Bloodshot n. 1, la recensione del nuovo volume Valiant
Pubblicato il 21 Gennaio 2014 alle 15:30
Torna un personaggio della Valiant, il letale supersoldato Bloodshot, in una nuova serie scritta da Duane Swierczynski! Chi è Raymond Garrison e come mai tutto ciò che credeva di sapere sulla sua vita è una menzogna? Scopritelo in un fumetto ricco di azione adrenalinica!
Bloodshot n. 1
Autori: Duane Swierczynski (testi), Manuel Garcia, Arturo Lozzi (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,90, 17 x 26, pp. 112, col.
Data di pubblicazione: dicembre 2013
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Quando la Valiant di Jim Shooter propose nei primi anni novanta gli eroi del suo universo, il letale e violento Bloodshot fu uno dei character più apprezzati dal pubblico. Fu creato da Don Perlin, autore che in verità non si era mai particolarmente distinto come disegnatore (basti ricordare il tratto legnoso da lui utilizzato in serie Marvel come Defenders e Ghost Rider). Bloodshot rientrava a pieno titolo nella categoria degli anti-eroi ipertrofici e violenti che in quel periodo incontravano il gusto dei lettori. Ma nel complesso, al di là della non eccessiva originalità del concetto, le sue storie risultarono di buona fattura.
Era perciò prevedibile che la Valiant, oggi tornata in attività, lo riproponesse, affidandolo allo sceneggiatore Duane Swierczynski, ormai iperattivo in ambito Marvel, DC e indipendente. Lo scrittore ha inserito Bloodshot in un contesto che fa dell’azione adrenalinica uno degli elementi più rilevanti, cosa in sé appropriata. Ha modificato qualcosa rispetto alla versione precedente e introduce un soldato, Raymond Garrison, che si occupa di missioni pericolose per conto dell’esercito e spesso e volentieri elimina coloro che il governo federale considera terroristi. Ma è in procinto di prendersi una pausa, intendendo concentrarsi sulla moglie, che mal sopporta il fatto che rischi la vita, e sul figlioletto.
I superiori però gli comunicano che un suo fraterno amico è caduto nelle mani di una milizia di fanatici in una delle tante zone di guerra del Medioriente e, pur riluttante, accetta di impegnarsi in una rischiosa operazione di salvataggio. D’altronde, lui è Bloodshot. Nel suo sangue scorrono naniti che gli conferiscono particolari abilità e lo rendono un supersoldato, un’inarrestabile macchina da guerra impossibile da sconfiggere. Ma qualcosa non va per il verso giusto e Bloodshot finisce nelle mani di qualcuno che è a conoscenza di una verità agghiacciante. E se Raymond Garrison non esistesse? E se fosse un’identità fittizia? E se neanche la moglie e il figlio di Raymond esistessero? I suoi ricordi sono veri o falsi? E che ruolo gioca il governo in tutto questo? E cosa farà pur di non lasciarlo nelle mani dei nemici dell’America? Che tipo di scottanti informazioni si celano nella memoria di Bloodshot?
Con situazioni che si fanno sempre più paranoiche, Swierczynski delinea un’ottima trama d’azione con influssi da spy-story e suggestioni sci-fi alla Philip K. Dick. Sebbene in principio si rilevino risaputi cliché sul terrorismo islamista, Bloodshot non è un fumetto propagandistico. Anzi, lo scrittore non ricorre a una distinzione netta tra buoni e cattivi: gli Stati Uniti non fanno bella figura e la denuncia della mancanza di scrupoli del potere politico e militare, pronto persino a sacrificare i civili pur di ottenere determinati obiettivi, emerge in diversi momenti della story-line. Intendiamoci, Bloodshot è un comic-book di intrattenimento e mainstream nell’impostazione e non c’è nulla di rivoluzionario e innovativo, considerata pure la natura del personaggio; ma è realizzato con mestiere e testi e dialoghi sono curati. E tra misteri, settori deviati dell’esercito, ragazzine inquietanti dagli impulsi omicidi, inseguimenti ed esplosioni, la serie si fa leggere con piacere.
E la parte grafica è pregevole. Alle matite c’è lo spagnolo Manuel Garcia, vecchia conoscenza dei lettori Marvel e DC, coadiuvato dall’italiano Arturo Lozzi che molti ricorderanno per Lazarus Ledd e Dampyr. I due svolgono un buon lavoro, realizzando tavole di notevole bellezza formale e sfoggiando uno stile naturalistico, fluido e raffinato. Le sequenze d’azione, in fondo il dettaglio distintivo di Bloodshot, sono un riuscito esempio di story-telling dinamico e si può dunque affermare che Bloodshot, perlomeno per i primi quattro episodi inclusi in questo tp, non è da scartare. Se avete un debole per gli eroi aggressivi e psicologicamente tormentati, il volume è ciò che fa per voi.