Archer & Armstrong n. 1, la recensione del volume Valiant
Pubblicato il 22 Gennaio 2014 alle 11:30
Tornano due personaggi del Valiant Universe: l’esperto di arti marziali Archer e l’immortale alcolizzato Armstrong in una nuova serie dai toni mistico/esoterici scritta da Fred Van Lente e disegnata da Clayton Henry. Chi sono i veri manipolatori dell’umanità? Scopritelo in questo tp.
Archer & Armstrong n. 1
Autori: Fred Van Lente (testi), Clayton Henry (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Fantasy
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,90, 17 x 26, 112, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2014
Quando Jim Shooter diede vita alla Valiant non si limitò a dirigere la neonata casa editrice ma si occupò anche della stesura di sceneggiature e dell’ideazione di alcuni personaggi. Del resto, oltre ad essere conosciuto come il temuto e discusso ex editor in chief della Marvel, aveva scritto e disegnato, giovanissimo, Legion of Super-Heroes della DC. E alla Casa delle Idee si era occupato di Avengers, per esempio, e della maxiserie Secret Wars. E molti ancora oggi considerano il suo Starbrand uno dei migliori comic-book pubblicati dalla Marvel. Per la Valiant ideò Archer e Armstrong, una bizzarra coppia di giustizieri, e le loro storie furono illustrate dallo spettacolare Barry Windsor-Smith e da Bob Layton. Con essi Shooter affrontò tematiche mistico/religiose di impronta cospiratoria con risultati pregevoli.
Di conseguenza, la Valiant, tornata in attività, ha deciso di concedere una nuova chance ai due personaggi tramite un comic-book scritto da Fred Van Lente e disegnato da Clayton Henry, nomi familiari ai lettori degli albi Marvel odierni. Van Lente ha ripreso gli elementi esoterici della precedente serie e inizia la sua complessa story-line ai tempi della civiltà mesopotamica. Tre fratelli, Aram, Gilad e Ivar, sono i più grandi eroi del regno di Ur. I tre sono stati impegnati in una pericolosa battaglia nella quale peraltro Gilad ha perso la vita. I fratelli sopravvissuti hanno ottenuto un macchinario, denominato il Dono, capace di dare a chiunque l’immortalità.
Ivar intende usarlo per conferire a tutti gli uomini la vita eterna ma Aram non è della stessa opinione e per una serie di circostanze si verifica un cataclisma. Aram, tuttavia, diviene immortale. La vicenda poi si sposta negli Stati Uniti del ventunesimo secolo e qui si scopre che Aram si fa chiamare Armstrong e vive a New York. È un alcolizzato con un debole per le belle donne e la sua esistenza si svolge nell’ozio e nella dissoluzione. E c’è l’altro protagonista della serie, il giovane Archer. Figlio adottivo di un reverendo fondamentalista e di una componente del congresso USA, è stato cresciuto, insieme ad altri adolescenti, in una specie di parco divertimenti a tematica religiosa, addestrato a combattere un nemico reputato strumento del male. Nel primo episodio della serie si recherà nella Grande Mela dove scoprirà, come avranno intuito gli utenti, che è proprio Armstrong l’avversario da eliminare.
Però Archer ignora che i genitori fanno parte di una setta che adora il Maligno e che da secoli manipola l’umanità. E dopo un breve dissidio Archer e Armstrong rimangono coinvolti in una fitta rete di intrighi e complotti. Van Lente si fa influenzare dalle teorie della cospirazione ma esagera delineando una trama assurda, cervellotica, arzigogolata, piena zeppa di riferimenti che non fanno che confondere il lettore, con idee narrative francamente risibili. È come se Van Lente avesse voluto prendere tutti gli elementi dei libri di David Icke senza approfondirli, ricavandone un caotico insieme di tematiche disparate.
Si passa quindi dagli Illuminati (immancabili in questo tipo di storie) a rimandi al Codice Da Vinci di Dan Brown; da riferimenti a Michelangelo ad accenni alla corruzione del Vaticano e allusioni all’omosessualità dilagante in quel luogo. C’è una setta chiamata Un Per Cento che architetta la distruzione economica della Grecia. Un’altra formata addirittura da suore seguaci della divinità Lilith. C’è una monaca dal ridicolo nome di Tommasina D’Aquino e non potevano non apparire i nazisti, incarnati in un gruppo di monaci tibetani con tanto di baffetti alla Adolf Hitler! Insomma, c’è troppa carne al fuoco e Archer & Armstrong non è altro che un fumetto kitsch, una tipica americanata nel senso deteriore della definizione. E ribadisco che la trama è difficile da seguire, a causa della quantità di argomenti mai pienamente sviluppati. I testi sono anonimi e i dialoghi vorrebbero essere ironici; ma l’ironia non emerge e Van Lente si riduce a ideare poche frasi spiritose che lasciano il tempo che trovano.
Il penciler Clayton Henry, dal canto suo, si rivela funzionale ma, come del resto aveva già dimostrato in altri suoi lavori, ha uno stile standardizzato e privo di personalità e, malgrado ci sia una buona costruzione della tavola, non c’è nulla che faccia gridare al miracolo. In definitiva, Archer & Armstrong è un prodotto mediocre e non da considerare tra le proposte meglio riuscite della Valiant odierna.