tanti anni di distanza è proprio la psicologia di Kriminal: non ci sono sfumature; Kriminal ruba spinto dall’avidità e dalla cupidigia e uccide senza porsi scrupoli di sorta. È semplicemente malvagio e, a giudicare dalla spregiudicatezza delle sue malefatte, non prova il minimo disagio. Ha una mente fredda, clinica, analitica, nonché cinica, ed è questo uno degli elementi più sconcertanti del suo carattere. Per giunta, è misogino e i suoi rapporti con le donne lo dimostrano. Le usa come meri strumenti di piacere e non prova sentimenti; e tale aridità gli consente di ammazzare la bella di turno se le circostanze lo impongono.
Ma l’universo narrato da Secchi è tutto impostato sulla più netta ambiguità morale, cosa in fondo normale per un noir. Con l’eccezione di Milton, nessun personaggio può dirsi realmente positivo. Gli uomini sono infingardi, ipocriti, pronti a pensare solo ai propri interessi; molti poliziotti propensi a farsi corrompere; e le donne sono tutto tranne che angeli del focolare (il concetto sarà poi approfondito con Satanik); nella maggioranza dei casi sono sessualmente disinibite, infide e disposte a tradire. In poche parole, puttane; e persino Gloria, la fidanzata di Milton, pur non essendo negativa, cede al fascino di Kriminal. Tutto questo era troppo per i borghesucci italiani dei sixties e se si aggiungono teste mozzate, cadaveri sciolti nella cera, malcapitati uccisi con lame affilate e altre armi, si può intuire quale fu la portata provocatoria della serie.
Ma Kriminal è un classico non tanto per elementi che potremmo definire sensazionalistici, quanto per la qualità delle sceneggiature. Il ritmo delle story-line è serrato, sincopato, adrenalinico e, al di là di alcuni dettagli specifici degli anni sessanta, è ancora di notevole modernità, tanto che molti sceneggiatori odierni, anche incensati, forse farebbero bene a leggere Secchi poiché avrebbero da imparare. I dialoghi sono mutuati dalla narrativa hard-boiled ma non manca un’attitudine sarcastica e grottesca senz’altro peculiare. Tra gli episodi inclusi nel volume va segnalato il famoso (o famigerato) ‘Omicidio al Riformatorio’ che provocò uno scandalo senza precedenti.
Kriminal è altresì celebrato per essere stato disegnato da Magnus. Nel caso specifico, il grande artista svolge un buon lavoro, rivelandosi maestro dello story-telling. Tuttavia, come nel caso dei primi episodi di Satanik, il tratto, pur efficace, è lontano dall’accuratezza e dalla maniacalità certosina dei lavori successivi. Gli sfondi sono inesistenti e Magnus si limita a delineare figure, giocando con chiaroscuri e inchiostri e conferendo comunque una suggestiva atmosfera noir e gotica alle trame. Accadde perché in quel periodo Magnus era oberato di lavoro e, per motivi di scadenze, non aveva tempo sufficiente per rifinire le pagine. Ma non significa che la parte grafica non sia valida, anzi, e basta ammirare l’allure sensuale e lasciva delle sue stupende donnine per accorgersene.
Insomma, va ribadito: Kriminal è un classico e coloro che hanno avuto modo di leggerlo sanno benissimo che è un’opera fondamentale della letteratura disegnata, non solo italiana (persino Grant Morrison nel suo Supergods lo cita ammirato!). I lettori che invece, per ragioni generazionali, non hanno avuto la possibilità di scoprirlo potranno colmare la lacuna. E bisogna puntualizzare che l’edizione della Mondadori Comics è ben curata e ha un’ottima qualità di stampa. Da non perdere.