Il Saldatore Subacqueo, la recensione del nuovo volume 9L di Jeff Lemire
Pubblicato il 16 Gennaio 2014 alle 16:00
Un uomo qualsiasi che lavora in un impianto di trivellazione. Una moglie che aspetta un bambino. Un padre scomparso. Sono i personaggi di una graphic novel firmata Jeff Lemire! Non perdete Il Saldatore Subacqueo, firmato da uno degli autori di punta del comicdom statunitense!
Panini 9L – Il Saldatore Subacqueo
Autore: Jeff Lemire (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Mystery
Provenienza: USA
Prezzo: € 19,00, 17 x 26, pp. 224, b/n
Data di pubblicazione: novembre 2013
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Il canadese Jeff Lemire è ormai uno degli autori più rilevanti del panorama fumettistico statunitense e i suoi numerosi incarichi in ambito DC lo dimostrano. Ciò che colpisce di Lemire è la versatilità, dal momento che è capace di scrivere storie di supereroi in maniera peculiare e personale, così come horror e fantascientifiche. E non mancano produzioni più sofisticate del livello, per esempio, di Sweet Tooth. Il celebrato artista di Essex County Trilogy non ha neanche abbandonato l’editoria indie e questa splendida graphic novel uscita per la Top Shelf e tradotta in Italia da Panini Comics è significativa in tal senso.
Come è tradizione di molte opere di Lemire, Il Saldatore Subacqueo, dal punto di vista del genere narrativo, è inclassificabile. Ci sono elementi thriller e mystery; un pizzico di fantascienza alla Bradbury (e nell’introduzione del volume Damon Lindelof, una delle menti di Lost, tira in ballo Ai Confini della Realtà) e non mancano influssi del romanzo psicologico. Ne viene fuori una storia intensa che ha il pregio di tenere desta l’attenzione del lettore, tramite una serie di enigmi coinvolgenti e di non facile interpretazione.
Il protagonista è Jack, un uomo qualsiasi che lavora come saldatore in un impianto di trivellazione della Nuova Scozia. È sposato e la moglie aspetta un bambino. Nel complesso, la sua esistenza è tranquilla e banale. Ma un giorno, dopo essersi sommerso, accade qualcosa di strano che nemmeno lui riesce a spiegare. Forse è entrato in contatto con qualcuno. Forse ha avuto un’allucinazione. Forse lo stress del lavoro e la tensione provocata dal pensiero dell’imminente paternità e delle responsabilità che essa comporta hanno compromesso il suo equilibrio psichico. Fatto sta che il rapporto con la consorte ne risente e Jack comincia ad essere ossessionato da voci e pensieri indefinibili.
Poi però inizia a riflettere. Lui ha la stessa età di suo padre, scomparso quando Jack era un ragazzino. L’uomo era affettuoso e gentile ma purtroppo alcolizzato e ciò aveva causato parecchi problemi alla famiglia. E se Jack non avesse ancora superato la perdita del genitore? E se questi fosse ancora vivo e stesse cercando in qualche modo di comunicare con lui? E qual è il significato di un vecchio orologio da polso che tormenta i suoi pensieri? Man mano che la trama si dipana, Jack precipita in una spirale angosciosa di misteri e il confine, già piuttosto labile, tra realtà e immaginazione si sfalda e le situazioni assumono una valenza metaforica e allucinatoria degna di un film di David Lynch.
Lemire affronta il tema della paternità con profondità e sensibilità, come se intendesse dirci che ogni uomo deve fare prima o poi i conti con la figura del padre. C’è qualcosa del proprio padre in tutti noi e qualcosa di noi anche nel proprio padre e il concetto è sintetizzato magistralmente nella splendida sequenza in cui le identità dei due si amalgamano divenendo una cosa sola. L’altro elemento fondamentale dell’opera è l’acqua, onnipresente, minacciosa, inquietante. Acqua che è simbolo di vita e nello stesso tempo pulsione di morte. Queste idee sono descritte da Lemire con testi secchi e sintetici, senza fronzoli, ma dotati di un lirismo innegabile.
Per quanto concerne i disegni, Lemire svolge un ottimo lavoro, utilizzando il consueto stile grezzo e volutamente sgradevole, ma espressivo, che i suoi fan hanno imparato ad apprezzare. Come nel caso di altre sue opere, Lemire è abile nella rappresentazione delle emozioni dei personaggi espresse prevalentemente dagli sguardi. Ma è altresì bravo nella visualizzazione degli oscuri fondali marini o delle desolate strade di paesi di provincia deserti, espressioni esteriori di un perturbante universo interiore. Il bianco e nero contribuisce a rendere ancora più incisiva l’ambientazione destabilizzante immaginata da Lemire. Il Saldatore Subacqueo piacerà quindi ai fan dell’artista e a coloro che amano i fumetti for mature readers stile Vertigo (peraltro, in una vignetta Jeff si diverte a fare apparire Gus, il tormentato bambino di Sweet Tooth!). Da non perdere.