Harbinger 1, la recensione della serie nuova Valiant Collection

Pubblicato il 23 Gennaio 2014 alle 12:00

Torna un’altra serie della Valiant: Harbinger! Chi è Peter Stanchek e come mai è in possesso di straordinarie capacità? Solo il misterioso Toyo Harada conosce la risposta! Scoprite un comic-book dai toni supereroici scritto da Joshua Dysart e disegnato da Khari Evans!

Harbinger_I_cover reg.inddHarbinger n. 1

Autori: Joshua Dysart (testi), Khari Evans, Lewis Larosa, Matthew Clark, Jim Muniz (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 9,90, 17 x 26, pp. 128, col.

Data di pubblicazione: settembre 2013

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Quando Jim Shooter fondò la Valiant e iniziò ad occuparsi del suo nascente universo, non dimenticò le passate esperienze da sceneggiatore. Del resto, il discusso ex editor in chief della Marvel era anche conosciuto come lo scrittore de La Saga di Korvac e altre sequenze di Avengers, delle maxiserie Secret Wars I e II nonché del celebrato Starbrand. Di conseguenza, non si precluse la possibilità di ideare personaggi e di delinearne le trame. Uno dei comic-book Valiant da lui scritti fu Harbinger che ottenne un buon riscontro di vendite. La serie era imperniata su un gruppo di tormentati adolescenti in possesso di enormi poteri e la story-line risentiva dell’influenza delle saghe mutanti di marvelliana memoria.

E attualmente la rinata Valiant ha deciso di varare una nuova testata di Harbinger affidandola a Joshua Dysart che molti ricorderanno per Unknown Soldier e Greendale della Vertigo, tra le altre cose. Lo scrittore ha deciso di variare alcuni elementi narrativi della serie precedente ma ha conservato la tematica del teenager superpotente braccato da individui senza scrupoli. Dysart stabilisce quanto segue: esistono tre categorie di esseri umani. Ci sono quelli privi di superpoteri. Poi i cosiddetti latenti, individui che potrebbero sviluppare incredibili capacità. E infine gli psioti, coloro, cioè, che per una serie di circostanze hanno fatto emergere il loro potere e non sempre sono in grado di gestirlo. Vengono definiti pure Harbinger è uno di essi è Peter Stanchek.

La madre lo aveva affidato alle cure di alcuni scienziati dopo che il suo potere aveva causato parecchi danni. Crescendo, tuttavia, Peter è diventato un adolescente tormentato e confuso, insofferente a qualunque forma di disciplina, e al principio della saga fugge dalle autorità, spostandosi da una città all’altra in compagnia di un amico, Joe, schizofrenico dalla personalità borderline. Raggiunge la sua città natale, Pittsburgh, sperando di incontrare una ragazza che era stata il suo primo amore. Riesce in effetti a rivederla ma le cose prendono una brutta piega ed entra in gioco il misterioso Toyo Harada. Costui è stato il primo Harbinger della storia ed è a capo di una multinazionale che ha lo scopo di far progredire l’umanità. Alle sue dipendenze ci sono vari Harbinger e molti di essi sono teenager che imparano ad usare in maniera responsabile i loro poteri.

Questo è almeno ciò che afferma Harada poiché Peter imparerà a sue spese che la situazione non sta esattamente così. Dysart scrive un fumetto dai toni supereroici che fa pensare, fatti i debiti distinguo, alle saghe degli X-Men. Malgrado, però, la mancanza di originalità, Harbinger è piacevole, con una trama ricca di misteri, intrighi e complotti che, se sviluppati in maniera valida, risulteranno coinvolgenti. Dysart inoltre descrive un character dalla personalità sfaccettata e poco schematica, non priva di lati discutibili (Peter usa i suoi poteri di manipolazione mentale per costringere la ragazza dei suoi sogni a fare sesso con lui), e nel plot Dysart utilizza un gradevole mix di fantascienza e misticismo (c’è un orientale che avrà un ruolo molto importante nella trama) indubbiamente peculiare.

I disegni di Harbinger sono stati affidati a Khari Evans, coadiuvato in alcune sequenze da Lewis Larosa, Matthew Clark e Jim Muniz. Il penciler fa un buon lavoro, facendo sfoggio di uno stile dinamico e adrenalinico che ben si addice al ritmo narrativo veloce e sincopato di Dysart. In molte tavole c’è un’efficace costruzione del lay-out e, dal punto di vista visivo, Harbinger è quindi valido. Non si tratta di un comic-book rivoluzionario e rientra pienamente nel contesto degli albi mainstream attualmente presenti nel mercato americano. Ma è realizzato con professionalità e offre una sana distrazione. A giudicare, perciò, dai primi cinque episodi inclusi in questo tp, abbiamo a che fare con una proposta da tenere d’occhio.

Voto: 7 ½

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