Batman il Cavaliere Oscuro 9: Recensione
Pubblicato il 31 Gennaio 2014 alle 11:30
In questo nono numero della raccolta dei tie-in di Batman: ha termine lo scontro con il cappellaio Matto! Una collaborazione complicata tra il cavaliere oscuro e Jason Todd, il nuovo Batwing si fa conoscere ai lettori e le Birds of Prey sono alle prese con un nemico…tra le loro stesse fila!!!
Batman il cavaliere oscuro n.9
Autori: Gregg Hurwitz, Ethan Van Sciver, Peter Tomasi, Patrick Gleason, Cliff Richards, John Layman, Jimmy Palmiotti, Justin Gray, Christy Marx, Romano Molenaar
Casa editrice: RW-Lion comics
Provenienza: Stati Uniti
Genere: supereroistico, 16.8 x 25.6, 96 pp, co.
Prezzo: 4,95 euro
Anno di pubblicazione Italia: 2014
Leggi l’anteprima
Batman il Cavaliere Oscuro non è una serie che sta avendo vita facile. Un po’ come per Detective Comics, risente sicuramente del paragone con la spettacolare gestione della serie regolare di Snyder e Capullo. L’inizio non è stato sicuramente dei più facili, con i primi numeri che oltre agli spettacolari disegni hanno offerto poco o nulla tanto da far abbandonare a David Finch la scrittura della testata. In questo numero si conclude il lungo scontro tra il crociato incappucciato e il cappellaio matto, ed è una fine piuttosto prevedibile e approssimativa. Una serie di eventi avevano duramente messo alla prova Bruce Wayne, che non era riuscito a salvare la pianista Natalya, a cui si era legato sentimentalmente, simbolicamente morta schiantandosi sul bat-segnale.
E questo sicuramente non va a coronare un periodo positivo per Batman, colpito dal ritorno del Joker e dal lutto avvenuto in Requiem (vedi Batman Inc. numero 4). Ma Hurwitz si limita a scrivere una serie confusa e inconcludente di eventi in cui forse l’unica nota positiva è la brutalità degli scontri, e che sinceramente mettono fine in maniera abbastanza affrettata a questo story arc. Dopo vari numeri che si erano concentrati sulle origini e motivazioni del cappellaio matto, lo scontro finale è risolto con qualche vignetta, in cui il Cappellaio Matto non dice una parola, mentre i numeri precedenti si erano dedicati a crearne un’immagine di nemico subdolo e astuto, e ci si sarebbe aspettati per lo meno qualcosa di più elaborato.
Il lato positivo sono sicuramente i disegni di Van Sciver, che torna a disegnare la serie dopo qualche numero: la splash page iniziale di Batman che si lancia verso la sua personale vendetta, colmo di rabbia, riesce a rendere il tono della storia molto più efficacemente dei (pochi) dialoghi successivi. E la storia gli offre un pretesto per un po’ di tavole psichedeliche che sicuramente sono piacevoli da guardare.
Ancora Batman alle prese con l’elaborazione del lutto nella storia successiva, dove troviamo un team up, o almeno un tentativo di team up, con Cappuccio Rosso. Ma prima, a villa Wayne si presenta un personaggio che qualunque lettore del cavaliere oscuro conosce: Carrie Kelly, niente di meno che il Robin nell’universo alternativo di “The Dark knight returns” di Miller. In questo caso, Kelly è semplicemente l’insegnante di recitazione di Damian, alla ricerca di spiegazioni sull’improvvisa assenza del ragazzo. Mancando ora un Robin, e dato che la ragazza non sembra intenzionata a lasciar cadere la scomparsa di Damian senza una spiegazione…la pulce nell’orecchio penso sia venuta a parecchi lettori.
Ma il fulcro della storia è, o almeno dovrebbe essere, la missione di Batman e Cappuccio Rosso in Etiopia, a caccia di un gruppo di cecchini mercenari. Ma ben presto la situazione si evolve, e Tomasi coglie l’occasione per citare un’altra storia ormai celebre e in questo caso direttamente collegata alla situazione attuale. Apprezzabile il tentativo di Tomasi quindi di creare una situazione conflittuale tra Bruce, dilaniato dalla perdita, Carrie e Jason. Ma la seconda parte perde sia di qualità dei disegni sia di coerenza dei dialoghi: Tomasi ci ha abituato a personaggi complessi e credibili, mentre i dialoghi finali non sembrano all’altezza di alcune storie precedenti. Se il titolo della storia è “Rabbia”, ci si sarebbe aspettati un Bruce più arrabbiato che stranito, ma i conflitti che troviamo della storia non riescono purtroppo a tenere fede alla promessa.
Nella storia successiva troviamo un breve intermezzo che approfondisce la storia di Robert Langstrom, il creatore del serio di Man-bat dato che nella continuity dei new 52 l’origine e le motivazioni dello scienziato sono differenti.
Tocca poi a Batwing, che in questo numero viene presentato nella sua nuova identità: nel numero 19 infatti David Zavimbe ha rinunciato l’incarico passando l’eredità a Luke Fox, figlio del più conosciuto Lucius, socio in affari nonché collaboratore sia di Bruce Wayne sia di Batman. Ed è sicuramente una scelta questa che appare riuscita: scegliere un parente di Fox avvicina il personaggio a Batman da un punto di vista personale, e crea un interessante triangolo tra Lucius, ignaro del nuovo ruolo del figlio, Luke stesso e Bruce, che dovrà farsi carico della responsabilità di avergli affidato un ruolo così pericoloso. La storia scorre in maniera fluida, con una prima parte incentrata sulla tensione familiare nella famiglia Fox e una seconda che ricorda il primo ciclo di Morrison sulla Batman Inc. : missione in Africa, nemici assurdi, personaggi che non si prendono troppo sul serio. Tranne uno scambio di battute poco felici, ci sono buone premesse per ravvivare una serie che per ora non aveva sicuramente impressionato
Per ultimo troviamo il numero 20 delle Birds of prey, il gruppo di supereorine che sembra non trovare pace all’interno della propria formazione. Dopo l’iniziale tentativo, forse impossibile in partenza, di redimere Poison Ivy, e l’abbandono del team da parte di Katana, la minaccia più pericolosa per il gruppo si è rivelata quella interna: Starling.
La fuorilegge ha tradito le sue compagne attirandole nella trappola di Mister Freeze, anche se il motivo non è troppo chiaro per ora. Di fatto tutto il numero si svolge all’interno del laboratorio sotterraneo, e questa è una scelta interessante perché permette senza dispersività ai vari personaggi di interagire e scontrarsi in un ambiente ristretto: chi ne risente di più è ovviamente Black Canary, in perenne conflitto con se stessa e il suo timore di danneggiare gli altri eccedendo con il suo potere.Peccato per l’assenza di Strix, che rimane “congelata” in questo numero, visto quanto il background del personaggio sia interessante e aperto a nuovi sviluppi, anche guardando il finale del numero. I disegni di Molenaar sono abbastanza funzionali, se si ignora qualche espressione di cera e qualche scelta anatomica non proprio felice.