Marvel Masterworks Thor vol. 2, la recensione degli episodi storici
Pubblicato il 23 Gennaio 2014 alle 15:30
Arriva il secondo Marvel Masterwork dedicato a Thor, il Dio del Tuono del Marvel Universe! Scoprite la magia degli anni sessanta con le storie classiche scritte dal Sorridente Stan Lee e disegnate dal Re dei comics, l’unico e inimitabile Jack Kirby!
Marvel Masterworks – Thor vol. 2
Autori: Stan Lee (testi), Jack Kirby (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 29,00, 17 x 26, pp. 320, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2014
Come ho scritto in altre occasioni, Thor è uno dei character fondamentali del Marvel Universe e molte sue storie sono giustamente considerate classici indiscutibili della Casa delle Idee. Creato nel 1962 dagli onnipresenti Stan Lee e Jack Kirby, Thor è il Dio del Tuono della tradizione nordica e i due cartoonist ebbero quindi l’idea di utilizzare un personaggio mitologico facendolo agire da supereroe. Il biondo asgardiano esordì nel mensile Journey Into Mystery e in principio fu considerato una specie di versione marvelliana di Superman. Nei primi episodi, infatti, con l’unica eccezione del malvagio Loki, non c’erano le situazioni fantasy che avrebbero fatto la fortuna della serie. Thor affrontò alieni, supercriminali legati a suggestioni fantascientifiche e spietati dittatori sudamericani. In pratica, minacce più appropriate per un comic-book dell’Uomo d’Acciaio.
Con il passare dei mesi, però, Lee capì che c’era un immenso pantheon mitologico da usare e pian piano introdusse il mondo fiabesco tipico di una saga di Thor degna di questo nome. Panini Comics ora propone il secondo volume della linea Marvel Masterworks dedicata appunto al Dio del Tuono che include i nn. 108-125 di Journey Into Mystery nonché il primo annual della testata. Come avranno modo di scoprire i lettori, si tratta di materiale intrigante in cui però prevalgono gli elementi supereroici a scapito di quelli mitologici; ma questi ultimi iniziano lentamente ad assumere rilevanza. Pur essendo datato nello stile sia grafico sia narrativo, resta valido e costituisce un momento significativo della gloriosa attività editoriale della Marvel.
Del resto, gli autori sono Stan Lee e Jack Kirby, in pratica coloro che hanno posto le fondamenta di un universo che ancora oggi avvince tantissimi lettori (insieme a quell’altro maestro che è Steve Ditko) e di conseguenza la qualità è garantita. Malgrado le inevitabili ingenuità, le storie non hanno perso il loro fascino e sono caratterizzate da un ritmo indiavolato e numerosi colpi di scena. All’inizio del volume Thor è ancora innamorato della mortale Jane Foster e la donna è peraltro il fulcro narrativo di una lunga sequenza. Il perfido Loki infatti decide di colpire l’odiato fratellastro minacciando la bella infermiera e Lee e Kirby si sbizzarriscono con una story-line pienamente inserita nel Marvel Universe. Appariranno i mutanti malvagi di Magneto, per esempio; il Cobra e Mr. Hyde; l’Uomo Assorbente; il Dr. Strange e i potenti Vendicatori con tanto di irrefrenabile Hulk a complicare tutto.
Episodio dopo episodio, però, Asgard si fa più importante, con Loki che si rivelerà la nemesi per eccellenza del biondo dio. E sarà qui che si inizierà a parlare del Ragnarok, del letale Distruttore e dei ciclici sonni dell’onnipotente Odino. L’Uomo Assorbente continuerà a dare filo da torcere al nostro eroe e, lo ripeto, gli elementi più supereroici prevalgono. Nelle ultime storie del libro arriverà però il Principe della Forza Ercole e ciò prelude al fragoroso scontro (che leggeremo nel terzo Marvel Masterwork di Thor) che renderà Journey Into Mystery un comic-book fantasy nell’impostazione. Un’anticipazione di questa tendenza è rilevabile nell’annual di Journey in cui Lee e Kirby narrano la prima diatriba tra i due, avvenuta in passato in una dimensione arcana.
Dal punto di vista dei testi, Lee è ridondante e retorico (ma anche divertente) e il suo stile va giudicato in base agli standard espressivi dei sixties. Quanto ai disegni di Kirby, il Re è efficace ma le chine di Chic Stone e di Vince Colletta smorzano il dinamismo e il leggendario gigantismo del suo tratto. Ma in ogni caso la parte grafica è ugualmente pregevole. Così come è pregevole l’intero volume, dal momento che propone materiale che, lo ribadisco, è classico. Coloro che hanno amato la Marvel dei tempi d’oro l’apprezzeranno. E i lettori che non hanno ancora avuto la possibilità di scoprire il passato della Casa delle Idee avranno un ottimo motivo per colmare la lacuna.