Ruggine, Un Ospite Inatteso, la recensione della graphic Novel di Royden Lepp
Pubblicato il 24 Gennaio 2014 alle 16:30
Un terribile conflitto mondiale. Un esercito di robot inarrestabili. Un misterioso ragazzo con un jet-pack. Un uomo che lavora in una fattoria. Sono gli elementi di Ruggine, incredibile graphic novel dell’autore rivelazione Royden Lepp, proposta in Italia da Panini Comics per la linea editoriale 9L!
Ruggine Un Ospite Inatteso
Panini 9L
Autore: Royden Lepp (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 18,00, 15,2 x 22, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: settembre 2013
Come ho avuto modo di scrivere nella recensione di Smetto Quando Voglio, il panorama indie anglofono spesso e volentieri propone opere che si discostano dai canoni narrativi mainstream e costituiscono liete sorprese. È il caso, per esempio, di questo splendido Rust, scritto e disegnato dal canadese Royden Lepp, che Panini Comics traduce con il titolo Ruggine per la divisione editoriale 9L. L’autore ha avuto esperienze nei videogames e nell’animazione ed è evidente, specialmente se si prende in considerazione l’aspetto dinamico e cinetico delle tavole. Tuttavia, lo stile adrenalinico non è al servizio di una story-line banale. Rust è infatti una graphic novel insolita, contrassegnata da un riuscito equilibrio di azione e introspezione.
Per ciò che concerne il genere, potremmo definirla fantascientifica, dal momento che Lepp colloca la trama alla fine di una guerra globale che ha quasi decimato gli uomini. A prendervi parte sono stati pure enormi e instancabili robot, programmati per svolgere attività belliche. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto e gli stessi robot costituiscono una minaccia potenziale. Lepp non fornisce, volutamente, ulteriori spiegazioni e la storia si dipana sui registri dell’ambiguità. Dopo un prologo sconvolgente, senza testo, basato solo sulla forza espressiva dei disegni, imperniato su un soldato coinvolto in una situazione sgradevole, si passa alla vicenda vera e propria.
Il protagonista di Ruggine, Roman, è un giovane che lavora in una fattoria e vive insieme alla madre e ai due fratellini. Si sforza di andare avanti come meglio può e l’unico rimpianto è l’assenza del padre (il soldato del prologo) al quale si rivolge idealmente scrivendogli varie lettere. La sua esistenza è nel complesso banale ma un giorno precipita dal cielo un misterioso ragazzo dotato di un jet-pack. Roman lo soccorre e lo fa stare con lui. Non sa chi sia (lo chiama Jet Jones), non conosce le sue origini, e Jet Jones parla il meno possibile. Tuttavia, si mette a lavorare con Roman nella fattoria, diventando quasi un componente della famiglia.
Ma poi arriva un robot sulle tracce di Jet Jones. Forse è stato programmato per ucciderlo. L’unica cosa certa è che è impossibile fermarlo e perciò le cose per Roman e i suoi famigliari diventeranno difficili. Creando abilmente un clima di tensione e giocando con la suspense, Lepp scrive una storia intrigante, capace di catturare l’attenzione del lettore, valorizzata da un incedere narrativo veloce di impostazione cinematografica. Diversi dettagli sono inoltre lasciati alla libera interpretazione del fruitore e vale in particolare per lo sconcertante finale.
Rust è un gioiello; ma non lo sarebbe fino in fondo senza i magnifici disegni di Lepp. Lo stile grafico risente in parte degli influssi indie ma ciò che più salta agli occhi è la cineticità che le tavole evocano. Spesso si ha l’impressione di percepire figure in movimento, tanto che numerose sequenze rimandano palesemente alla tecnica degli story-board. D’altronde, lo ripeto, Lepp è stato pure un animatore e un ideatore di videogames e queste esperienze hanno influenzato il suo approccio allo story-telling.
Rust è un fumetto a colori ma in realtà c’è solo la sfumatura seppia, di solito utilizzata per conferire un allure retro a una storia. In questo caso, l’effetto è straniante poiché le sequenze, specialmente le più introspettive, assumono in effetti una valenza arcaica; ma non è così nelle tavole imperniate sui robot e sui combattimenti. Qui le suggestioni sci-fi, grazie appunto al color seppia, risultano contemporaneamente futuribili e antiche, in un curioso gioco steampunk. Insomma, Ruggine è un esito creativo notevole e sarebbe un peccato ignorarlo. Così come è un peccato trascurare il talento di Royden Lepp. Date un’occhiata, quindi, all’ennesimo gioiello di provenienza indie. Non ve ne pentirete.